Giardini e spazi verdi dove regna un silenzio contemplativo in cui il suono degli uccellini accompagna le giornate del Papa e di coloro che vivono nel Palazzo Apostolico, la residenza ufficiale del Pontefice a Città del Vaticano. In un luogo così, effettivamente, gli unici animali che possono convivere con gli esseri umani sono giocoforza degli animali alati che arrivano dal cielo e non vi è nulla di ‘profetico' in questo ma l'impossibilità da parte di cani o gatti, ad esempio, di poter vivere lì visto che nel palazzo papale non è consentito l'accesso agli animali. Come non lo è, del resto, in tutte le case di proprietà del Vaticano, secondo un regolamento che risale al 1976, emanato dall'Amministrazione dei beni della Santa Sede che contiene questa norma.
Da quando è in corso, ma nemmeno prima, ciò che è certo è che non vi sono state eccezioni da parte di nessun Pontefice. Il dato di fatto, infatti, è che tra i cardinali che fino ad oggi sono saliti sul ‘trono di Pietro' non ce ne è uno che abbia voluto cambiare questa regola, nemmeno tra quelli che notoriamente erano più portati all'amore nei confronti degli altri esseri viventi. Sebbene, è corretto dirlo, basterebbe un semplice atto amministrativo interno per farlo e non il diretto intervento del Santo Padre al riguardo.
Andando indietro in anni recenti comunque, e soprassedendo al dato di fatto che l'attuale Papa ha più volte esplicitato di non essere così favorevole all'adozione di animali domestici, l'ultimo in ordine di tempo che ha invece espressamente manifestato la sua passione per i gatti è stato Benedetto XVI. Eppure anche Joseph Ratzinger, quando arrivò per la prima volta in Vaticano come prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, dovette rinunciare a portare con sé il suo micio, Chico. E durante il suo Papato non ha cambiato le regole, sebbene abbia continuato ad amare i gatti e a circondarsene poi dopo aver dato le dimissioni quando si è traferito nella residenza di Santa Marta.
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Scorrendo l'album dei pochi animali che si sono visti accanto a dei pontefici, c'è un'immagine che è molto rappresentativa proprio dell'assenza dei domestici nel palazzo papale. E' una foto di Pio XII, scattata durante il suo papato che si è svolto dal 1939 al 1958, mentre ha in mano un fringuello cui diede il nome di Gretel. L'uccellino fu ritrovato con un'ala ferita nei giardini e il Papa stesso, si racconta, lo curò e volle tenerlo con sé. Si narra anche che non fu l'unico e che Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli li lasciasse liberi di volare nelle stanze papali.
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In questo breve excursus, perché appunto di casi specifici praticamente non ce ne sono, si può anche ricordare un animale che nulla ha a che vedere con i domestici, ovvero l'elefante Annone che fu addirittura cavalcato da papa Leone X nel 1513 e i cui resti furono ritrovati nel 1962 nel Cortile del Belvedere.
Il punto, dunque, sul perché non c'è mai stato un cane o un gatto in Vaticano accanto a un Papa è semplicemente perché non si possono detenere animali in Vaticano e anche se vi sono stati diversi appelli da parte di alcune associazioni animaliste, come quello fatto dalla presidente dell'Enpa Carla Rocchi nel 2021 in una lettera inviata direttamente a Francesco, nulla ancora è cambiato.