Andrea Leombruni, l'uomo accusato di aver sparato e ucciso l'orsa Amarena, non è ancora stato rinviato a giudizio. Oggi, 23 dicembre 2024, il giudice del Tribunale di Avezzano avrebbe dovuto decidere mandare a processo il 57enne, accogliendo così la richiesta del pubblico ministero, oppure no. La decisione però non c'è stata a causa di un errore procedurale.
Grande delusione per le associazioni e gli enti che hanno richiesto di costituirsi parte civile, a cominciare il Comune di Villalago che poco prima della morte aveva conferito ad Amarena il titolo di "cittadina onoraria".
Su quanto accaduto il sindaco di Villalago, Fernando Gatta, ha così commentato la notizia a Kodami: «Spero in una sentenza giusta per il disastro che è stato commesso nei confronti della natura e di Amarena. Costituirci parte civile è un obbligo morale perché la nostra comunità ha accolto Amarena e i suoi cuccioli, e sua la morte ha cagionato un danno rilevante sia alle attività che all'ambiente».
In cosa consiste l'errore procedurale che ha rimandato la decisione del giudice
Tra i tanti enti e organizzazioni che si sono costituiti parte civile ci sono anche il Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, il Wwf, e l'associazione Zampe che danno una mano Odv. È proprio la presidente di quest'ultima, l'avvocata Giada Bernardi, a spiegare cosa è successo oggi in aula.
«Il pm avrebbe dovuto esercitare l'azione penale per i due reati contestati, nelle forme del decreto di citazione a giudizio come previsto dalla riforma Cartabia, e non dell'udienza preliminare, come invece è stato fatto. Siamo perplessi e amareggiati per il tempo perso, ma ci consola la grande partecipazione di oggi in Tribunale, gremito di cittadini e attivisti».
Ora gli atti sono stati rimandati alla Procura di Avezzano che dovrà nuovamente rimandare le notifiche alle parti interessate. Si prevede la nuova udienza per la prossima primavera.
Chi era l'orsa Amarena e come è morta
L'orsa Amarena è stata uccisa la notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2023 mentre si trovava in un pollaio alla periferia di San Benedetto dei Marsi, piccolo Comune in provincia dell'Aquila. Amarena ormai da diverse settimane frequentava i pollai della zona insieme ai suoi due cuccioli, per questo quando a mezzanotte i guardia parco del Parco d'Abruzzo hanno avvertito un colpo di fucile sono arrivati sul posto in poco tempo. Una volta a San Benedetto dei Marsi, però, non hanno potuto fare altro che assistere alla lunga agonia e poi alla morte dell'orsa.
L'animale è morto a pochi metri dal cancello della villetta di Leombruni, possessore di una carabina 7.62, che infatti è stato identificato quella stessa notte.
Amarena non era un'orsa come le altre: era nota per i suoi comportamenti confidenti e la frequentazione dei centri urbani, episodi durante i quali non aveva mai mostrato alcun segno di pericolosità o aggressività, come hanno confermato anche le perizie eseguite sulla scena del crimine. Secondo gli esperti, quella sera non si trovava in una posa d'attacco quando è stata ferita, ed era innocua.
Amarena era uno dei circa 60 orsi marsicani (Ursus arctos marsicanus) rimasti. Si tratta della sottospecie di orso più rara al mondo, presente solo nell'Appennino centrale italiano. Per salvaguardare questo endemismo straordinario sono state messe un atto una serie di azioni da parte delle associazioni locali e dei Parchi, come il Pnalm. Tuttavia, esiste ancora una componente di persone, soprattutto allevatori e cacciatori, che vedono l'orso come una minaccia alla propria attività.