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22 Marzo 2025
14:55

Rissa e litigi tra cani: quando, come e soprattutto se intervenire per evitare il peggio

Il nostro intervento spesso peggiora le cose quando due o più cani litigano. Sono tanti i casi di cronaca di animali che sono stati feriti gravemente o anche morti per risse tra conspecifici e spesso anche le persone rischiano tanto proprio per essersi intromessi per proteggere i loro compagni a quattro zampe dall'attacco di altri cani. E' molto importante sapere come comportarsi in questi casi.

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La cronaca rimanda spesso casi di cani feriti o uccisi a causa di un litigio con uno o più conspecifici. Ci sono persone che hanno perso così il proprio compagno di vita o, purtroppo, anche eventi drammatici in cui a ferirsi anche gravemente o addirittura a perdere la vita è l'umano di riferimento.

Mantenere la calma, nonostante sia davvero difficile farlo

La prima cosa da sottolineare è che ciò che più influisce sul comportamento dei cani è il nostro stato d'animo. Nella consapevolezza di quanto sia difficile mettere in atto quello che è il primo presupposto fondamentale per sperare che lo scontro non porti a conseguenze estreme per nessuno, mantenere la calma è davvero fondamentale.

Soprattutto urlare, agitarsi e gettarsi a capofitto nella mischia si traduce in un effetto del tutto deleterio: aumenta lo stato di eccitazione degli animali, il loro senso del pericolo si accende ancora di più aumentando la pressione dell'attacco e togliendo lucidità a chi invece si sta difendendo e elimina ogni possibilità che gli animali riescano a rientrare in uno stato cognitivo tale da riuscire a separarsi durante un'interazione violenta in cui si è già oltre il confine tra la mediazione e la fuga.

Nella maggioranza dei casi in cui in uno scontro tra cani gli individui coinvolti, animali e esseri umani, riportano danni gravi o addirittura non ne escono vivi è dovuto all'intervento scorretto dell'essere umano fatto senza cognizione di causa.

Riuscire a prevenire, osservando il comportamento dei cani

Prima che gli animali entrino in contatto, c'è una fase in cui si può capire se le intenzioni dei cani siano davvero aggressive. I cani non sono amanti del conflitto, anzi. Se possono evitare di arrivare allo scontro diretto prediligono appunto non farlo e il loro approccio solitamente è quello di non avvicinarsi in maniera diretta all'altro animale ma di ‘presentarsi' da lontano, mostrando subito se si ha un interesse amichevole o meno già con posture del corpo che indicano lo stato d'animo. Un cane che non ha voglia di conoscerne un altro, per diversi motivi tra cui anche quello di temerlo o di volerlo tenere a distanza, avrà ad esempio la coda dritta e ‘nervosamente' scodinzolante con scatti sulla punta o, per fare un altro esempio, un cane che vuole arrivare allo scontro potrebbe mettersi steso sulle quattro zampe come in una vera e propria punta per tendere un agguato in attesa che l'altro arrivi o, viceversa, anche proprio per fargli capire "da qui non passare".

E' importante sottolineare, però, che questi comportamenti in natura sono parte del repertorio etologico della specie ma i cani di famiglia che vivono nelle nostre case hanno perso l'autonomia necessaria per gestire gli scontri e gli incontri con i loro conspecifici e questo proprio a causa della mediazione dell'essere umano e anche della conduzione al guinzaglio che è sicuramente fondamentale per la sicurezza pubblica e del cane stesso ma che come contraltare rende anche Fido non autonomo in certe situazioni. Gli educatori cinofili, in casi estremi, consigliano infatti di mollare il guinzaglio nel momento in cui ormai gli animali sono arrivati alla rissa, proprio per dare al cane aggredito la possibilità di muoversi liberamente per trovare una via d'uscita.

Altra cosa da non dimenticare rispetto proprio alle posture e agli avvertimenti che i cani danno è che non sono però del tutto  generalizzabili su ogni cane. Esistono diverse tipologie, come i Molossi e Terrier di tipo Bull, che hanno una bassa motivazione comunicativa, ovvero sono stati selezionati proprio per non dare segnali chiari agli altri cani al fine di sferrare l'attacco senza aver appunto fatto capire le reali intenzioni.

Attenzione: quanto stiamo scrivendo, in ogni caso, non è dunque applicabile a ogni situazione: ogni cane è un individuo a sé e ogni relazione è una storia a sé, per tanto qualsiasi interazione negativa va contestualizzata al ‘qui ed ora', al rapporto con l'umano di riferimento, al carattere dei singoli cani coinvolti e alle esperienze pregresse di questi ultimi.

E' possibile riconoscere questi e altri segnali, inoltre, solo se si sta attenti – come già precisato – a ciò che i cani fanno prima che vi sia l'incontro e nella media dei casi è proprio il mancato monitoraggio della situazione che porta al non essere riusciti in tempo ad evitare il conflitto.

Scontro in atto, come e quando intervenire

Prima di intervenire dovete anche capire se davvero quello a cui state assistendo è uno scontro che comporterà delle reali conseguenze dal punto di vista fisico. I cani ritualizzano molto e litigi che a noi umani sembrano orribili e fonte di chissà quali danni, spesso hanno come risultato che ne escono indenni e nemmeno con un po' di saliva dell'altro sul manto. L'osservazione, anche nel momento in cui i contendenti si stanno scontrando, è importantissima perché intervenire quando non è necessario può invece far cambiare atteggiamento agli animali: la vostra partecipazione sarà per loro un segnale che allora davvero c'è un nemico da eliminare di fronte.

Chiarito ciò, quando decidete di farlo non buttatevi nel mezzo, non intromettetevi tra i due cani, non urlate ma agite lateralmente. Cosa significa? Che mettersi tra un cane e l'altro aumenta l'intensità dell'attacco e si rischia di ritrovarsi come bersaglio dei morsi dell'aggressore ma anche dell'altro cane che lo fanno in maniera inconsapevole, in realtà. L'arousal – ovvero lo stato di eccitazione – di un cane che sta aggredendo un altro cane e di quello che subisce è ai massimi livelli di allerta e in queste occasioni l'essere morsi al posto dell'altro animale viene definita come una "rediretta", cioè il target cambia ma non l'intenzione e l'animale in quel momento non sta pensando ad altro se non a raggiungere il suo scopo che è proteggersi dal contendente. Per tanto, l'intervento deve essere fatto sapendo come agire.

Afferrare i cani, come e quando

Qualora abbiate deciso che si è arrivati a un punto in cui il vostro intervento è assolutamente necessario, bisogna sapere quali sono le manovre possibili e quando metterle in pratica, consapevoli che si tratta di frazioni di secondo in cui mantenere la testa lucida è davvero complicato.

Indipendentemente se siete l'umano di riferimento dell'aggressore o dell'aggredito, sul secondo è meglio non agire direttamente, ad esempio prendendolo in braccio mentre già è nella morsa dell'altro cane. Si rischia infatti che tirandolo verso di voi si provochino ulteriori lacerazioni e che si inneschi un meccanismo di ‘tira e molla' che al suo simile fa aumentare il comportamento predatorio.

Indirizzarsi dunque sul cane che sta aggredendo, e mai mettendosi in mezzo ma ponendosi da dietro, può essere una buona scelta ma bisogna saperlo fare. Rispetto al prenderlo per il collare è davvero una manovra rischiosa: facile che possa girarsi e puntare su di voi. quindi avvicinatevi alla testa ma dovete stringerla con forza in modo che non possa in alcun modo girarsi. Se ha la pettorina, invece, le cose potrebbero andare meglio perché vi consente di indirizzare la vostra forza mantenendo saldo il baricentro e tenendo sempre le mani nel centro dello strumento di contenimento per provare a portarlo via. Anche in questo caso però se il cane che subiva l'attacco è già freezato (immobilizzato) nella morsa dell'altro e la vostra azione non ha portato l'altro cane ad aprire le fauci, il risultato potrebbe invece essere peggiorativo perché il vostro comportamento – tradotto dal cane – può essere interpretato come uno spallegiamento all'azione avversativa che sta compiendo, fomentandolo ulteriormente.

La migliore posizione da assumere in caso si voglia intervenire rimane una: tirare via per le zampe posteriori il cane che sta mordendo l'altro. La perdita di contatto con il terreno, mediamente, lo farà sentire improvvisamente indifeso e incapace di gestire i suoi movimenti. L'effetto sorpresa potrebbe portarlo così ad aprire la bocca e mollare ‘la preda'.

Utilizzare strumenti per aiutarsi

Prima di tutto è utile avere degli espedienti che possano distrarre i cani da quello che stanno facendo e l'acqua è uno di questi. Ovvio che non in tutte le situazioni si ha dietro una bottiglia o, ancora meglio, sarebbe poter usare una pompa ma qualora possiate usufruire di una fonte di acqua spruzzarla sui cani li porta, non sempre, a fermarsi per l'elemento sorpresa.

Alcuni consigliano di avere con sé dello spray al peperoncino dietro ma saperlo usare nei momenti di concitazione è davvero da esperti e a maggior ragione deve comportare uno stato di calma interiore perché se non si riesce – e non è detto che poi tutti i cani provino un fastidio tale da mollare la presa – si rischia di farsi del male dirigendolo verso se stessi e non nei confronti degli animali.

Sì all'uso, invece, di un oggetto come potrebbe essere un pezzo di legno, la mazza di una scopa per inserirla però nella bocca del cane che ha bloccato l'altro. La pressione verso l'alto, qualora siate riusciti ad infilarla, può aiutarvi a far aprire le mascelle al cane mantenendo la distanza tra lui e voi. Un oggetto come una sedia o un altro corpo mobile inoltre può essere utile nel momento in cui i due cani stanno litigando e nessuno dei due è ancora stato sopraffatto dall'altro: anche in questo caso consente di intervenire a una certa distanza ed ha una funzione protettiva pure nel caso di rediretta.

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