Gli incendi boschivi, purtroppo sempre più frequenti e intensi in diverse parti del mondo, rappresentano un fenomeno devastante non solo per noi esseri umani, ma anche per gli animali domestici e per la fauna selvatica. Lo stiamo vedendo in questi giorni con le terribili immagini che arrivano da Los Angeles, in California, dove gli incendi hanno causato la morte di almeno 24 persone e stanno continuando a distruggere case, infrastrutture, ma anche a impattare sia su animali domestici che selvatici. Se però è complesso e molto difficile calcolare il numero esatto di animali uccisi durante un incendio, l'impatto in generale sulla fauna è ben noto e documentato.
I danni per gli animali possono essere sia diretti, come la mortalità causata dalle fiamme e la rapida perdita di habitat, sia indiretti, come la scomparsa di risorse alimentari, rifugi e siti riproduttivi e i cambiamenti nella vegetazione una volta terminato un incendio. Inoltre, non tutti gli animali subiscono lo stesso tipo di conseguenze: alcune specie riescono più facilmente a fuggire o persino a trarre vantaggio dalla trasformazione degli ecosistemi nel breve periodo, mentre altre – in particolare quelle più specializzate – subiscono le conseguenze peggiori. Infine, anche le dimensioni, il comportamento e le capacità di movimento possono influenzare gli effetti di un incendio.
Come si comportano gli animali selvatici durante un incendio
Quando divampa un incendio, il comportamento degli animali varia notevolmente a seconda del contesto ambientale, delle specie e delle loro caratteristiche ecologiche. Molti mammiferi di medie e grandi dimensioni, come cervi, volpi e orsi, tendono a fuggire verso aree sicure, sfruttando la velocità e la mobilità per scampare alle fiamme. I piccoli mammiferi, invece, come conigli e scoiattoli, spesso cercano rifugio in tane sotterranee, tra le rocce o tra le radici degli alberi. Tuttavia, queste strategie non sempre si rivelano efficaci, soprattutto in incendi di grande intensità come quelli che in questi giorni stanno colpendo la California.
Gli uccelli, grazie alla loro capacità di volare, riescono generalmente a sfuggire più rapidamente di altri. Ma nonostante ciò, molto dipende anche dal periodo. Durante la delicata fase della nidificazione, pulcini, pulli e uova ancora nei nidi, chiaramente non hanno speranze e un singolo incendio può quindi impattare notevolmente su un'intera stagione riproduttiva. Dopo un incendio, molte specie si spostano poi verso territori più sicuri e adatti, tuttavia la perdita e l'alterazione degli habitat può complicare la sopravvivenza e la ricerca di nuovi ambienti idonei in cui stabilirsi, soprattutto per le specie più stanziali e non in grado di muoversi su ampie porzioni di territorio.
Anfibi e rettili, invece, sono legati alle zone umide e ad habitat molto specifici. Se in generale tra i vertebrati terrestri sono probabilmente quelli che hanno minori capacità di movimento e possibilità di fuga, possono però rifugiarsi in corsi d'acqua, sotto rocce o scavando tane in profondità nel sottosuolo. Tuttavia, le alte temperature, e le fiamme più intense possono ugualmente impattare su questi animali, esponendoli a un rischio maggiore di disidratazione. Gli insetti e gli altri piccoli invertebrati, infine, sono tra gli animali più colpiti. La maggior parte delle specie non riesce a sfuggire alle fiamme, anche se alcuni insetti si sono evoluti per sfruttare le aree bruciate come siti di riproduzione, depositando uova nel legno morto.
Perché gli animali hanno paura del fuoco?
La capacità di sopravvivere e adattarsi alle conseguenze degli incendi varia quindi enormemente: alcune specie beneficiano persino della trasformazione dell'ambiente, mentre altre subiscono perdite talvolta irreparabili. Gli incendi boschivi sono un fenomeno naturale che esiste da milioni di anni. Nel corso del tempo e dell'evoluzione, molte specie hanno sviluppato meccanismi per riconoscere il pericolo e reagire tempestivamente. Il fumo, per esempio, è un segnale di allarme universale: numerosi animali lo associano a un rischio imminente e si allontanano dalle aree interessate.
Uno studio australiano pubblicato qualche anno fa, per esempio, ha provato a indagare l'effettivo tasso di sopravvivenza degli animali in risposta agli incendi boschivi di media ed elevata entità, suggerendo che la stragrande maggioranza degli animali (oltre il 90%) sopravvive effettivamente al passaggio immediato di un tipico incendio di media entità, ma evidenziando che tuttavia vi sia ancora scarsa conoscenza dei reali effetti riguardo gli eventi catastrofici come quelli stiamo vedendo in questi giorni in California. Secondo invece un report sugli incendi e la fauna selvatica in Arizona, i cambiamenti strutturali indotti dalle fiamme negli ecosistemi possono avvantaggiare alcune specie o avere un impatto negativo a lungo termine su altre.
Gli animali e gli ecosistemi, quindi, "sanno" che esistono gli incendi e hanno meccanismi evolutivi ed ecologici per riprendersi da un incendio. Tuttavia, le dinamiche naturali son ostate profondamente alterate dalle attività umane e dai cambiamenti climatici. Secondo un rapporto del National Interagency Fire Center degli Stati Uniti, il numero e l'intensità degli incendi sono aumentati drasticamente negli ultimi decenni, con stagioni degli incendi che si prolungano di anno in anno. Questo significa che molti animali non hanno più il tempo necessario per recuperare tra un evento e l'altro, e le loro strategie evolutive risultano spesso inefficaci.
Le conseguenze sulla fauna selvatica dell'incendio a Los Angeles
Gli incendi che stanno colpendo l'area di Los Angeles stanno già avendo conseguenze devastanti per la fauna locale. Gli animali più grandi, come cervi, che riescono a scappare spesso lo fanno in condizioni di estremo stress e disorientamento, aumentando il rischio di incidenti e rischiando di essere investiti durante la fuga, soprattutto quando attraversano strade e autostrade. Rischio che aumenta anche nel medio lungo termine. Uno studio condotto dall'UCLA e dal National Parks Service ha scoperto che un incendio che colpì nel 2018 le montagne di Santa Monica ha spinto i puma a correre rischi maggiori, spesso mortali, per cercare di sopravvivere.
La perdita e l'alterazione degli habitat è un altro problema cruciale. In un'area come quella di Los Angeles, dove gli ecosistemi sono già frammentati dall'urbanizzazione, gli incendi contribuiscono ulteriormente alla riduzione delle risorse, del cibo, dei siti idonei alla nidificazione e dei corridoi che collegano tra loro la aree naturali rimaste isolate. Questo colpisce in particolare gli animali più specializzati, ovvero quelli che dipendono da habitat molto specifici, che hanno una dieta estremamente ristretta o che hanno bisogno di precise esigenze per potersi riprodurre, come cavità negli alberi o particolari piante.
Le conseguenze a lungo termine possono includere anche cambiamenti nella composizione delle comunità animali: specie generaliste, come coyote e corvi, possono prosperare in ambienti degradati, mentre altre scompaiono del tutto in seguito all'alterazione della flora. Gli incendi boschivi, lo abbiamo già visto in Australi, rappresentano una sfida crescente e cruciale per la fauna selvatica, soprattutto in contesti urbanizzati come quello di Los Angeles. Proteggere la biodiversità significa non solo intervenire per limitare i danni, ma anche adottare politiche di prevenzione che riducano il rischio di incendi e azioni conservazione e ripristino degli habitat naturali.