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28 Marzo 2025
9:14

Non è vero che a Milano c’è un’emergenza lupi, anche se c’è chi vuole ucciderli

Il lupo salvato lo scorso febbraio nel Naviglio nel Milanese per molti è il segnale dell'emergenza lupi nelle grandi aree metropolitana. In realtà si tratta di esemplari in dispersione, non di una minaccia per la sicurezza delle persone, ma nonostante questo la propaganda politica chiede pugno duro e abbattimenti.

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Nemo, l’ultimo lupo salvato dalle acque del Naviglio Grande

Sabato 22 febbraio, un lupo è stato avvistato nel Naviglio Grande a Gaggiano, nell’hinterland ovest di Milano. L’animale, incapace di risalire la sponda del canale, è rimasto intrappolato nell’acqua gelida, in evidente difficoltà. La segnalazione è partita da alcuni passanti, che hanno allertato i soccorsi.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, il nucleo Speleo Alpino Fluviale (SAF) e i veterinari dell’Agenzia Tutela della Salute (ATS) di Magenta, con il supporto del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS). Il lupo, ribattezzato Nemo, è stato salvato e portato al Cras di Monte Adone per ricevere le cure necessarie prima di essere rilasciato in natura.

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L'episodio ha risvegliato le paure dei cittadini che vivono nelle campagne a ridosso di Milano e delle altre grandi città italiane dove gli avvistamenti negli ultimi anni sono diventati più frequenti. Per molti, la presenza dei lupi vicino alle aree metropolitane rappresenta un segnale allarmante, per gli esperti si tratta invece di un fenomeno già osservato in passato e che si ripeterà ancora. Parlare di emergenza però è fuorviante: non è in corso un'invasione, e le proposte di abbattimento avanzate da alcuni esponenti politici non sono commisurate a quello che sta accadendo davvero.

C’è veramente un’emergenza lupi a Milano?

Per capire se Milano e i suoi dintorni siano davvero alle prese con un’emergenza lupi è necessario partire dai numeri. Secondo i dati dell’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF) della Lombardia, si stima la presenza di circa 60-90 lupi, distribuiti principalmente nelle aree montuose dell’Appennino e delle Alpi. La loro presenza in pianura e nelle zone urbane è rara e legata agli spostamenti di alcuni esemplari solitari in dispersione, cioè alla ricerca in cerca di nuovi territori e risorse.

Nonostante l'espansione del lupo in tutta Italia sia un fenomeno acclarato, a Milano e nelle altre aree metropolitane gli avvistamenti sono eventi sporadici che però hanno un impatto mediatico molto forte. Spesso la notizia viene presentata con toni allarmistici che amplificano la percezione di un pericolo imminente per le attività economiche e la sicurezza delle persone. Ai media si aggiungono poi i politici che suggeriscono l'esistenza di un pericolo imminente per la sicurezza. La verità però è che non si è mai verificata un'aggressione da parte del lupo ai danni dell'essere umano nella storia dell'Italia unita, anche se questi animali attraversano da sempre le nostre città.

I lupi, infatti, provano un'innata diffidenza nei confronti dell'essere umano. Quando si avvicinano ai centri abitati, lo fanno perché questi sorgono su un territorio che devono attraversare o perché spinti da necessità legate alla dispersione. Non esiste una popolazione stabile di lupi a Milano, al contrario di quanto sta avvenendo sul litorale romano, e gli avvistamenti isolati non sono sufficienti per parlare di emergenza.

Perché i lupi arrivano sul Naviglio

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Prima di Nemo anche i lupi Ambrogio e Diana sono arrivati nell’hinterland milanese

Anche se la città non è il loro habitat naturale alcuni esemplari finiscono comunque sulle sponde del Naviglio Grande, a Rozzano e nell'hinterland di Milano. La spiegazione è legata al fenomeno della dispersione giovanile. I lupi sono animali sociali che vivono in gruppo, quando raggiungono una certa età (solitamente tra i 12 e i 24 mesi), alcuni individui lasciano il gruppo di origine per cercare un proprio territorio.

I branchi di lupi hanno una gerarchia ben definita e all'apice c'è la coppia riproduttiva, detta anche "alpha". Ci sono poi i cuccioli nati durante l’anno in corso, e poi altri soggetti gregari detti helper. Questi ultimi sono i fratelli maggiori, i cuccioli degli anni precedenti che una volta cresciuti decidono di restare nel branco di origine con i nuovi nati per vigilare su di loro. I giovani lupi che non restano nel branco come helper vanno invece in dispersione, alla ricerca di nuovi territori o di un partner. Questi ultimi sono "i lupi solitari" che è possibile incontrare anche nelle zone periurbane.

Nel loro vagare, i lupi giovani ed esperti possono attraversare zone altamente antropizzate, seguendo fiumi, canali e corridoi ecologici che connettono aree naturali diverse. Il Naviglio Grande rappresenta un passaggio ideale per questi animali, che lo utilizzano come via di spostamento, fino a quando non restano bloccati dalle acque.

Questa dinamica non è affatto nuova: nel 2023, un lupo è stato segnalato nella periferia di Varese, mentre nel 2022 un esemplare è stato avvistato vicino a Lodi. E prima ancora, nel 2019, due giovani lupi: Ambrogio e Diana, sono stati ritrovati a distanza di pochi giorni l'uno dall'altra rispettivamente nel Naviglio Grande a Milano e in un canale di una centrale elettrica a Lonato, in provincia di Brescia.

In tutti questi casi, gli animali erano giovani che non hanno mostrato comportamenti aggressivi né segnali di adattamento alla vita urbana: erano semplicemente di passaggio, in cerca di una nuova casa.

Abbattere i lupi: propaganda politica

Nonostante l’assenza di un reale pericolo, alcuni politici hanno chiesto misure drastiche per gestire la presenza dei lupi. Tra questi c'è Giacomo Zamperini, consigliere regionale della Lombardia e coordinatore del gruppo di lavoro sui grandi carnivori. All'indomani del ritrovamento del lupo Nemo l'esponente di Fratelli d'Italia ha dichiarato: "Il lupo non è più un problema circoscritto alle aree rurali o montane, ma un fenomeno che sta interessando anche le metropoli, come Milano. La realtà è chiara: non è l’uomo a dover adattarsi alla presenza del lupo, ma è il lupo che deve adattarsi all’ambiente urbano e alle attività umane. Chi sostiene la tutela di questa specie deve capire che, in alcune circostanze, è necessario trovare un equilibrio che garantisca sia la sicurezza degli animali che quella delle persone"

Parole che sottintendono l'idea che la presenza del lupo vada gestita anche attraverso gli abbattimenti. Una prospettiva non così remota, soprattutto a seguito del declassamento dello status di protezione del lupo richiesto dalla Commissione Europea, iniziativa che potrebbe avere effetti a cascata negli ordinamenti di tutti gli Stati membri.

Abbattere i lupi però non è una soluzione: l'eliminazione di alcuni esemplari può addirittura peggiorare la situazione. Quello che è certo è che i lupi torneranno a farsi vedere nei dintorni di Milano, sia perché il loro numero è in crescita sia perché la dispersione è un fenomeno naturale. Ma questo non significa che rappresentino un pericolo. Milano non è assediata dai lupi, deve imparare a convivere con una fauna selvatica in espansione.

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