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27 Febbraio 2025
18:30

Quando il gatto non beve: cosa succede se è disidratato

Il gatto tende a bere poco, tuttavia ci sono casi particolari in cui diventa una condizione di cui preoccuparsi. Per fortuna esistono alcuni accorgimenti per aiutarlo a bere di più.

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Alcuni mici preferiscono l’acqua corrente a quella stagnante della ciotola

L'idratazione è fondamentale per il benessere dei gatti, tuttavia alcuni tendono a bere poco per natura, mentre altri potrebbero avere sviluppato una patologia di cui l'assenza di sete è un sintomo. È quindi importante valutare la situazione in maniera corretta.

Le cause possono essere molto diverse tra loro, dallo stress a un cambio di alimentazione, fino a patologie più serie come il diabete o l’insufficienza renale. Vediamo quali sono i motivi principali e come agire.

Perché il gatto non beve: le cause

Se un gatto smette di bere o riduce sensibilmente l’assunzione di acqua, le ragioni possono essere molte e decisamente diverse tra loro.

  • Stress: un cambiamento improvviso nell’ambiente, come un trasloco, l’arrivo di un nuovo animale o un cambiamento nelle abitudini quotidiane, può far sì che il gatto beva di meno;
  • Cambio di alimentazione: I gatti che passano da un’alimentazione umida, come scatolette o cibo fatto in casa, a dieta una secca, a base di crocchette, tendono a bere di più, ma alcuni impiegano tempo per adattarsi e potrebbero non compensare subito la perdita di liquidi;
  • Diabete: una sete eccessiva è uno dei segnali di questa malattia, ma nei primi stadi il gatto potrebbe anche avere un comportamento anomalo nei confronti dell’acqua;
  • Insufficienza renale: i gatti anziani, in particolare, possono soffrire di problemi renali, che alterano il loro senso della sete e l’equilibrio dei liquidi nel corpo;
  • Problemi ai denti: un’infezione gengivale, un ascesso o un dolore alla bocca possono rendere doloroso il bere, spingendo il gatto a evitare l’acqua;
  • Età: i gatti molto giovani o molto anziani potrebbero avere un rapporto alterato con l’acqua. I cuccioli spesso dipendono ancora dal latte materno o dal cibo umido, mentre i gatti anziani possono perdere la sensibilità alla sete;
  • Problemi con la ciotola: i gatti possono essere molto schizzinosi riguardo all'acqua, preferiscono infatti acqua corrente o fresca. Alcuni potrebbero anche evitare di bere se la ciotola non è pulita o se è posizionata in un'area particolarmente stressante della casa.

Quanto deve bere il gatto ogni giorno

La quantità di acqua necessaria per un gatto varia in base a diversi fattori, come il peso, l’età, la dieta e l’attività fisica. In generale, un gatto dovrebbe assumere circa 50 millilitri di acqua per ogni chilo di peso corporeo al giorno. Questo significa che un gatto di 4 chili dovrebbe bere intorno ai 240 ml di acqua quotidianamente. Tuttavia, se il gatto mangia cibo umido, che contiene fino all’80% di acqua, la quantità di liquidi assunti attraverso l’alimentazione può ridurre il bisogno di bere direttamente dalla ciotola.

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Per aiutare i gatti a bere potrebbe essere utile provare con una fontanella per gatti

"È importante monitorare l'assunzione di acqua da parte del nostro compagno felino, specialmente se mangia principalmente cibo secco, poiché questi gatti tendono a bere meno e sono a rischio maggiore di disidratazione – suggerisce la veterinaria Eva Fonti – Se quindi noti che il tuo gatto beve significativamente meno del necessario o mostra segni di disidratazione, come gengive secche, pelle che non torna subito in posizione dopo essere stata pizzicata, o letargia, è consigliabile consultare un veterinari".

Per incoraggiare un gatto a bere è utile fornirgli sempre acqua fresca e pulita. Alcuni mici preferiscono infatti l’acqua corrente, quindi potrebbe essere utile provare con una fontanella per gatti. Anche il tipo di ciotola può fare la differenza: alcune preferenze individuali riguardano il materiale o la posizione della ciotola rispetto alla lettiera e al cibo.

Gatto disidratato: i sintomi

Riconoscere la disidratazione in un gatto non è sempre semplice, ma ci sono alcuni segnali a cui fare attenzione. Un gatto disidratato può apparire più letargico del solito, meno incline al gioco e più propenso a cercare luoghi freschi e ombreggiati per riposare. Anche il pelo può risultare meno lucido e più opaco, perché la pelle perde elasticità quando manca acqua.

Un modo per verificare lo stato di idratazione del gatto è il test della pelle: sollevando delicatamente la pelle sulla nuca o tra le scapole, dovrebbe tornare rapidamente nella posizione originale. Se rimane sollevata per qualche secondo prima di riassestarsi, è segno che il gatto potrebbe essere disidratato.

Un altro sintomo importante è la secchezza delle mucose: un gatto ben idratato ha gengive umide e rosate, mentre un gatto disidratato può avere gengive secche e appiccicose. Anche gli occhi possono apparire più infossati o meno brillanti. Infine, la disidratazione può influenzare anche la minzione: se il gatto urina meno del solito o la sua urina appare molto concentrata, è un campanello d’allarme.

Cosa fare quando il gatto è disidratato

Se si sospetta che il gatto sia disidratato, è importante agire subito per evitare conseguenze più gravi. Per prima cosa, bisogna stimolare il gatto a bere, magari offrendo acqua fresca da una ciotola diversa, utilizzando una fontanella o persino provando a dargli acqua con una siringa (senza ago), facendogliela leccare poco alla volta. Se il gatto mangia cibo secco, si può provare a introdurre più alimenti umidi nella sua dieta, come paté, mousse o brodo di carne senza sale.

In caso di disidratazione lieve, queste soluzioni potrebbero bastare a riportare il gatto a un buon livello di idratazione. Tuttavia, se i sintomi persistono o peggiorano, è fondamentale portare il gatto dal veterinario. Una disidratazione grave può richiedere fluidi somministrati per via endovenosa o sottocutanea per ristabilire il corretto equilibrio dei liquidi.

Se la causa della disidratazione è un problema di salute sottostante, come insufficienza renale o diabete, sarà necessario seguire un trattamento specifico indicato dal veterinario.

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