Da un semplice controllo autostradale alla scoperta di un canile lager con decine di cani detenuti in pessime condizioni. È quello che è successo il 9 dicembre 2024 alla periferia di Bussolengo, in provincia di Verona, durante un'operazione della Guardia di Finanza.
Il controllo è scattato quando i militari hanno notato la presenza di un cane da caccia a bordo di un furgone. Ai militari, l'uomo alla guida ha dichiarato di non avere i documenti di trasporto dell'animale, per cui gli agenti gli hanno chiesto di accompagnarli al suo domicilio. Qui i baschi verdi si sono trovati davanti a una brutta sorpresa.
La scoperta del canile-lager: cani rinchiusi in gabbia tra le deiezioni
Nelle vicinanze dell’abitazione dell'uomo erano presenti un gran numero di cani rinchiusi all’interno di gabbie anguste di metallo, in cattive condizioni igienico-sanitarie e non alimentati correttamente. Uno scenario che ha indotto i finanzieri a richiedere l’intervento del veterinario dell’USLL9 di Verona e delle Guardie zoofile dell'Oipa, organizzazione di tutela animale che collabora con le Forze dell'Ordine.
Raggiunto dalla redazione, Massimiliano D'Errico, coordinatore della sezione veronese della Guardie zoofile dell'Oipa, spiega: «I cani erano rinchiusi in gabbie non adeguate ed era percepibile l'odore nauseabondo delle deiezioni. Anche l'alimentazione non era delle migliori per quello che abbiamo avuto modo di osservare. Nel complesso le condizioni erano incompatibili con il benessere degli animali».
Queste circostanze hanno portato al proprietario dello pseudo-canile, un cittadino italiano, una denuncia per maltrattamento di animali. Sul posto è intervenuto anche il personale della Polizia Provinciale per la verifica di eventuali autorizzazioni di caccia. Nel canile-lager erano infatti presenti ben 40 esemplari tra cani da caccia e Pitbull, tra cui anche numerosi cuccioli.
Oltre ai cani, nel giardino si trovavano numerosi animali da cortile, alcuni macellati e appesi all’aria aperta. Il personale della Asl di Verona ha quindi imposto il ricovero degli animali da cortile all’interno di apposite gabbie, contestandogli, visto il considerevole numero degli stessi, anche la detenzione senza la necessaria autorizzazione. Anche i tecnici del Comune di Bussolengo hanno accertato l’inagibilità dell'intera struttura.
Quale sarà il destino dei cani salvati nel Veronese
È stato accertato dai militari che i cani, alcuni dei quali privi del microchip obbligatorio, erano tenuti in gabbie realizzate con materiali di fortuna, prive di giacigli o superfici che impedissero il contatto diretto con il terreno. Era poi totalmente assente un sistema per la pulizia delle deiezioni. In aggiunta a queste condizioni, gli animali non avevano disponibilità di acqua pulita, e veniva somministrato loro cibo contaminato.
È scattata quindi una gara di solidarietà e tutti i cani sono stati affidati in custodia a enti o privati cittadini, che si sono impegnati a garantire loro condizioni di vita più decorose. «Gli animali sono stati sequestrati – conferma D'Errico – E la vicenda è ora al vaglio della Procura».
Le Guardie zoofile sono volontari di associazioni riconosciute che svolgono attività di pubblici ufficiali nella repressione dei crimini contro gli animali, il loro principale obiettivo è tutelare il benessere di cani e gatti. Per questo intervengo spesso in collaborazione con le Forze dell'Ordine nei casi di maltrattamento e abbandono. Molte persone infatti affidano a canili improvvisati i cani che non vogliono o non possono più gestire, è il caso ad esempio dei cani da caccia che finiscono in serragli al termine della stagione venatoria, oppure se non si dimostrano all'altezza del compito.
«Come Guardie zoofile succede spesso di trovare animali detenuti in condizioni incompatibili con il loro benesse – sottolinea il coordinatore delle Guardie Oipa – spesso questo è legato all'ignoranza rispetto alle norme basilari per detenere gli animali. Collaboriamo con la Guardia di Finanza per la repressione dei crimini, ma molto dev'essere fatto prima che questi episodi si verifichino: attraverso l'informazione e la sensibilizzazione».