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18 Marzo 2025
20:00

Quali sono le specie di rettili più diffuse nelle case degli italiani e perché è sbagliato tenerle

Lucertole, tartarughe, serpenti e altri rettili sono sempre più diffusi come animali da compagnia. Il fascino dell'esotico e la presunta facilità nell'allevamento li hanno resi molto popolari non solo tra gli appassionati e gli esperti. Tuttavia, forse è arrivato il momento di fermarsi e chiedersi se sia davvero giusto oggi incentivare la diffusione di questi e altri selvatici esotici come animali da compagnia.

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Serpenti, gechi e tanti altri rettili sono sempre più diffusi come animali da compagnia, ma è giusto continuare a incentivare questo fenomeno?

Nelle nostre case, accanto a cani e gatti, si trovano sempre più spesso anche animali "domestici" un po' meno convenzionali: serpenti, gechi, iguane e testuggini sono solo alcune delle numerose specie di rettili che vengono scelte come nuovi animali da compagnia. Il fascino dell'esotico, la presunta facilità nell'allevamento e la curiosità di avere un animale "insolito" e diverso dagli altri spingono ancora molte persone ad acquistarli, spesso senza una reale consapevolezza di ciò che significa allevare animali di questo tipo.

Eppure, i rettili non sono animali domestici nel senso biologico del termine, anche se nati in cattività e tenuti in casa. Questi animali non sono stati infatti selezionati per vivere a stretto contatto con gli esseri umani come cani, gatti e altri e hanno quindi esigenze eco-etologiche molto specifiche e difficili da replicare in cattività. Troppo spesso vengono poi acquistati con estrema superficialità e finiscono quindi per vivere in condizioni pessime, soffrendo a causa di spazi ridotti, parametri ambientali sballati o alimentazione errata.

Il problema non è poi solo il benessere dei singoli animali, ma anche le conseguenze ecologiche e ambientali del commercio di esotici. Il fenomeno degli abbandoni ha infatti già causato danni enormi: è il caso delle famigerate Trachemys, la testuggini americane che, dopo essere state liberate e abbandonate in natura, hanno invaso fiumi e laghi di mezzo mondo mettendo in difficoltà le specie autoctone. Inoltre, la crescente domanda continua ad alimentare il commercio illegale e le catture in natura, con effetti diretti sulle popolazioni selvatiche.

Di fronte a tutti questi problemi è quindi necessario fermarsi e chiedersi se sia davvero giusto incentivare la diffusione di rettili ed altri esotici come animali da compagnia.

Quali sono i rettili più diffusi nelle case degli italiani

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Il geco leopardino è tra i rettili più diffusi in cattività

Negli ultimi decenni, il mercato dei rettili da compagnia è cresciuto enormemente. Sono infatti tantissime le specie che vengono ormai allevate e commercializzate non solo tra appassionati e allevatori specializzati, ma anche tra semplici curiosi. Tra le specie più comuni e diffuse ci sono tartarughe e testuggini, serpenti, gechi, lucertole, camaleonti, iguane e moplte altre. All'estero, poi, c'è anche chi alleva varani, alligatori e specie velenose o pericolose. Ma vediamo quali sono invece i rettili più comuni in Italia.

  • Il geco leopardino (Eublepharis macularius). Tra i rettili più diffusi nelle case italiane c'è sicuramente il geco leopardino, molto apprezzato soprattutto per la sua livrea colorata. Come altri rettili, viene tenuto in terrari con temperatura e altri parametri ambientali controllati. È un animale notturno e si nutre di insetti vivi.
  • Il drago barbuto (Pogona vitticeps). Questa lucertola originaria dell'Australia è forse la specie di sauro più allevata in cattività, anche per la sua capacità di adattarsi all'interazione con gli esseri umani. Ha bisogno di un terrario spazioso, illuminazione UVB e una dieta molto diversificata a base sia di insetti che vegetali.
  • L'iguana verde (Iguana iguana). Spesso scelta per il suo aspetto imponente e "preistorico", le iguane sono in realtà animali molto esigenti. Possono diventare inoltre molto grandi (oltre il metro). Tante iguane vengono abbandonate proprio perché le persone non riescono a gestirle e sono già diventate invasive in numerosi paesi in giro per il mondo.
  • I serpenti. Sono tantissime le specie di serpenti allevate in casa, come il pitone reale, il serpente del grano e i boa. Ognuna ha esigenze specifiche e necessita di terrari con temperature e umidità controllate, nascondigli e alimentazione spesso a base di roditori vivi. Molte persone, però, non si rendono conto che un serpente può vivere anche oltre 20 anni.
  • Testuggini d'acqua dolce. Anche per quanto riguarda le testuggini acquatiche sono tante le specie tenute in cattività. Questi rettili vengono spesso venduti quando sono piccolissimi, senza informare le persone che crescendo diventano enormi. Hanno bisogno di ampi acquaterrari, acqua pulita e una dieta specifiche. Molte (non solo le Trachemys) finiscono abbandonate nei laghi e nei fiumi, dove danneggiano gli ecosistemi e la biodiversità autoctona.
  • Tartarughe di terra. Tra le tartarughe di terra, invece, troviamo sia specie autoctone (come Testudo hermanni) che numerose specie esotiche. Anche questi rettili, tuttavia, necessitano di grandi spazi all'aperto per vivere bene o di terrari con parametri ambientali molto specifici. Sono estremamente longeve (possono superare i 50 anni) e ancora oggi molte provengono da catture illegali in natura.

Ognuno di questi e tanti altri animali, come lucertole, camaleonti e altri rettili, ha esigenze molto specifiche e spesso un'aspettativa di vita molto lunga. Uno dei problemi principali, infatti, è che molti di questi animali vengono acquistati d'impulso e con estrema leggerezza (fino a non molto tempo fa, si vendevano per pochi euro tartarughine anche in strada e alle feste di paese). Quando poi ci si rende conto che si tratta di animali esigenti, longevi e che crescono tanto, finiscono poi per soffrire o essere abbandonati.

Perché è sbagliato tenere rettili in casa

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Le testuggini americane vendute come animali da compagnia sono state abbandonate in natura e hanno invaso fiumi e laghi di tutto il mondo, diventando una delle specie invasive più dannose del pianeta

L'allevamento di rettili come animali da compagnia solleva quindi diverse problematiche e riflessioni, che vanno dal benessere degli animali alle implicazioni etiche ed ecologiche fino al commercio illegale. Molti, innanzitutto, comprano un rettile senza informarsi adeguatamente. Nei negozi vengono spesso presentati come animali "facili" da gestire e con poche esigenze, ma la realtà è molto più complessa di così. Questi animali necessitano spesso di parametri ambientali molto precisi, un'alimentazione specifica e cure costanti.

Spesso vengono inoltre tenuti in teche troppo piccole, senza illuminazione o temperatura adeguate, compromettendo la loro salute e il loro benessere. In molti, almeno una volta, forse avranno visto le vaschette con la palma di plastica al centro che venivano vendute per allevare le testuggini acquatiche. Quando poi le persone si rendono conto che il loro rettile è troppo impegnativo, grande o costoso da mantenere, decidono di liberarlo in natura, credendo di fare inoltre un bel gesto.

Questo ha portato già alla diffusione di diverse specie invasive che minacciano la biodiversità locale. È il caso di Trachemys scripta, una delle specie animali più invasive del pianeta, che sta soppiantato le specie autoctone, come la nostrana testuggine palustre europea (Emys orbicularis) e impattando su molte altre specie. Crescendo diventano molto grandi e voraci e mangiano pesci, anfibi, crostacei, insetti e, quando diventano particolarmente grosse, persino anatroccoli e altri pulcini di uccelli acquatici.

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Anche se tanti appassionati si impegnano molto per garantire loro le migliori condizioni possibili, resta il fatto che un ambiente controllato non potrà mai sostituire la vita in natura

La crescente domanda di rettili, inoltre, continua a incentivare il commercio illegale e il prelievo in natura. Molti animali vengono purtroppo ancora sottratti ai loro habitat e trasportati illegalmente in condizioni terribili, con un altissimo tasso di mortalità. Anche quando si tratta di specie già comunemente allevate in cattività, il mercato e la ricerca di rarità, spinge per una continua importazione di nuove specie, morph e colorazioni, continuando a mettere a rischio le popolazioni selvatiche.

Non va dimenticato, inoltre, che i rettili non sono animali domestici. Non si sono coevoluti insieme noi per secoli o millenni ,come il cane o il gatto, e quasi tutti non hanno le caratteristiche biologiche e le competenze sociali ed etologiche per vivere a stretto contatto con gli esseri umani. Tenerli in casa significa quindi privarli della loro natura, costringendoli a vivere in spazi e condizioni artificiali lontanissimi da quelli naturali.

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Non si tratta di demonizzare o giudicare chi ha scelto di allevare un rettile con responsabilità e consapevolezza, ma di riconoscere che il commercio e la detenzione di animali selvatici esotici su larga scala ha troppe conseguenze negative

Anche se molti appassionati si impegnano tanto per garantire le migliori condizioni possibili ai loro rettili, resta il fatto che un ambiente controllato non potrà mai sostituire la vita in natura. La crescente sensibilità e consapevolezza verso il benessere animale e la tutela della biodiversità ci impone quindi di riflettere anche su questo e altre abitudini che per anni sono state considerate normali o accettabili. Se un tempo tenere un rettile in casa poteva sembrare una scelta esotica, affascinante e senza troppe conseguenze, oggi non è più così.

Non si tratta di demonizzare o giudicare chi ha scelto di allevare un rettile con responsabilità e consapevolezza, ma di riconoscere che il commercio e la detenzione di animali selvatici esotici su larga scala ha troppe conseguenze negative, nonostante le leggi e la regolamentazione stiano diventando sempre più stringenti. Educare le persone e scoraggiare l'acquisto impulsivo di questi animali è quindi il primo passo per garantire un futuro migliore sia per il benessere di questi animali che per i nostri già fragili ecosistemi.

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