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21 Gennaio 2025
15:42

Per la terza volta nella storia nessun cane alla Casa Bianca. In due occasioni la scelta è stata sempre di Trump

Per la seconda volta Trump non porterà con sé nessun animale domestico alla casa bianca. E' il terzo caso nella storia, prima del suo primo mandato (cent'anni fa) solo Andrew Johnson a non aveva voluto accanto a sé un compagno a quattrozampe a Washington.

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25 novembre 2019 ,Casa Bianca: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il vicepresidente Mike Pence e la first lady Melania Trump posano per le foto con Conan, il cane K9 dell’esercito statunitense che ha partecipato al raid in cui fu ucciso il leader dell’ISIS Abu Bakr al–Baghdadi (Foto di Chip Somodevilla/Getty Images)

Per la seconda volta, e la terza in assoluto nella storia della Casa Bianca, la residenza ufficiale del Presidente degli Stati Uniti non ospiterà nessun animale domestico, men che mai un cane.

Donald Trump è l'unico Commander in chief dai tempi di Andrew Johnson a non aver voluto accanto a sé un compagno animale a Washington, come testimonia la storia della Casa Bianca analizzata dal punto di vista degli inquilini a quattro zampe che ci hanno abitato. Sul sito del "Presidential Pets Museum" è infatti possibile ricostruire la vita dei cani e dei gatti che hanno accompagnato l'esperienza delle persone elette a governare gli Usa che si sono succedute nella stanza ovale e Donald Trump emerge nell'elenco con un secco "no pets" durante la sua presidenza dal 2017 al 2021.

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L'elenco sarà presto aggiornato con la stessa descrizione per i prossimi cinque anni, a meno che non vi sia un colpo di scena: perché solo di questo potrebbe trattarsi, considerando che il neo eletto Presidente Usa ha sempre chiaramente dichiarato e ampiamente anche dimostrato a parole di non amare i cani, in particolare.

Del (non) rapporto che Trump ha con i cani bisogna dire che è stato stesso lui a chiarire il perché non ne vuole durante un evento pubblico in Texas. Sollecitato dalla folla di supporter e mentre parlava di uno dei suoi argomenti preferiti, ovvero come fermare l'immigrazione in Usa, il tycoon ha chiarito la sua posizione. «Non ho tempo di far passeggiare un cane nel giardino della Casa Bianca», ha risposto a chi gli aveva detto di prendersene uno.

Il neo presidente americano aveva anche aggiunto che avere un cane accanto sarebbe «politicamente conveniente», riferendosi poi a Obama che in quei tempi viveva alla casa Bianca con Bo, il Cane d'Acqua Portoghese di famiglia ma nella storia dei presidenti Usa sono tanto democratici che repubblicani ad aver portato nella sede ufficiale di POTUS cani e gatti.

Fuori dalla polemica politica e dal raggiungere il consenso anche su questa tematica, l'affermazione di Trump di per sé non è nemmeno sbagliata: per vivere con un cane c'è bisogno proprio di tempo da dedicargli per costruire una vera relazione. Fosse dunque questo il motivo per cui il neo presidente americano non ha un cane ci sarebbe poco da aggiungere e lo stesso vale anche solo se il motivo semplicemente è che non ama i cani, come ha dichiarato la ex moglie Ivana Trump nella sua autobiografia. Insomma, stare qui a discutere su questo aspetto è per certi versi irrilevante e si rischia nel finire in una diatriba sterile perché ovviamente chi invece ha scelto di avere un cane o un gatto accanto pensa che sia semplicemente un'occasione sprecata non vivere un'esperienza del genere.

Il rapporto di Trump con i cani in particolare, però, può essere analizzato da un altro punto di vista, dopo che abbiamo dunque accertato che nel suo primo mandato è stato il primo Presidente Usa a interrompere la tradizione della presenza di un animale domestico a distanza di cento anni da quando Johnson aveva trascorso il suo quinquennio allo stesso modo.

Trump i cani li ha utilizzati moltissimo, in realtà, sebbene in maniera simbolica riferendosi alla specie in modo dispregiativo: il termine "cane" o "cagna" è tra i suoi preferiti per offendere e svilire avversari politici o nemici pubblici degli statunitensi.

Nel 2018, ad esempio, aveva così descritto Omarosa Manigault Newman, sua ex collaboratrice che aveva scritto un libro ("Unhinged") poco lusinghiero sul suo primo mandato: «Quando dai una tregua a una pazza e piagnucolona sgualdrina e le dai un lavoro alla Casa Bianca, immagino che non abbia funzionato. Bel lavoro del generale Kelly per aver licenziato rapidamente quella cagna».

Ma il cane per Trump è proprio un animale stupido, anche, ascoltando altri suoi riferimenti ogni volta che cita questa specie. Ai tempi della sfida interna tra i repubblicani per raggiungere il ruolo di candidato alla corsa presidenziale nel 2012, il suo antagonista Mitt Romney aveva perso perché si era «strozzato come un cane» secondo il miliardario ora a capo degli Stati Uniti che, evidentemente, pensava e pensa che il canis lupus familiaris tipicamente non sia nemmeno in grado di ingoiare o che arrivi a uccidersi da solo tirando un ipotetico cappio che ha intorno al collo perché non ragiona e non perché, cosa che purtroppo accade, è disperato e vuole uscire da una situazione di coercizione e violenza.

Una delle uscite più infelici, visto che poi ha accolto proprio alla Casa Bianca il cane protagonista di quello che è stato uno degli attacchi più importanti al cuore dell'Isis, è avvenuta quando ha detto che la fine  del leader Abu Bakr al-Baghdadi, ucciso dalle forze speciali Usa in Siria, è stata quella di «morire come un cane». Nell'operazione del 2019 i militari si erano infatti serviti anche di Conan, un Pastore Belga Malinois, per condurre l'operazione e Trump lo aveva mostrato con fierezza al mondo con frasi del tipo «nessuno vorrebbe avere un problema con lui», spingendosi anche a definirlo "eroe americano" e così facendo diventare il cane a suo uso e consumo un simbolo positivo e non più un termine di paragone dispregiativo.

Gli animali domestici, quelli veri e non quelli da paragonare a esseri umani spregevoli dal suo punto di vista, comunque gli sono serviti anche per raccogliere proseliti da una certa parte del mondo degli animalisti, poi. Recentemente il caso più eclatante è stato quando ha mentito, come dimostrato su tutti i media locali e internazionali, durante il confronto televisivo con Kamala Harris arrivando addirittura a colpire la pancia delle persone per affermare che «a Springfield gli immigrati di Haiti rubano e mangiano gattini, anatre e oche. Stanno mangiando i gatti, gli animali domestici delle persone che vivono lì. Questo sta accadendo nel nostro Paese».

Ma questo è solo l'ultimo appunto episodio di "sfruttamento" della causa animale a suo favore e addirittura a discapito di alcune categorie di persone e non certo per tutela degli altri esseri viventi. Trump ha per anni ospitato infatti il vincitore della mostra canina del Westminster Kennel Club nel suo grattacielo per farsi pubblicità e ha anche finanziato e sponsorizzato raccolte fondi per animali.

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