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Tutto è cominciato sette anni fa con Pingu, il mio primo gatto. Era un tigrato grigio che se non fosse stato adottato in tempi brevi sarebbe stato abbandonato in una campagna. Io avevo 32 anni e non avevo mai vissuto con un gatto ma risposi subito all'annuncio e immediatamente instaurai il legame più bello della mia vita.
Da quel momento iniziai a notare i gatti randagi che popolano le nostre città. Ero sempre stato cosciente della loro presenza, ma non mi ero mai reso conto della loro sofferenza. Ho iniziato a scorgere il mio Pingu in ognuno di loro e ad aiutarli. Quello che è iniziato come un tentativo impossibile di ledere la loro sofferenza è proseguito grazie all'amore che ricevo. Prima mi sono limitato a dare cibo e acqua, e poi pian piano anche a offrirmi come volontario per curare le colonie feline: da lì mi si è aperto un mondo dal quale non mi sono più staccato.
Il contatto con loro è puro amore, e io mi sento in pace anche con me stesso, è una sensazione fantastica. Il brutto è che purtroppo ovviamente devi affrontare tanta sofferenza.
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Perché mi prendo cura delle colonie feline: la mia testimonianza
Le colonie feline sono gruppi di gatti che vivono in libertà in un unico posto. Con il tempo ho imparato che i gatti sono molto territoriali e abitudinari e anche se non amano particolarmente i loro simili può succedere che condividano gli stessi spazi per un lungo periodo di tempo. Solitamente le colonie feline sono censite dall'Asl competente e i gatti presenti registrati e sterilizzati, la loro cura è poi affidata a volontari come me, incaricati di dare loro da mangiare e fornire le prime cure.
Da quando sono venuto in contatto con queste realtà, sia in Sardegna dove sono nato che nel Lazio dove vivo oggi, non riesco a voltarmi dall'altra parte: quando vado da loro vedo l'amore nei loro occhi, e anche la sofferenza che hanno patito a causa delle persone che li detestano, e sono molte più di quante crediamo. Un odio che si riversa anche su noi volontari, come purtroppo ho sperimentato sulla mia pelle.
Le colonie feline registrate sono protette dalla legge, addirittura è stabilito che non vengano mai spostate, a meno che non sia messa a rischio l'incolumità stessa degli animali, ad esempio a seguito della costruzione di una strada a scorrimento veloce. Prima di arrivare al riconoscimento da parte dell'Asl però i gatti sono spessissimo oggetto di odio perché considerati sporchi oppure fastidiosi dalle persone.
"Quando ti prendi cura dei randagi devi fare i conti con l'odio delle persone"
Sulla mia pelle ho provato l'odio delle persone, che in qualche caso sono arrivate anche alle minacce sia sui social che dal vivo perché non volevano un gruppo di gatti vicino al loro condominio. Queste persone vedono nei volontari che si occupano dei randagi e delle colonie dei nemici, e la causa per cui ci sono degli animali nella loro strada. In realtà quello che facciamo è evitare tante morti inutili in un gruppo che starebbe lì in ogni caso.
In questi casi inizia una battaglia su più fronti: una contro le malattie e le scomparse dei gatti, e un'altra contro le persone. Stai lì a combattere, diventa una guerra contro tutti: i residenti, i Comuni che non vogliono adempiere ai propri obblighi nei confronti degli animali, le Asl che non sterilizzano. Alla fine ti senti solo, e svuotato, lasciato a combattere contro la crudeltà umana.
Spesso davanti a una situazione che non ho il potere di cambiare mi sono chiesto "adesso che faccio?", e qualche volta ho anche pensato di mollare. Ma la verità è che non posso, anche se a volte sono stanco.
Dalla sofferenza all'amore: la mia rinascita passa attraverso gli animali
Quello che mi fa andare avanti è l'amore verso i gatti e verso tutti gli animali. Ogni volta che li guardo mi si spezza il cuore, sto male, allora non riesco a rinunciare ad aiutarli, mi fanno andare avanti loro.
Sono degli esseri indifesi contro la crudeltà umane e non riesco a lasciare correre quando vedo indifferenza e maltrattamento. Anche se certe volte cado, come tanti, preferisco continuare a stressarmi e a combattere, perché quello che mi fa andare avanti ogni giorno sono proprio loro. Li guardo negli occhi e non riesco a voltarmi dall'altra parte, e anche se sono sopraffatto mi dico che continuerà ancora almeno fino a domani, è questo che mi fa andare avanti!