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Gli elefanti sono tra gli animali con il più forte valore simbolico e spirituale del pianeta. L'iconografia legata all'elefante è presente infatti in tantissime culture, religioni e tradizioni popolari, da Oriente a Occidente. Nell'induismo, per esempio, è associato al dio Ganesha, signore della saggezza e della perfezione, mentre in Thailandia e Birmania è venerato come simbolo di regalità e buona sorte. In Africa, invece, rappresenta soprattutto la forza, la saggezza e il potere, mentre nel feng shui, l'antica arte cinese dell'armonizzazione degli spazi, è spesso usato come amuleto per attrarre fortuna e prosperità.
Ma oltre alla sua forte carica simbolica e spirituale l'elefante – o come sarebbe meglio dire gli elefanti, visto che parliamo di più specie diverse – è un animale straordinariamente affascinante anche dal punto di vista biologico ed etologico. Attualmente, infatti, esistono tre specie viventi diverse di elefanti, ognuna con proprie caratteristiche, abitudini e stile di vita: l'elefante africano di savana, l'elefante africano di foresta e l'elefante asiatico. Ognuna di queste specie ha abitudini, aspetto e comportamenti unici e vive in habitat e regioni del mondo molto diversi tra loro, ma tutti condividono eccezionali capacità cognitive, emotive e sociali.
Chi è l'elefante?

Gli elefanti sono attualmente gli unici rappresentanti viventi dell'ordine dei proboscidati, un gruppo un tempo molto più numeroso e diffuso che includeva molte altre specie, tra cui gli iconici mammut o specie a noi più vicine, come l'elefante nano siciliano (Palaeoloxodon falconeri). Sono anche gli animali terrestri più grandi del pianeta e la loro caratteristica più nota è senza dubbio la proboscide. Questo naso incredibilmente allungato è un organo molto versatile, una sorta di arto aggiuntivo utile per mangiare, bere, afferrare oggetti e comunicare.
Altra caratteristica tipica di questi animali sono le zanne, che nei maschi sono solitamente più grandi e possono diventare sia armi di difesa che un carattere per affermare il proprio status sociale. Purtroppo, proprio questa loro peculiarità li ha anche spinti sull'orlo dell'estinzione. Ancora oggi, infatti, gli elefanti vengono uccisi dai bracconieri per ricavare l'avorio dalle zanne da rivedere sul mercato nero. Come detto, attualmente sono tre le specie di elefanti viventi che camminano sul nostro pianeta:
- L'elefante africano di savana (Loxodonta africana): è il più grande e iconico degli elefanti africani, con i maschi che possono superare i 3 metri di altezza alla spalla e pesare fino a oltre 6 tonnellate. Vive nelle savane dell'Africa sub-sahariana ed è riconoscibile per la fronte squadrata e le grandi orecchie a forma di continente africano, che lo aiutano a disperdere il calore.
- L'elefante africano di foresta (Loxodonta cyclotis): più piccolo del cugino di savana, vive nelle fitte foreste pluviali dell'Africa centrale. Ha orecchie più rotonde e zanne più dritte e sottili, adattate a muoversi nel fitto delle foreste. Tra i tre, è la specie meno diffusa e che più di tutte rischia l'estinzione. La IUCN la considera infatti "In pericolo critico" di estinzione nella sua Lista Rossa delle specie minacciate.
- L'elefante asiatico (Elephas maximus): leggermente più piccolo degli elefanti africani di savana, ha una testa più arrotondata e orecchie più piccole, che ricordano vagamente la forma dell'India. Vive in diversi paesi dell'Asia, dall'India alla Thailandia fino alle foreste tropicali dell'Indonesia. A differenza dei suoi cugini africani, non tutti gli individui hanno zanne sempre visibili e solo in alcune popolazioni – e in particolare nei maschi – si sviluppano maggiormente.
Ma oltre alla loro mole, gli elefanti sono anche animali piuttosto famosi per la loro intelligenza, per le strutture sociali complesse in cui vivono e per la capacità di provare emozioni complesse come come il lutto, elementi che hanno contribuito a far crescere il loro status di animali sacri e simbolici in molte culture diverse in tutto il mondo. Questi mammiferi vivono in strutture matriarcali con a capo le femmine più anziane. I maschi, invece, solitamente abbandonano il gruppo di nascita per vivere da soli o per unirsi ad altri branchi.
Perché l'elefante è considerato un portafortuna?

Il legame tra l'elefante e la fortuna, la buona sorte e la prosperità ha origini molto antiche, specialmente nelle culture asiatiche. Nell'induismo, per esempio, è associato alla figura di Ganesha (Gaṇeśa), il dio raffigurato proprio con la testa di un elefante. Figlio di Shiva e Parvati, Ganesha è il protettore delle arti, della conoscenza e della prosperità. Secondo la leggenda, la sua testa di elefante gli fu donata proprio dal padre dopo un tragico incidente e da allora è diventato il simbolo del superamento degli ostacoli e delle avversità e, appunto, della buona sorte.
Per questo motivo, in India e in molte altre parti del continente asiatico, la sua immagine è spesso presente nelle case, ne templi e nei luoghi di culto o di lavoro, come una sorta di amuleto garanzia di protezione e successo. Ma l'elefante è anche un simbolo di regalità e sacralità, soprattutto in Thailandia e Birmania, dove per secoli i re lo hanno considerato un emblema del potere divino. Un elefante bianco, in particolare, è ritenuto un forte simbolo di regalità e maestosità, anche perché considerato estremamente raro.
Anche nel buddismo la figura dell'elefante bianco è associata alla saggezza e alla purezza spirituale, poiché si narra che la madre del Buddha abbia sognato proprio un pachiderma bianco prima della sua nascita, interpretando questo sogno come segno di grande fortuna. Più in generale, gli elefanti – in forme e incarnazioni diverse – sono presenti in tantissime culture asiatiche abituate a convivere da sempre con questi mammiferi, tuttavia altrove questi animali si sono guadagnati anche altri "poteri" e virtù.
Che cosa simboleggia l'elefante?

Oltre alla fortuna, infatti, l'elefante incarna una serie di altre virtù che lo rendono un animale rispettato e venerato praticamente in tutto il mondo. Tra queste spiccano innanzitutto la saggezza: gli elefanti hanno infatti un'eccezionale memoria e un'intelligenza emotiva e sociale tra le più sviluppate dell'intero regno animale. In molte culture, soprattutto quelle occidentali, queste caratteristiche li hanno resi simboli di conoscenza ed esperienza, anche nella letteratura, nelle fiabe e al cinema.
Soprattutto in Africa, invece, gli elefanti sono spesso sinonimo di forza, potere e resistenza. La loro imponenza li ha resi infatti vere e proprie icone di stabilità e potere e sono spesso rappresentati anche negli stemmi e nei simboli di alcune nazioni, come la Costa d'Avorio. Gli elefanti vivono inoltre in gruppi sociali molto ristretti, guidati da una matriarca che prende decisioni per il bene di tutti. Questo aspetto, unito ai forti legami familiari che regolano le dinamiche sociali nel gruppo, li ha resi anche simbolo di famiglia, protezione e guida sicura.

Qui in Occidente, invece, l'elefante è entrato nell'immaginario comune soprattutto come simbolo di stabilità, saggezza e buona sorte, tanto che molte persone tengono in casa statuette di elefanti con la proboscide rivolta verso l'alto, credendo che portino prosperità e benessere. Inoltre, grazie soprattutto all'influenza delle culture asiatiche, anche in Europa e in America sono animali spesso associati alla tranquillità interiore e alla spiritualità in generale.
Insomma, gli elefanti non sono solo animali incredibilmente affascinanti, ma anche un potente simbolo culturale che continua ancora oggi a ispirare rispetto e ammirazione in tutto il mondo. Anche questo è un valore intrinseco e prezioso della biodiversità, fin troppo spesso sottovalutato. Le nostre vite si intrecciano da sempre con quelle degli altri animali, non solo da un punto di vista pratico ed ecologico, ma anche culturale. Un motivo in più per tutelare questi affascinanti giganti, purtroppo sempre più minacciati dall'indifferenza e dagli umani.