Il cane è un membro della famiglia. Questo concetto è assodato in gran parte delle relazioni tra le persone e "il miglior amico dell'uomo" a discapito di una parte di umanità che continua a abbandonare i cani o a maltrattarli a fronte anche di un iper affetto che non consente all'animale di esprimere realmente se stesso.
Nell'ambito delle relazioni che possiamo definire "sane", ovvero dove Fido è considerato appunto parte della famiglia e il suo ruolo è pienamente riconosciuto, è possibile definire il rapporto che si crea come "genitoriale" da parte dell'umano nei confronti dell'animale.
Uno studio multidisciplinare delle Università di San Francisco, del Colorado e di Palo Alto è andato ora ad indagare gli effetti che ha l'arrivo di un bambino sulla relazione tra cane e persone di riferimento sottolinenando che nella maggior parte dei casi i genitori provano un senso di colpa nei confronti dell'animale dovuto alla necessaria attenzione che si sposta sul nuovo arrivato rispetto a chi già fa parte del gruppo familiare.
Traendo spunto da ricerche relative alla transizione alla fratellanza, i ricercatori hanno anche misurato i cambiamenti nei comportamenti dei cani e il loro impatto sui livelli di depressione e ansia delle persone. «I risultati suggeriscono che molti genitori – scrivono gli esperti – si sentono in colpa per i cani e lottano con i conseguenti cambiamenti nelle dinamiche domestiche con l'arrivo di un bambino. I suggerimenti per aiutare a migliorare le possibilità di una transizione di successo includono consapevolezza, preparazione e autocompassione. La pianificazione e la preparazione possono aiutare a ridurre al minimo i comportamenti negativi del cane e, di conseguenza, i livelli di depressione e ansia dei genitori. I genitori sono incoraggiati ad aiutare i loro cani a prepararsi in anticipo, riducendo così al minimo il proprio senso di colpa e diminuendo il potenziale di recidere il legame uomo-cane».
Perché l'arrivo di un bambino determina senso di colpa verso il cane
Non è la prima volta che si indaga su questo aspetto della relazione uomo-cane. L'arrivo di un bambino necessariamente porta via tempo a chi era abituato a dedicarne al proprio compagno a quattro zampe. Questa novità importante nella vita delle persone, però, va a toccare le corde di sentimenti forti che si condividono con l'animale, considerando che il rapporto tra le due specie si basa su una osmosi emozionale, ovvero una vera e propria corrispondenza delle emozioni che va ben al di là dei soli comportamenti di accudimenti basici, come portare il cane in passeggiata o dargli da mangiare: riguarda la qualità del tempo passato insieme e la condivisione di sentimenti intensi.
Come scrivono i ricercatori nello studio «il senso di colpa correlato all'animale domestico può portare a sentimenti di ansia e depressione … Include componenti sia affettive che cognitive in cui le persone credono che i loro comportamenti abbiano portato a qualche forma di risultato negativo e sentimenti dolorosi accompagnati da un senso di responsabilità e rimorso».
Andando più in profondità e focalizzando l'attenzione sul senso di colpa genitoriale, emerge che questo sottotipo si verifica propria quando arriva un nuovo elemento in famiglia, ovvero nasce un altro individuo che avrà bisogno di tempo ed energia. «Il processo attraverso il quale un figlio unico ottiene un fratello può essere ampiamente definito come la "transizione alla fratellanza". Sebbene la transizione alla fratellanza avvenga per molti bambini, ci sono poche ricerche sull'argomento e nessuno studio, a nostra conoscenza, su questa transizione quando il "bambino" più grande è un cane».
Ecco dunque che lo studio arriva al cuore dell'analisi: è mutuabile questo senso di colpa genitoriale anche nei riguardi del cane di famiglia? Ebbene sì, tanto da provocare anche ansia e depressione al pet mate che non riesce più a dedicare lo stesso impegno nella cura della relazione con Fido.
Attraverso un sondaggio rivolto a 242 partecipanti che avevano almeno un figlio di età inferiore ai tre anni sono emerse delle risposte molto interessanti che fanno comprendere quanto la relazione con un cane sia intensa, fatta di uno scambio continuo e reciproco che se viene a mancare da parte della persona crea un senso di frustrazione che fa provare emozioni negative che vanno a toccare uno spettro ampio di emozioni negative.
I lati positivi di avere un cane in famiglia quando arriva un figlio
Chi ha lavorato in prevenzione, però, ovvero preparando il cane all'arrivo del neonato ha espresso gratitudine per come la presenza dell'animale ha avuto un ruolo da cuscinetto emotivo: «Il mio cane è stato una parte importante nell'aiutarmi a gestire gli sbalzi d'umore durante la gravidanza ed è ancora bravo con il supporto emotivo. Lo abbiamo trattato come un fratello maggiore durante la gravidanza e lo abbiamo incluso in tutto». I ricercatori hanno così scoperto che questo approccio ha fatto sì che i genitori aumentassero il senso di attaccamento al cane e «hanno anche riferito esperienze più positive nell'inserimento del bambino in casa».
La reazione positiva del cane, inoltre, è stata fondamentale e si è trasformata in un vero e proprio collante per far sì che la neo famiglia si riconoscesse come un nuovo nucleo, tanto da far dichiarare ad altri che «avevo paura che il mio cane sarebbe stato geloso di mia figlia, ma si amano così tanto. Il mio cane si comporta come il tutore di mia figlia e la aiuta a tenerla lontana dai guai. È adorabile e mi scalda il cuore vedere crescere il loro rapporto».
Per altri, ma sempre con un effetto che è stato del tutto positivo grazie alla presenza del cane, il rapporto tra l'animale e il bimbo è iniziato in modo difficile, ma è migliorato con il tempo: «Il mio cane si è adattato alla presenza di mio figlio e ora sono i migliori amici». Ciò che ha funzionato per far sì che le relazioni si saldassero è stato uno strumento fondamentale che scalda il cuore a due animali sociali come siamo noi e i cani: il gioco. Il tempo speso tra i più piccoli della famiglia e i cani a giocare «ha portato gioia a molti genitori e sembra anche attutire i sensi di colpa per non essere in grado di bilanciare equamente tempo e attenzione con il loro bambino e il cane», hanno sottolineato gli esperti.
Quando e perché nasce il senso di colpa
Quando ciò non è avvenuto, però, il senso di colpa avanza e prende piede, tanto da provocare anche sintomi di depressione e stati d'ansia. «Abbiamo scoperto – scrivono i ricercatori nel paper – che il 47% dei genitori ha difficoltà con la maggiore responsabilità che deriva dall'arrivo di un neonato e il tempo che il cane sottrae alle responsabilità di cura dei bambini. Abbiamo anche trovato una correlazione significativa tra questo conflitto bambino-cane e la depressione e l'ansia dei genitori. Questi risultati ampliano la conoscenza delle tensioni che le persone che vivono con animali domestici avvertono quando bilanciano le responsabilità di cura dell'animale con la necessità di prendersi cura del proprio benessere».
Ciò determina anche un cambiamento nel cane, non solo nelle persone di riferimento. Secondo lo studio, infatti, i comportamenti problematici degli animali sono aumentati o venivano percepiti come «più fastidiosi» e come esempio vengono riportati atteggiamenti come l'abbaiare o il piagnucolare fino a comportamenti ansiosi o di paura da parte del cane stesso, corrispondenti poi a livelli di depressione e ansia da parte dei genitori.
Gli esperti parlano anche di vero e proprio "esaurimento" da parte delle persone, riportando la testimonianza di un intervistato che così ha descritto la sua situazione: «Mi sento a disagio con il mio cane, ma so che sono solo i miei sentimenti, quindi devo essere molto paziente con lui, poiché non fa nulla di male la maggior parte delle volte. Devo controllarmi costantemente e avere il controllo delle mie emozioni».
Altri sono arrivati a dichiarare che questa sensazione di colpevolezza era così intensa che non desideravano più avere un cane. Un altro genitore ha spiegato: «Dopo aver avuto figli, sono un ferreo sostenitore al 100% che nessuno dovrebbe assolutamente prendere un cane prima di averne avuti. Vedo giovani che prendono i loro cani a 20 anni e il solo pensiero mi stressa… una parte di me desidera disperatamente dare loro il vero e inevitabile risultato: "il tuo cane diventerà un peso"».
In totale, più della metà dei partecipanti ha riferito di provare il senso di colpa. In particolare, i più colpiti sono stati i partecipanti più giovani rispetto ai quarantenni che hanno mostrato maggiore forza emotiva nella gestione della nuova situazione «forse a causa di più esperienze di vita e aspettative realistiche su potenziali benefici e sfide», concludono i ricercatori.
I consigli per preparare il cane di casa all'arrivo di un bimbo
Molto interessante è la parte dello studio in cui sono stati raccolti i consigli che sono emersi dalle interviste e che possono essere d'aiuto a chi sta aspettando l'arrivo di un bambino e vive con un cane in casa. Ecco l'elenco che è emerso dalla ricerca statunitense:
- Riconoscere che, nella maggior parte dei casi, le famiglie con un cane e un bambino avranno bisogno di un piano di transizione.
- Predisponi uno spazio libero per il tuo cane.
- Rivolgiti a un esperto in comportamento canino che conosca la psicologia canina e i segnali del linguaggio del corpo.
- Esponi il cane al bambino in anticipo, in modo che sappia cosa aspettarsi.
- Riproduci l'audio del pianto dei bambini per abituare i loro cani al suono.
- Pianifica attività divertenti per i cani da portare a spasso.
- Abitua il cane all'uso del kennel.
- Trova uno spazio recintato dove il tuo cane possa fare esercizio se non hai tempo di portarlo a spasso.
- Crea momenti di incontro strutturati tra il tuo cane e il bambino, ad esempio portandogli i vestitini del bambino dall'ospedale, in modo che possa abituarsi.
- Non lasciare subito il cane da solo con il bambino.