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Quando si parla di animali da compagnia, spesso si fa confusione tra specie domestiche e selvatiche. Il fatto che un animale possa essere acquistato in un negozio o allevato in cattività non significa automaticamente che sia domestico e adatto alla vita in casa. È questo il caso del cincillà, un piccolo roditore originario del Sud America diventato sempre più popolare come roditore esotico da compagnia.
Ma il cincillà non è un animale domestico come un cane o un gatto, ma una specie selvatica. Questo significa che, per quanto docile possa apparire, non ha attraversato quel lungo processo di selezione artificiale e coevoluzione che trasforma un animale in un vero compagno di vita. Tenerlo in casa può avere diverse conseguenze negative per il suo benessere, per la conservazione della specie e per il nostro rapporto in generale con la natura e la biodiversità.
Chi è il cincillà: caratteristiche e dieta di questo piccolo roditore
I cincillà sono due specie di rodittori (Chinchilla chinchilla e C. lanigera) dalle abitudini crepuscolari e notturne, caratterizzate da un mantello incredibilmente fitto e morbido, che li protegge dalle temperature rigide delle Ande. È proprio questa pelliccia, tristemente famosa nell'industria della moda, ad aver reso per anni questi animali vittima della caccia e dell'allevamento intensivo.
Si tratta di un animale gregario, abituato a vivere in gruppi con una struttura sociale complessa e una comunicazione ricca di vocalizzazioni, posture e comportamenti. In natura può vivere fino a 10 anni, mentre in cattività può arrivare anche a 15-20 anni, ma solo se tenuto in condizioni ottimali.
La dieta del cincillà è altamente specializzata: si nutre principalmente di erbe secche, fieno, cortecce e talvolta frutti o semi. Ha un apparato digerente delicato, che lo rende estremamente sensibile a variazioni alimentari o a cibi non adatti. Il sistema digestivo funziona bene solo se l'alimentazione è povera di zuccheri e ricca di fibra. Errori alimentari, molto comuni tra gli allevatori non esperti, possono causare gravi problemi gastrointestinali.
Dove vive il cincillà in natura?
In natura, i cincillà abitano le zone montuose e aride delle Ande, principalmente in Cile, tra rocce e crepacci a oltre 3.000 metri di altitudine. Il loro habitat è estremamente diverso da quello che potremmo offrirgli in casa: le escursioni termiche sono forti, l'umidità è bassissima e la vegetazione è scarsa.
In questo contesto, i cincillà hanno sviluppato adattamenti molto specifici. Sono per esempio di saltare agilmente tra le rocce, si rifugiano in tane sicure durante il giorno e si attivano soprattutto al crepuscolo. Sono animali che dipendono profondamente dal loro ambiente naturale per esprimere i comportamenti tipici della specie.
Purtroppo, a causa della caccia massiccio per la sua pelliccia e della distruzione dell'habitat, entrambe le specie sono considerate in serio pericolo di estinzione in natura, nonostante siano comunemente allevate e diffuse come animali da compagnia in tutto il mondo.
Cosa succede ai cincillà quando vivono in casa?
Tenere un cincillà in casa significa, nella maggior parte dei casi, costringerlo a vivere in un ambiente totalmente inadatto. La gabbia, per quanto grande, non può mai replicare la complessità dell'ambiente andino. La temperatura, l'umidità, la luce e la possibilità di muoversi liberamente sono tutte condizioni alterate, che compromettono profondamente il suo benessere.
In cattività, molti cincillà sviluppano infatti comportamenti anomali: mordono le sbarre, si automutilano, manifestano stereotipie o apatia. Sono segnali evidenti di un malessere che non può di cerro essere ignorato. Anche la manipolazione umana, se eccessiva o inadeguata, può causare forte stress in questi piccoli animali.
A ciò si aggiunge l'impatto sul piano della conservazione: ogni cincillà venduto come "animale da compagnia" contribuisce a normalizzare l'idea che la fauna selvatica possa essere posseduta, allevata, commercializzata. Anche se la maggior parte degli animali proviene da allevamenti, la richiesta alimenta un mercato che spesso non è del tutto trasparente e che, in alcuni casi, può includere individui catturati illegalmente in natura.
Infine, c'è una anche questione culturale. Continuare a trattare gli animali selvatici come oggetti da compagnia ci allontana dal rispetto per la loro identità selvatica. Significa negare loro il diritto di essere ciò che sono davvero, pur di adattarli a uno stile di vita che non hanno scelto. Gli animali selvatici, grandi o piccoli, devono stare in natura, non tra le mura domestiche.