Nella classifica annuale di Google che mostra, a seconda degli argomenti, quali sono stati i temi più cercati online nel nostro Paese, tra gli "addii" al primo posto svetta Sandra Milo. Era il 29 gennaio del 2024 quando una delle attrici simbolo del cinema italiano morì all'età di 90 anni, circondata dall'affetto della sua famiglia e con grande rammarico da parte delle tante persone che l'hanno amata, in particolare noi di Kodami come gran parte di tutti coloro che hanno sempre apprezzato un'altra sua grande passione: gli animali.
«Riconquistiamo la nostra umanità impegnandoci a favore di chi non ha voce», ci aveva detto un giorno in cui ci eravamo confrontati con lei per raccontare la sua vita da un altro punto di vista, appunto, ovvero per rendere onore a quella capacità di mettere non solo la sua immagine al servizio degli altri esseri viventi attraverso il suo continuo esprimersi in maniera chiara e seria a favore del rispetto e della tutela degli animali.
Durante la pandemia, in particolare, riuscimmo ad avere il primo contatto con lei che diventò poi una vera e propria ambasciatrice del Manifesto di Kodami. «In periodi difficili come questi, la gente si preoccupa solo dei propri guai perdendo sensibilità davanti agli altri – ci aveva confidato – Ma più spesso di quanto pensiamo "gli altri" sono proprio gli animali. Questo è il momento di tirare fuori la parte migliore che è in tutti noi, per ricordarci che siamo migliori di quanto le nostre azioni non ci facciano pensare. In questo senso, il rispetto delle altre forme di vita è un esercizio di compassione e consapevolezza, importante anche nei rapporti che stringiamo tra esseri umani».
Il 5 aprile del 2023, Milo aveva affidato a Kodami un appello e un messaggio molto importante per far conoscere al grande pubblico la triste situazione dei Greyhound, attraverso la condivisione del suo percorso di adozione del levriero Jim, in occasione del compleanno del cane che aveva salvato dal giro delle corse su cui si scommette in Irlanda: «Quando sei arrivato eri spaurito e disorientato ma piano piano sei sbocciato come una rosa di maggio, ti sei aperto e hai rivelato un carattere meraviglioso dal quale tutti siamo stati conquistati».
I suoi compagni di vita a quattro zampe, oggi, convivono con la figlia Azzurra, altra anima sensibile e attenta alla questione animale che ha ereditato la missione della madre e continua a condividere attraverso gli account ancora attivi il ricordo di Sandra senza mai dimenticare questo importante aspetto che ha portato avanti per tutta la sua vita.
Il giorno in cui Sandra è partita per un viaggio di cui non sappiamo nulla, ho scritto che non se ne sarebbe mai andata, fondamentalmente. A distanza di quasi un anno, i tanti commenti ai post che la figlia continua a pubblicare dimostrano che quello che scrivevo è un pensiero condiviso: «…la vedo ancora qui, tra noi, presente nel suo impegno quotidiano nel difendere i diritti degli animali, senza dimenticare mai la bellezza della vita in quanto tale, nonostante il dolore che causiamo a noi stessi e agli altri esseri viventi e restituendoci così un costante e eterno alito di gioia e serenità».
Non si sa se sia vero o no che ognuno di noi ha un compito da svolgere nel tempo che ci è concesso su questo Pianeta. Ciò che però possiamo affermare senza dubbio è che anime sensibili e attente alla Vita in tutte le sue forme come Sandra Milo restano. Lei, come pochi altri, è simbolo di un'umanità che deve essere tutelata e preservata tanto quanto le altre esistenze che l'attrice ha voluto difendere e tutelare.
Il suo nome che svetta in cima alla classifica del motore di ricerca, del resto, ci rimanda un messaggio di speranza rispetto a un futuro in cui uomini e altri animali potrebbero davvero convivere rispettosamente. Sandra ci ha mostrato che la gioia non è leggerezza ma partecipazione, che la libertà non è solo un pensiero ma un diritto di ogni essere vivente, che essere una donna non si riduce nel come "ti disegnano" ma in chi sei veramente dentro di te ogni giorno e che accudire gli altri non vuol dire privarli della loro individualità ma rispettarli, animali umani e non che siano.