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15 Aprile 2025
15:22

Quali sono le piante e i fiori primaverili tossici per i gatti: cosa fare in caso di intossicazione

In primavera molte piante e fiori decorativi possono essere tossici per i gatti, come giglio, azalea, calla e glicine. Se ingerite, causano sintomi anche gravi, fino alla morte. Per prevenire il contatto e l'ingestione è bene conoscerle, e sapere quali sono le parti più tossiche.

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Con l'arrivo della primavera giardini e balconi si riempiono di colori grazie alla fioritura di numerose piante tipiche della stagione. Proprio in questo periodo è quindi fondamentale prestare attenzione ad alcuni pericoli nascosti: diverse piante e fiori primaverili sono tossici per i gatti, anche se molte persone non ne sono a conoscenza.

Tra le piante che rappresentano un rischio ce ne sono alcune molto amate e diffuse come il giglio, l'azalea e la calla, tutte sono accomunate dall'essere estremamente pericolose per i mici. È quindi importante sapere quali evitare, quali sono pericolose solo in parte, e come intervenire rapidamente nel caso dovesse ingerirne accidentalmente una parte.

Le 8 piante e i fiori tossici per i gatti

Molte delle piante che fioriscono in primavera possono causare disturbi anche gravi nei gatti, anche in piccole quantità. Alcune provocano semplici irritazioni a livello orale o gastrointestinale, altre, invece, hanno effetti più gravi che arrivano a coinvolgere anche organi vitali come i reni oppure il sistema nervoso.

In alcuni casi, se non si interviene tempestivamente, le conseguenze possono essere mortali. Vediamo alcune delle piante più comuni in primavera che dovrebbero essere tenute lontane dai nostri amici felini.

Giglio

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Il giglio è la pianta più pericolosa per i gatti: è estremamente tossica in ogni sua parte

Il giglio, che comprende tutti i fiori del genere Lilium, è forse una delle piante più pericolose per i gatti. Non solo i fiori, ma anche foglie, steli e persino l'acqua contenuta nel vaso possono risultare tossici. L'ingestione di piccole quantità può causare gravi danni ai reni, fino all'insufficienza renale acuta. I sintomi iniziano con vomito, letargia e perdita di appetito, e possono peggiorare rapidamente nel giro di 24-72 ore.

Primula

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Le primule sono molto diffuse in città e anche nei giardini pubblici

Nonostante sia spesso utilizzata per abbellire vasi e bordure, la primula (Primula) può provocare reazioni irritanti nei gatti. Le foglie e i fiori contengono sostanze che causano dermatiti a contatto e, se ingerite, possono generare nausea, vomito e diarrea. Il disturbo non è tra i più gravi, e gli individui più robusti se la possono evitare con pochi effetti negativi, ma è comunque importante evitare il contatto, soprattutto in presenza di soggetti debilitati o anziani.

Azalea

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L’azalea ha effetti negativi sui muscoli e sul sistema cardiovascolare dei gatti

L'azalea (Rhododendron) è una pianta ornamentale molto apprezzata per i suoi colori accesi, ma altamente tossica per i felini. Contiene grayanotossine, composti che influenzano negativamente la funzione muscolare e cardiaca. I sintomi più comuni comprendono debolezza, eccessiva salivazione, difficoltà nel camminare e, nei casi peggiori, convulsioni o coma.

Calla

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La calla può causare gravi irritazioni alla bocca del gatto, ma raramente ha effetti mortali

La calla (Zantedeschia) contiene cristalli di ossalato di calcio insolubile che possono causare forti irritazioni alla bocca, alla lingua e alla gola del gatto. Dopo averne ingerito anche una piccola parte, l'animale può iniziare a produrre saliva in eccesso, mostrare difficoltà a deglutire, vomito e perdita dell'appetito. La sensazione di bruciore è intensa, ma raramente porta a conseguenze mortali se trattata rapidamente.

Ficus

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La bella stagione può indurre molte persone a prendere piante che non sono strettamente primaverili, ma che possono dare un tocco in più alla casa, tra queste ci sono tutte quelle del genere Ficus. I più comuni per appartamento sono il fico beniamino (Ficus benjamina), il fico del caucciù (Ficus elastica) e il fico a foglia di violino (Ficus lyrata), tutte tossiche a causa della linfa bianca che secerne quando una qualsiasi parte della pianta viene spezzata.

Questa sostanza contiene composti irritanti chiamati furanocumarine ed enzimi proteolitici, che la rendono pericolosa sia per contatto sia per ingestione, e può provocare reazioni anche molto gravi tra cui vomito e diarrea, irritazione delle mucose, eccessiva salivazione.

Anemone

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L’ingestione dei fiori dell’anemone può causare nel gatto problemi digestivi

L'anemone (Anemone) è una pianta erbacea molto amata per i suoi colori vivaci. Tuttavia, contiene sostanze irritanti per il tratto gastrointestinale dei gatti. I sintomi possono includere nausea, vomito, diarrea e debolezza. In alcuni casi, possono anche comparire tremori e alterazioni del battito cardiaco.

Gelsomino

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Il Gelsemium sempervirens è una varietà di gelsomino molto pericolosa per i gatti

Non tutte le varietà di gelsomino sono tossiche, ma alcune, come il gelsomino giallo (Gelsemium sempervirens), possono provocare effetti gravi. Ingerirne le parti verdi o i fiori può compromettere il sistema nervoso del gatto, causando perdita di coordinazione, tremori, convulsioni e persino paralisi.

Glicine

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Il glicine è una delle piante rampicanti più grazie al profumo caratteristico. Tuttavia, è tossico per i gatti, in particolare per la presenza di lectine e wisterina. I sintomi più comuni in caso di ingestione sono vomito, diarrea e dolori addominali, ma se ingerito in grandi quantità può avere effetti più seri.

Cosa fare se il gatto ingerisce una pianta tossica: sintomi e a chi rivolgersi

Nel caso in cui si sospetti che il gatto abbia ingerito una pianta potenzialmente tossica è fondamentale agire rapidamente. I segnali di intossicazione variano a seconda del tipo di pianta, della quantità ingerita e della sensibilità individuale del gatto. I sintomi più comuni includono:

  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Eccessiva salivazione;
  • Apatia;
  • Tremori;
  • Difficoltà respiratoria;
  • Irritazione alla bocca e agli occhi;
  • Alterazioni del battito cardiaco;
  • Innalzamento della temperatura corporea.

La prima cosa da fare in questi casi è allontanare il gatto dalla fonte di intossicazione e, se possibile, conservare una parte della pianta o fare una foto per mostrarla al veterinario. Non bisogna mai tentare di far vomitare l'animale da soli o somministrare rimedi casalinghi, perché potrebbero peggiorare la situazione. È invece necessario contattare immediatamente il proprio veterinario di fiducia o recarsi alla clinica più vicina. In caso non fosse possibile è bene contattare un centro antiveleni veterinario che possa fornire indicazioni tempestive su come comportarsi.

Solitamente il veterinario somministra farmaci per contrastare l'assorbimento delle sostanze tossiche, come carbone attivo, oppure può procedere con una lavanda gastrica. Se l'intossicazione ha già avuto effetti sistemici, potrebbe essere necessario un ricovero per monitorare le funzioni vitali e fornire un supporto intensivo.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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