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15 Aprile 2025
17:55

Si possono tenere le tartarughe di terra in casa? Cosa dice la legge

Le tartarughe di terra si possono tenere in casa seguendo leggi e regolamenti molto precisi: microchip, documenti CITES e denuncia ai Carabinieri Forestali. Senza questi, si rischiano multe e denunce penali.

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Le testuggini o tartarughe di terra, sono animali selvatici e il commercio e la detenzione sono strettamente regolamentati da leggi e normative nazionali e internazionali. In foto, Testudo hermanni. Foto da Wikimedia Commons

Le tartarughe di terra o testuggini sono animali selvatici a tutti gli effetti, tutelati da leggi molto precise che, spesso, vengono purtroppo ignorate o sottovalutate. In Italia, alcune specie anche autoctone si possono detenere legalmente come animali da compagnia, ma solo a determinate condizioni e nel rispetto di una normativa molto rigida. La ragione è semplice: si tratta di animali minacciati e inseriti in convenzioni internazionali come la CITES, nata proprio per regolamentare il commercio delle specie in pericolo.

Quindi sì, in certe condizioni le tartarughe di terra si possono tenere in casa, ma la legge – e soprattutto il buon senso – chiedono molto più di una ciotola d'acqua, delle foglie di lattuga o un recinto soleggiato. Il fatto che si possa fare, non significa infatti che sia sempre giusto farlo. Gli animali selvatici "da compagnia" non sono domestici come cani e gatti, per cui occorre molta più consapevolezza non solo da un punto di vista legale, ma anche di tipo naturalistico ed ecologico.

Come tenere regolarmente una tartaruga in casa? Tutto quello che bisogna fare

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In Italia, le specie più comuni, come Testudo marginata, si trovano tutte nell’Appendice II della CITES. Foto da Wikimedia Commons

Se si possiede o si vuole acquistare una tartaruga di terra, la prima cosa da fare è capire se si è in regola con la legge. In Italia, le specie più comuni – Testudo hermanni, T. graeca e T. marginata – si trovano nell'Appendice II della CITES. Sono quindi tutte protette dalla Convenzione di Washington e la loro detenzione è consentita solo a precise condizioni. Chi possiede tartarughe regolarmente denunciate alla Forestale da prima del 1995, non deve fare nulla. Ma se sono state acquisite dopo quella data, le cose si complicano.

Dal 1996 in poi, ogni tartaruga deve essere:

  • Identificata con microchip (inserito da un veterinario autorizzato)
  • Accompagnata da regolare certificazione CITES
  • Registrata presso il Servizio CITES dei Carabinieri Forestali

In caso di acquisto da un allevatore, quest'ultimo ha quindi l'obbligo di consegnare i documenti CITES relativi agli animali ceduti. Al momento della cessione, si deve compilare un modulo in duplice copia firmato da venditore e acquirente, che attesta il trasferimento legale dell'animale. Se si tratta invece di cedere o donare privatamente una tartaruga a un'altra persona, bisogna richiedere comunque un'autorizzazione al Servizio CITES dei Carabinieri Forestali per segnalare lo spostamento e tutti gli altri dati del vecchio proprietario e del nuovo allevatore.

Infine, sono da segnalare sempre ai Carabinieri Forestali anche tutte le nuove nascite domestiche e i decessi entro 10 giorni. Tutti questi dati, gli spostamenti e le informazioni su ogni singolo individuo, servono a tracciare e monitorare le popolazioni in cattività delle varie specie, proprio perché non si tratta di un domestico qualunque, ma di animali selvatici e, nella maggior parte dei casi, di specie che in natura sono seriamente a rischio di estinzione.

Cosa si rischia se non si denuncia regolarmente una tartaruga di terra?

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Tutti gli animali devono essere registrati, tracciati e dotati di documentazione CITES. In foto, Testudo graeca. Foto da Wikimedia Commons

Le leggi e i regolamenti nazionali e internazionali sono piuttosto rigidi in materia di commercio e detenzione di specie selvatiche a rischio, come appunto la maggior parte delle testuggini. Chi possiede una tartaruga senza microchip o senza regolare documentazione CITES, rischia quindi il sequestro dell'animale, una denuncia penale e una sanzione economica. Per chi invece commercia illegalmente tartarughe protette e senza regolare documentazione, le pene prevedono da tre mesi a un anno di reclusione, con multe salatissime.

C'è poi anche un altro aspetto da considerare: non è più possibile regolarizzare una tartaruga nata dopo il 1° gennaio 1996 che non sia mai stata già denunciata. Quindi, chi possiede, riceve o compra un animale privo di documenti, anche in buona fede, sta automaticamente commettendo un illecito e non esiste alcun modo per rimettersi in regola. Infine, ci sono anche altri fattori da considerare sulla detenzione di animali selvatici esotici e non, a prescindere dalla legge.

Anche se la detenzione è consentita in certe condizioni, dobbiamo chiederci se sia davvero etico tenere una tartaruga – o qualsiasi altro animale selvatico – in un ambiente domestico. Le testuggini sono animali longevi, abituati a spazi ampi, a ritmi naturali scanditi dalle stagioni, al letargo, alla vita all'aperto. Tenerle in casa, all'interno di teche o in recinti artificiali, a contatto continuo con gli esseri umani, significa privarle della loro natura, ma anche esporle a stress e condizioni non adatte alla loro ecologia e biologia.

Incoraggiare la detenzione di animali selvatici – anche quando è permesso – rischia poi di alimentare un mercato che, troppo spesso, nasconde e incoraggia traffici illeciti, catture in natura e sofferenze inutili. È per questo che la normativa CITES è così rigida: le tartarughe selvatiche stanno scomparendo e ogni individuo prelevato in natura rappresenta un danno enorme. La verità, quindi, è che gli animali selvatici devono rimanere selvatici. Osservarli, studiarli, proteggerli nei loro habitat è molto più etico e rispettoso che rinchiuderli in un giardino.

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