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22 Dicembre 2024
15:00

Oltre il 99% dei cani ha problemi comportamentali: la percezione delle persone in Usa

La ricerca si basa non su valutazioni comportamentali sui cani fatte da esperti ma sulle risposte ottenute chiedendo alle persone che vivono con un cane di dare una valutazione in merito ad alcuni comportamenti. Tra questi emergono aggressività, paura e ansia e problemi di attaccamento.

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Non esiste l'essere umano "perfetto" né, tantomeno, il cane che sia tale. Bisogna partire da questo presupposto, aggiungendo che la vita del cane è però strettamente legata alla relazione con l'umano di riferimento che ne influenza giocoforza la personalità e lo stato d'animo, per analizzare i risultati di uno studio condotto su 43 mila cani in Usa da cui emerge che «tutti i cani da compagnia presentano almeno un problema comportamentale».

La ricerca è stata condotta dalla professoressa Bonny V. Beaver del Dipartimento di Scienze Cliniche per Piccoli Animali della Facoltà di Medicina Veterinaria e Scienze Biomediche dell'Università del Texas partendo da un dato di fatto: «I problemi comportamentali dei cani sono una delle principali cause dell'abbandono».

Nello studio però non sono stati valutati cani abbandonati ma si è fatto riferimento a un panel i cui dati sono quelli di 43.517 cani "arruolati" nel Dog Aging Project, un'iniziativa online cui tutti possono partecipare che «riunisce una comunità di cani, persone di riferimento, veterinari, ricercatori e volontari per realizzare lo studio sulla salute canina più ambizioso al mondo».

E' bene subito sottolineare, dunque, che quanto è riportato nello studio non è frutto di una valutazione comportamentale fatta da esperti ma il risultato delle risposte ottenute direttamente chiedendo alle persone che vivono con un cane di dare una valutazione in merito ad alcuni comportamenti. La stessa autrice dello studio, infatti, precisa che solo «in alcuni casi, i dati sono stati raccolti da animali domestici esaminati da un comportamentista».

E' dunque da prendere con le pinze quanto è emerso o, meglio, capire che i risultati sono frutto di un sondaggio rivolto a persone cui è stata chiesta la loro percezione di alcuni problemi a cui dare una valutazione «di intensità da moderatamente grave a grave».

Nello studio sono state analizzate le risposte di persone che vivono con cani di tutte le razze, età e sesso. È emerso che il 99,12 percento ha, secondo quanto riferito dagli intervistati, problemi comportamentali che si esplicano soprattutto in questa tipologia di comportamenti:

  • aggressività;
  • paura e ansia;
  • sporcare in casa;
  • problemi di attaccamento.

Sull'aggressività le domande hanno riguardato sia l'aspetto della relazione intraspecifica che interspecifica, chiedendo un parere agli intervistati anche in merito alle reazioni del loro compagno canino rispetto alla possessività su giochi e ciotola, ad esempio, o nei confronti di altri cani durante le passeggiate. Relativamente alla manifestazione della paura, il sondaggio ha indagato quanto influisce secondo le persone il contatto con sconosciuti, la toilettatura o la reazione ai botti. Le deiezioni o l'urinare in casa invece sono state considerate relativamente ai momenti in cui Fido viene lasciato da solo in casa.

Ciò che è emerso dalle risposte sulle singole manifestazioni emotive evidenziate è che l'86% dei cani ha un problema di separazione di grado moderato, il 73% soffre di coprofagia (ingestione delle feci), il 57% viene descritto come aggressivo e il 50% ha disturbi comportamentali legati a stati di paura e ansia.

«In pratica tutti i cani domestici negli Stati Uniti – scrive l'esperta – hanno almeno un problema comportamentale da moderato a grave, che in genere non viene affrontato dai veterinari. La prevalenza di comportamenti da moderati a gravi segnalati dalle persone che si verificano in almeno il 25% dei cani include comportamenti di separazione e attaccamento, aggressività, ingestione frequente di feci, comportamenti di paura e ansia, abbaiare persistentemente, scappare e mangiare erba frequentemente».

Intervistata dal Telegraph, la professoressa ha voluto specificare che «l'età dei cani varia notevolmente e va da molto giovani a molto anziani, con la maggior parte acquisita prima della pandemia. I risultati a cui siamo arrivati sono frutto anche della consapevolezza da parte degli intervistati che rispondevano anonimamente, quindi è probabile che siano stati tutti più onesti».

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