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25 Novembre 2024
9:00

Quali sono le differenze tra gufo e civetta: aspetto, habitat, dimensioni

Entrambi sono rapaci notturni e forse proprio per questo non sempre si è in grado di distinguerli. Eppure sono animali molto diversi tra loro: hanno caratteristiche fisiche che li distinguono e vivono in zone diverse.

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A cura di Aurelio Sanguinetti
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Gufo e civetta sono due nomi con cui ci riferisce e diverse specie di strigiformi – ovvero i rapaci notturni – che vivono all'interno dei nostri boschi e dei nostri parchi urbani. E per quanto spesso vengano confusi dalla popolazione per il semplice fatto che siano appunto notturni e in parte simili, sono in realtà animali molto diversi. Considerando che questi nomi però rappresentano diverse specie, ne utilizzeremo due tra le più comuni e rappresentative: il gufo comune e la civetta comune.

Il gufo comune (Asio otus) tra i due è la specie più grande e che è possibile vedere più spesso anche nelle nostre città: si è perfettamente adattato a vivere anche all'interno dell'ambiente urbano trovando rifugio nelle aree verdi. Secondo la tradizione norrena – e ricordando sempre che si tratta di leggende di tempi passati – i gufi erano il simbolo della stregoneria, in contrasto con i corvi che erano invece simbolo della magia "positiva" di origine divina e in particolare di Odino.

La civetta comune (Athene noctua), invece, è un rapace di piccole dimensioni, nota in tutto il Mediterraneo per essere stata per oltre 1.000 anni (durante il periodo greco-romano) il simbolo stesso della dea Atena/Minerva o del concetto filosofico della Sapienza. Molto abile come predatore nonostante le sue ridotte dimensioni, la civetta è stata infatti impressa sulle monete, sulle bandiere, sulle navi militari e sulle vele per generazioni diventando un animale carico di simbolismo.

Per quanto appartengono allo stesso ordine e alla stessa famiglia di uccelli, e vengono spesso oggi scambiati fra di loro, civetta e gufo presentano però molte differenze che analizzeremo ora in maniera più approfondita.

L'aspetto diverso e le diverse dimensioni

civetta
Una civetta

Il gufo ha una lunghezza di circa 40 cm ma dispone di un'apertura alare di 90-100 cm. La sua caratteristica principale è che presenta dei tipici ciuffi molto lunghi sulla testa che vengono confusi con padiglioni auricolari mobili. Il suo volto inoltre presenta una maschera facciale ben distinta rispetto alle altre piume che ne coprono il capo e spesso le sue iridi sono rosse o gialle, a secondo della popolazione.

Le piume, inoltre, che coprono le sue ali o il suo petto sono gialle-marroncine più che grigio-brune: una caratteristica che lo distingue da molti suoi parenti strigiformi.

La civetta invece non presenta nessun ciuffo di piume sulla testa ed è lunga circa 21-23 cm, con un'apertura alare che non supera i 53-59 cm. In rapporto quindi agli altri rapaci notturni che abitano i boschi italiani è una specie di piccole dimensioni seppur non è la più piccola in assoluto. Questo record infatti spetta all'assiolo (Otus scops), un piccolo gufo migratore comune anche in città.

Il corpo della civetta è inoltre più arrotondato e compatto rispetto a quello del gufo e dispone di un piumaggio più chiaro all'altezza dei fianchi e del petto. La sua maschera facciale è molto più piccola e meno definita rispetto a quella dei gufi che la caratterizza rispetto alla caccia. I suoi occhi sono quasi sempre di un tenue colore giallo paglierino.

Le differenze di habitat

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Sia il gufo comune che la civetta si sono adatte da tempo a convivere con le comunità umane ed in effetti è possibile trovarli all'interno dei quartieri che presentano alberi o in vicinanza di giardini, parchi e di periferie che si trovano vicino a edifici abbandonati. In natura invece le civette si trovano principalmente nell'area mediterranea, occupando i boschi dell'Europa meridionale, dell'Africa Settentrionale e del Medio Oriente. Non sono però molto capaci di resistere al grande freddo ed è per questo che non si trovano nel territorio delle Alpi e dei Pirenei. Inoltre, non si trovano neppure alle quote in cui durante l'inverno fa molto freddo.

Il gufo comune invece abita un areale più vasto e variegato. Per esempio, si spinge anche all'interno delle steppe asiatiche, è presente anche in estremo oriente e in America Settentrionale, risultando comune in Canada e negli Stati Uniti. Alcune sue popolazioni possono persino migrare durante l'inverno in direzione dell'aree semi desertiche del Messico, dell'Egitto e dell'India, compiendo la migrazione di ritorno verso le loro latitudini abituali durante la primavera.

A differenza delle civette, inoltre, prediligono di più le aree boscate molto dense di alberi e per quanto possano spingersi anche nelle zone rurali e di certi paesi, disprezzano profondamente le aree fortemente coltivate o che presentano una vegetazione bassa. L'eterogeneità di un territorio è infatti un fattore ambientale che permette a questi animali di trovare maggiori chance di sopravvivere.

Le differenze di alimentazione

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La civetta si ciba prevalentemente d'insetti, seppur non dobbiamo immaginarla mentre va a caccia di moscerini. Si nutre infatti di grosse falene, farfalle e di altri insetti di medie e grandi dimensioni, che riesce a catturare tramite il suo udito sopraffino nel cuore della notte. L'organo principalmente votato ad intercettare le prede è la sua maschera facciale, che come tutti gli strigiformi assume questa forma proprio per consentirgli di individuare la preda nel buio più assoluto e convogliare i suoni verso le orecchie.

Può anche spingersi a nutrirsi di rettili, pipistrelli, coleotteri e di piccoli mammiferi, di cui rigurgita i resti all'interno delle borre, ovvero piccole palle di materiale non digerito che contengono le parti non assimilabili dalle prede, come le ossa.

I gufi comuni invece sono dei grandi mangiatori di roditori e altri piccoli mammiferi. La loro dieta infatti si basa quasi esclusivamente sui topi, sui toporagni, le talpe e gli scoiattoli. Talvolta, però, possono anche andare a caccia di pipistrelli, di piccoli uccelli e di insetti, per integrare la loro dieta quando ci sono delle difficoltà di approvvigionamento.

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