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10 Dicembre 2024
11:45

Oggi è la giornata internazionale dei diritti degli animali: è tempo di riconoscere altre coscienze oltre la nostra

Il 10 dicembre si celebra la giornata internazionale dei diritti degli animali che coincide con l'anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. E' stata istituita grazie al lavoro delle associazioni animaliste ma ancora è tanto il percorso da fare sebbene nel 2024 importanti scienziati hanno firmato la Dichiarazione di New York sulla coscienza animale.

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Il tuo cane ha diritti? Il gatto che vive con te può essere considerato una persona giuridica? E fuori dalle mura familiari, hai mai pensato che un lupo, un orso o un cerbiatto possano essere tutelati in quanto tali dalla legge e non in base al loro "uso" da parte dell'uomo?

Oggi porsi queste domande è ancora più legittimo, visto che l'essere umano – il predatore più pericoloso per tutti gli altri animali – ha deciso di istituire il 10 dicembre la Giornata Internazionale dei Diritti degli Animali che coincide con l'anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.

Sono passati 26 anni da quando è stata istituita e non vi è dubbio che la sensibilità media delle persone nei confronti degli altri abitanti del Pianeta è aumentata ma ancora siamo lontani da una convivenza che possa essere rispettosa e serena per tutti.

Perché la Giornata Internazionale dei Diritti Degli Animali si celebra il 10 dicembre

Il 10 dicembre del 1998 è la data in cui si è celebrata per la prima volta la Giornata Internazionale dei Diritti degli Animali, facendola cadere nello stesso giorno ma a distanza di 50 anni dalla promulgazione dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (1948). La nascita di questa ricorrenza si deve all’associazione animalista britannica "Uncaged Campaigns" e da quel momento in poi di cambiamenti significativi nella relazione uomo-animale ce ne sono stati diversi.

Ma parlare di diritti è una questione molto delicata che va a toccare interessi di parte, soprattutto quando poi ci si riferisce ad animali non familiari ma da allevamento come mucche e polli o specie selvatiche di cui ancora andiamo a caccia. Mettere insieme, poi, scienza e etica – pensando alla sperimentazione – è altrettanto complicato e pone l'Uomo di fronte a una scelta sempre "rimandata" tra il tutelare altre specie e ricavare dalla loro sofferenza strumenti per risolvere malattie mortali per la nostra.

In queste poche righe c'è solo un riassunto minimo di quanto accennare anche solo ai diritti degli animali sia una questione umana ancora irrisolta, sebbene nel mondo diversi Stati hanno provveduto a riconoscere alle altre specie una tutela che non riguarda il nostro "sentimento" nei loro confronti ma proprio l'onere da parte degli esseri umani di rispettare principalmente il diritto dei diritti: la vita dell'altro.

Esiste una Dichiarazione dei Diritti degli Animali e quali sono quelli fondamentali?

C'è un documento fondamentale nella storia dell'umanità che ha cambiato la percezione del rapporto tra noi e le altre creature viventi. Non ha valore giuridico, ma la sua importanza a livello culturale ha avuto effetti in molti campi e sicuramente ha aperto le porte a ricercatori e esperti di poter portare anche a livello scientifico l'attenzione sulle emozioni e le cognizioni degli altri animali, allontanando la convinzione che non vi sia sofferenza da parte di questi ultimi.

Il 15 ottobre del 1978 diverse associazioni animaliste sottoscrivono nella sede dell'UNESCO la Dichiarazione universale dei diritti dell'animale i cui capisaldi fanno riferimento alle "cinque libertà" del Brambell Report in cui vengono sottolineati gli aspetti basici per poter almeno parlare di "benessere animale":

1) Libertà alla fame e alla sete per favorire lo stato di salute.

2) Libertà nell'avere un ambiente fisico adeguato.

3) Libertà di malattie e di cure adeguate.

4) Libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specifiche.

5) Libertà dal timore, evitando le sofferenze.

La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale in particolare definisce finalmente gli altri animali come esseri senzienti, soggetti della propria vita e portatori di interessi. E' questo del resto il nodo della questione che ancora attanaglia la società moderna, sensibile al tema ma lontana da una applicazione uniforme su un Pianeta in cui continuano a sparire specie, ultima in ordine di tempo la scomparsa annunciata del chiurlottello, uccello diventato suo malgrado in tempi moderni il simbolo di una natura ferita che non riusciamo a proteggere.

Il 2024 per i diritti degli animali: cosa abbiamo fatto e cosa possiamo ancora fare

L'anno che ci stiamo per lasciare alle spalle si conclude con questa notizia triste ma sono anche altri i pericoli in agguato per le altre specie che abitano il mondo.

Nelle nostre case, accanto a noi in realtà da migliaia di anni, c'è il cane a cui si è arrivati a riconoscere una soggettività che si esprime attraverso precipue emozioni e cognizioni che la scienza ha avvalorato e che vengono percepite in maniera sempre più evidente dalle persone. Ma anche "il miglior amico dell'uomo" non ha raggiunto ancora uno status giuridico e in nessuna parte del mondo gli si attribuiscono diritti specifici in quanto "cane" e non in riferimento all'essere umano cui afferisce.

Se questa è la realtà per l'animale che ci è più vicino e con cui ci siano co evoluti, figuriamoci quanta attenzione prestiamo al suo ancestrale antenato che, anzi, oggi in Europa è di nuovo sotto il mirino. Il Comitato delle parti della Convenzione di Berna ha infatti approvato l'abbassamento dello status di protezione di questo animale e come ha chiarito a Kodami Francesco Romito, vicepresidente dell'associazione "Io non ho paura del lupo", «la specie resterà in uno status di conservazione favorevole ma delle sensibili differenze ci saranno e potrebbero compromettere la sopravvivenza di alcune popolazioni europee. Sicuramente potrà essere più facile abbattere i lupi, specialmente in quelle situazioni in cui ci sono conflitti reiterati con l'uomo».

A New York importanti nomi della scienza hanno firmato la dichiarazione sulla coscienza degli animali

Lupo o cane che sia, questi due animali che abbiamo citato sono perfettamente simbolici di un rapporto appunto che risale alla notte dei tempi tra noi e le altre specie ma che se ci riflettiamo bene riguarda tutti gli esseri viventi che abitano la Terra insieme a homo sapiens.

Pensiamo dunque a corvi, polpi, bombi e pesci pulitori: anche questi sono solo altri animali che hanno una loro cognizione, provano emozioni e che sono stati citati in un documento importantissimo nato proprio nell'anno che si sta per chiudere: la Dichiarazione di New York sulla coscienza animale. Si chiama così il testo che è stato creato da un gruppo di importanti scienziati per sensibilizzare attraverso dati scientifici il mondo accademico sul dato di fatto che gli altri animali sono esseri senzienti.

La dichiarazione, siglata all'Università di New York il 19 aprile 2024, segna un momento cruciale per una vera evoluzione umana verso il rispetto degli altri esseri senzienti, in un epoca in cui la sperimentazione animale poi è sempre di più sotto i riflettori. La domanda vera da farsi, in buona sostanza, è quale sia la differenza dal punto di vista dell'esperienza del dolore per un altro animale rispetto a noi umani e quindi dare valore, finalmente, alla consapevolezza dell'esistenza di una "coscienza" che non è solo un nostro diritto acquisito.

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