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Il caso dei "lupi feroci" riportati indietro dall'estinzione dall'azienda statunitense Colossal Biosciences sta occupando le prime pagine di cronaca, ma non quelle delle riviste scientifiche. Nulla di quanto presentato ai media è stato ancora stato oggetto di revisione da parte della comunità di esperti, come si dovrebbe sempre fare invece in casi come questi. Nelle ultime ore infatti si sta mettendo in dubbio che i tre "metalupi" siano davvero l'Aenocyon dirus vissuto durante il Pleistocene.
Per fare chiarezza Fanpage.it ha raggiunto il genetista e professore dell'Università Federico II di Napoli Giuseppe Saccone: "Quello che è stato ottenuto è un lupo grigio modificato geneticamente per assomigliare quanto più possibile al dire wolf. Questo non è ancora resuscitare una specie".
Dalla Colossal Biosciences sostengono di aver usato l'editing genomico combinando Dna di dire wolf (Aenocyon dirus) con quello del lupo grigio (canis lupus). Cosa non torna?
Il gene editing consiste nella modifica della sequenza del Dna in vivo nelle cellule. Dobbiamo immaginare il Dna come una sorta di software (la sequenza del genoma) che ha dentro di sé il "programma" per creare una determinata specie, e cambiandolo in alcuni punti possiamo modificare l'identità di quella specie in un'altra Questa tecnica al momento ci permette di fare alcuni cambiamenti, ma su pochi geni. Per il dire wolf della Colossal sono stati modificati 20 geni, è moltissimo per lo stato attuale della nostra tecnologia, ma non ancora abbastanza per poter dire di aver riportato in vita dall'estinzione un'altra specie, anche perché non sappiamo su quali geni sono intervenuti, e quali caratteristiche avranno i lupi adulti, perché la scoperta non è stata messa a disposizione della comunità scientifica. Non avendo video dei lupi del pleistocene di 10.000 anni fa, non sappiamo come ululavano, come si comportavano, che aspetto avessero con precisione. Sulla base dei fossili, ci siamo fatti solo una idea approssimativa.
Però loro sostengono di aver ridato vita al dire wolf, e che i cuccioli sono fisicamente diversi dai lupi. Non basta questo per sostenere che sia un'altra specie?
No. I ricercatori hanno scelto una ventina di geni sulla base delle conoscenze che abbiamo attualmente dei canidi, e hanno scelto di intervenire su quelli che presentano un fenotipo visibile esternamente come il colore e la lunghezza del pelo. Probabilmente hanno modificato anche alcuni dei geni che intervengono sui fattori di crescita dato che il dire wolf del Pleistocene raggiunge dimensioni molto maggiori rispetto al lupo, ma da qui a dire di aver riportato una specie dall'estinzione c'è molta differenza. Quello che è certo è che hanno ottenuto è un lupo grigio modificato geneticamente.
Il lupo grigio e l'Aenocyon dirus condividono il 99,5% del loro Dna. Non è una percentuale sufficiente?
Noi sappiamo che il genoma del lupo grigio è oltre 2 miliardi di coppie di basi, di cui 1.990.000.000 sono comuni con l'Aenocyon dirus. In questo lupo ci sono quindi 10.000.000 di differenze nucleotidiche, di cui solo una parte è funzionale ma non sappiamo bene quale. Se di questi nucleotidi se ne cambiano solo una piccola parte localizzata in una ventina di geni, bisognerà valutare se sono stati identificati i più significativi. La verità però è che noi non abbiamo ancora idea di come la sequenza genomica controlli la costruzione dell'organismo finale, non sappiamo come la sequenza lineare del genoma si traduca in una struttura tridimensionale che poi dà vita al lupo, alla giraffa, all'uomo, o a tratti fenotipici complessi come un orecchio, il naso e così via.
Cosa salva di questo esperimento?
Sicuramente è interessante che abbiano a disposizione una tecnologia tale da modificare in un'unica cellula (cellula uovo fecondata in vitro, modificata prima di impiantarla nell’utero) la bellezza di 20 geni. Con l'avvento dell'Artificial intelligence probabilmente saremo molto più capaci di capire i cambiamenti genomici da fare per portare una specie vivente ad assomigliare quanto più è possibile a una specie estinta. Inoltre, questi esperimenti possono portare a nuove conoscenze e probabilmente anche a nuove tecnologie che adesso non riusciamo a immaginare.
Che idea si è fatto dell'annuncio della Colossal Biosciences?
Colossal Bioscience è guidata da George Church, professore di Harvard molto autore di un libro recente proprio sulla destinzione, e dal socio Ben Lamm. Insieme con precedenti operazioni, Colossal Bioscience ha raccolto poco meno di 500 milioni di dollari. Però al momento non c'è nulla che possa essere revisionato dalla comunità scientifica: non è stato pubblicato l'articolo relativo alla scoperta, e non è stato neanche depositata la sequenza genomica ottenuta da Dna fossile del cranio del dire wolf che sarebbe stata usata dagli scienziati. E’ un esperimento molto interessante che combina genetica dello sviluppo, genetica evolutiva, genomica comparativa e biologia della riproduzione, ma sarà necessario attendere la crescita di questi tre lupi geneticamente modificati per capire quali caratteristiche adulte saranno cambiate rispetto al lupo grigio, piuttosto che capire quanto assomiglierà ad un lupo estinto di cui sappiamo poco.