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4 Febbraio 2025
11:49

Perché in Scozia si parla di vietare i gatti, come in altri Paesi del mondo: “Sono invasivi”

Il governo scozzese non vieterà i gatti, nonostante il nuovo rapporto della Commissione scozzese per il benessere animale abbia lanciato l’allarme per il loro impatto sulla fauna selvatica. Per il momento si valutano misure di contenimento come microchip e sterilizzazione obbligatoria, ma in altri paesi questi animali sono già considerati predatori invasivi, e trattati come tali.

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Il governo scozzese ha fatto sapere che in nessun caso vieterà i gatti. La precisazione è arrivata dopo le sollecitazioni della Commissione scozzese per il benessere degli animali che in un rapporto ha sottolineato l'impatto significativo dei gatti sulle popolazioni di animali selvatici. Secondo gli esperti il numero effettivo di prede selvatiche uccise all'anno nel Regno Unito è stimato in almeno 700 milioni.

Alla luce dei dati del report, la Commissione aveva chiesto al governo di valutare l'introduzione di aree di contenimento dei gatti in alcune zone particolarmente vulnerabili a causa della presenza di specie selvatiche a rischio. Se dovesse essere decisa una simile misura, i residenti di queste zone potrebbero essere costretti a tenere i propri animali domestici in casa o addirittura potrebbe essere loro vietato di prenderne.

La Commissione ha suggerito anche di introdurre una serie di misure per rendere la presenza dei gatti meno distruttiva per uccelli e roditori, le prede principali di quesi animali. Tra le novità consigliate dagli esperti ci sono l'introduzione dell'obbligo di registrare e microchippare i gatti e sterilizzarli.

Per il momento però le misure più estreme, come quella di vietare di avere gatti, sembra essere ancora molto lontana, mentre per quanto riguarda il microchip il governo ha fatto sapere che prenderà in considerazione l'ipotesi.

Non solo la Scozia: i paesi che vogliono vietare i gatti

I gatti domestici sono tra gli animali più amati e diffusi al mondo, tuttavia quando vengono lasciati liberi possono cacciare e uccidere un'enorme varietà di specie selvatiche, comprese quelle a rischio estinzione. Per questo alcuni paesi del mondo hanno deciso di vietarne la detenzione oppure di limitarla molto.

Tra questi ci sono le isole. Le isole infatti per la loro natura fisicamente isolata dal resto continente a cui appartengono possiedono un ecosistema particolarmente fragile e risentono quindi più di altri delle introduzioni di specie aliene e invasive.

L'Australia, con la sua fauna peculiare e unica è il paese più noto per aver imposto pesanti restrizioni ai gatti domestici. Questi felini infatti sono stati introdotti a seguito dell'arrivo dei coloni che li tenevano a bordo delle navi per compagnia o per cacciare i topi. Una volta giunti sull'isola però i gatti hanno iniziato a predare la fauna locale, con risultati drammatici che perdurano ancora oggi: avrebbero causato l’estinzione di ben 34 specie di mammiferi. Per arginarne l'impatto negli ultimi anni il governo australiano ha introdotto importanti restrizioni come guinzaglio e coprifuoco per i felini che vivono in famiglia.

I problemi sono causati dai gatti di casa liberi di uscire, ma soprattutto quelli inselvatichiti, cioè quelli che da una o più generazioni vivono senza contatti con l'essere umano, come è stato osservato nella piccola isola spagnola di Tenerfife. Secondo uno studio pubblicato su Mammal Research i gatti negli ultimi decenni hanno cambiato la propria dieta e hanno iniziato a tralasciare i conigli, altra specie introdotta dall'uomo, per privilegiare animali autoctoni. Secondo i ricercatori, i gatti presenti nell'area protetta del Parco Nazionale del Teide ucciderebbero 257.739 vertebrati, di cui 166.249 rettili e 5588 uccelli all'anno.

Anche in Polonia è stata fatta una valutazione analoga che per il momento ha avuuto risvolti solo scientifici e non politici: nel 2022 la prestigiosa Accademia polacca delle scienze ha dichiarato i gatti domestici "specie aliena invasiva", includendoli nell'elenco degli animali che causano danni importanti alla fauna selvatica locale.

I problemi etici per il benessere dei gatti

Anche se i gatti hanno un impatto negativo sulle specie selvatiche quando vengono lasciati liberi di uscire senza controllo, non bisogna sottovalutare le problematiche legate al loro benessere. I gatti non sono carnefici crudeli, ma predatori carnivori che fanno quello che sono nati per fare. Se si trovano in luoghi dove non dovrebbero essere questo si deve alla estrema invasività di un'altra specie decisamente più dannosa per il Pianeta: quella umana.

I rilievi degli esperti di conservazione sono legittimi, tuttavia anche i gatti, animali domestici che si sono evoluti a stretto contatto con l'essere umano, hanno dei requisiti minimi di benessere che vanno rispettati. Secondo gli etologi, la natura del gatto non è quella di vivere in casa. Può adattarsi, ma il rischio è che privato della possibilità di predare, appostarsi e "fare il gatto" non senta rispettate le proprie esigenze etologiche.

Ne consegue che una risposta al problema rappresentato dai gatti per la conservazione ancora non è possibile darla, ma come ogni questione complessa non va liquidata con superficialità.

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