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24 Marzo 2025
10:43

Quando accoppiarsi è davvero rischioso: i maschi dei polpi dagli anelli avvelenano le femmine per non farsi mangiare

Il polpo dagli anelli blu maschio avvelena la femmina per paralizzarla e evitare di essere mangiato durante l’accoppiamento. Questa strategia evolutiva così particolare gli consente di riprodursi in tutta sicurezza.

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I maschi di polpo dagli anelli blu, uno degli animali più velenosi al mondo, hanno trovato una soluzione ingegnosa per praticare il sesso sicuro: avvelenare e paralizzare le femmine

Per alcuni animali l'accoppiamento può essere un'esperienza parecchio rischiosa, soprattutto in quelle specie con spiccato dimorfismo sessuale e in cui le femmine, molto più grandi dei maschi, non disdegnano praticare il cannibalismo sessuale. Le mantidi religiose e le vedove nere sono i casi più noti, ma anche per molti polpi accoppiarsi può significare lasciarci le penne. Tuttavia, i maschi di polpo dagli anelli blu, uno degli animali più velenosi al mondo, hanno trovato una soluzione ingegnosa per praticare il sesso sicuro. Per evitare di diventare il pasto della propria partner, il maschio inietta del veleno nella femmina per paralizzarla temporaneamente e garantirsi così il tempo necessario per l'accoppiamento.

L'amore velenoso dei polpi dagli anelli

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Maschio e femmina di Hapalochlaena fasciata a confronto. Immagine da Chung et al., 2025

I polpi dagli anelli blu, diverse specie appartenenti al genere Hapalochlaena, sono piuttosto famosi per la loro neurotossina micidiale, la tetrodotossina, una sostanza tossica presente anche nei pesci palla e che è così potente da poter bloccare il sistema nervoso di un essere umano in pochi minuti. Questa tossina viene prodotta da alcuni batteri simbionti presenti nelle ghiandole salivari del polpo e viene normalmente utilizzata per difendersi dai predatori e per immobilizzare le prede.

Nel caso del polpo dagli anelli Hapalochlaena fasciata, diffuso lungo le coste dell'Australia orientale, il veleno ha però anche un altro utilizzo: serve a sopravvivere all'accoppiamento. Le femmine di questa specie, infatti, possono raggiungere il doppio delle dimensioni dei maschi e, come accade in molte specie di cefalopodi, non disdegnano un pasto proteico a base di piccoli maschi. Ecco quindi la soluzione creativa: il maschio, prima di accoppiarsi, morde la femmina vicino all'aorta, causandole una paralisi temporanea per accoppiarsi in sicurezza.

Un morso preciso per accoppiarsi in sicurezza

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I maschi mordono la femmina in punto molto preciso per paralizzarla temporaneamente

Uno studio recentemente pubblicato su Current Biology ha analizzato questo straordinario comportamento, osservando sei coppie di polpi in un ambiente controllato. I ricercatori hanno così notato che, appena il maschio afferrava la femmina per accoppiarsi, questa iniziava a respirare sempre più lentamente fino a fermarsi del tutto per alcuni minuti. Durante questo stato, le femmine diventavano pallide e perdevano ogni reazione agli stimoli luminosi, segni tipici di un'intossicazione da tetrodotossina.

Dopo circa un'ora, quando la femmina riprendeva il controllo del proprio corpo, il maschio terminava l'accoppiamento e si allontanava sano e salvo. Analizzando i corpi delle femmine, i ricercatori hanno poi trovato piccole ferite e rigonfiamenti vicino alla testa, proprio nei punti in cui il maschio aveva inflitto il suo morso velenoso. In un caso, un maschio ha sbagliato mira, colpendo troppo a sinistra e mancando l'aorta. La femmina si è risvegliata molto prima delle altre, dimostrando così che questa strategia dipende proprio dalla precisione del morso.

La difficile vita amorosa dei cefalopodi maschi

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Im aschi di molte specie di polpi hanno dovuto evolvere diverse strategie per non farsi mangiare dalle femmine durante l’accoppiamento

Molti molluschi cefalopodi sono stati costretti a sviluppare strategie per evitare il cannibalismo durante l'accoppiamento. Alcune specie possiedono per esempio braccia e tentacoli più lunghi per mantenere una distanza di sicurezza dalle femmine, altre addirittura staccano deliberatamente il proprio organo riproduttivo e lo lasciano nel corpo della partner per fuggire via in tutta sicurezza. I polpi dagli anelli blu, invece, hanno puntato tutto sul veleno.

I ricercatori hanno scoperto che le ghiandole salivari dei maschi sono infatti tre volte più grandi di quelle delle femmine, segno che l'utilizzo de veleno non è solo un mezzo di difesa o caccia, ma anche un adattamento evolutivo specifico per la riproduzione. Questa e le altre strategie potrebbero quindi essere il risultato di un vero e proprio braccio di ferro evolutivo tra i sessi: le femmine, più grandi e aggressive, hanno favorito la selezione e l'evoluzione di maschi "più forti" in grado di difendersi dall'essere divorati durante la copula.

Un aspetto ancora da capire è perché le femmine non muoiano in seguito dell'avvelenamento. Gli autori ipotizzano che abbiano sviluppato una certa resistenza alla tossina, riuscendo così a riprendersi senza troppe conseguenze dopo l'accoppiamento. Questa scoperta apre perciò nuovi interessanti interrogativi sul ruolo della tetrodotossina anche in altri animali. Oltre che nei polpi, infatti, questa tossina è presente anche in pesci, molluschi e anfibi, e potrebbe avere funzioni diverse e ancora poco chiare anche in questi animali.

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