Gli insetti che appartengono all'ordine dei fasmidi – come i famosi insetti stecco – hanno evoluto nel corso del tempo straordinarie capacità di mimetismo, che li rendono estremamente simili a rametti, bastoncini, foglie e altre parti delle piante. Ma la vera sorpresa arriva dalla scoperta che queste affascinanti "forme" evolutive non sono comparse una sola volta, bensì emergono ripetutamente in diverse parti del mondo, come dimostra uno studio recentemente pubblicato sulla rivista PNAS.
Un team di ricercatori ha infatti analizzato e studiato oltre 1.300 fasmidi appartenenti a 212 specie, individuando 20 tipologie di forme corporee distinte che si sono evolute in modo completamente indipendente in più linee evolutive. Queste forme includono i cosiddetti tree lobsters (grossi insetti dalla forma vagamente simile a quelle delle aragoste), le specie che imitano i colori e i pattern della corteccia degli alberi e i più "classici" insetti stecco che somigliano in tutto e per tutto a rametti e bastoncini di legno.
Cos'è e come funziona l'evoluzione convergente degli insetti stecco
Il fenomeno alla base di questo "copia e incolla" biologico è noto come convergenza evolutiva, cioè quando organismi non strettamente imparentati sviluppano tratti simili in risposta a pressioni ambientali analoghe. Lo studio, coordinato da Romain Boisseau dell'Università di Losanna, ha infatti dimostrato che le specie di insetti stecco tendono a seguire traiettorie evolutive molto simili quando colonizzano ambienti comparabili, anche se non sono strettamente imparentati.Se una linea evolutiva colonizza un ambiente simile, è possibile prevedere quali caratteristiche svilupperà, hanno spiegato gli autori.
Questo significa che l'evoluzione degli insetti stecco non è completamente casuale, ma segue schemi che si ripetono e possono essere anticipati. Un esempio emblematico di evoluzione convergente è quello degli insetti stecco dell'isola di Lord Howe (Dryococelus australis), che hanno evoluto una forma molto simile ai loro "cugini" della Nuova Guinea, gli insetti del genere Eurycantha. Pur avendo avuto origini evolutive diverse, entrambi hanno evoluto un corpo robusto e una struttura che li fa somigliare a grosse aragoste, dimostrando come l'ambiente e i predatori abbiano plasmato e guidato la loro evoluzione.
Perché gli insetti stecco si camuffano: sopravvivenza e non solo
Gli insetti stecco o foglia utilizzano il mimetismo criptico come principale strategia di difesa contro i predatori. Questo spiega perché habitat e stili di vita simili tendono a produrre tratti corporei simili: l'ambiente in cui vivono impone infatti le stesse necessità di adattamento fisico per poter sopravvivere e riprodursi. Secondo i ricercatori, tuttavia, le somiglianze evolutive non dipendono solo dall'habitat, ma anche da una comune eredità genetica. Gli insetti stecco con la stessa forma del corpo condividono comunque un antenato comune, anche se quell'antenato non assomigliava agli insetti di oggi. Questo suggerisce che geni o meccanismi biologici simili siano stati "riutilizzati" per dar vita a forme corporee ricorrenti.
Il passo successivo per il team di ricercatori sarà quindi studiare i meccanismi e i fenomeni genetici di questa spiccata convergenza evolutiva. Comprendere le basi molecolari che guidano l'evoluzione potrebbe infatti svelare nuovi dettagli sulle modalità con cui le specie animali si adattano agli ambienti, nonché offrire indizi preziosi sulla prevedibilità dell'evoluzione stessa. La natura e l'evoluzione non smettono davvero mai di sorprenderci, e gli insetti stecco, con la loro incredibile capacità di evolversi ripetutamente in elementi della vegetazione, sono un esempio perfetto di come l'adattamento possa essere tanto affascinante, quanto ripetitivo se funziona bene.