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4 Febbraio 2025
13:05

“Niente cani nei parchi di Milano”: l’assurda proposta che sta facendo discutere

Polemica a Milano: i garanti del verde chiedono di vietare l'accesso alle aree verdi ai cani. L'assessora risponde con un no secco ma intanto nel capoluogo meneghino prolificano i forasacchi che causano danni gravi agli animali. E in tutto questo in altre aree di Milano, invece, i cani possono girare anche senza guinzaglio.

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Vietare le aree verdi ai cani. E' la richiesta che arriva da ben tre esperti che sono stati nominati dal Sindaco Sala come ‘Garanti del verde del Comune di Milano' e che prestano la loro opera a titolo gratuito al fine di "controllare l’applicazione corretta delle normative su consumo di suolo e tutela del verde, di incrementare il verde e gli alberi della città, di promuovere ascolto e informazione verso i cittadini", come recita il dettato del loro mandato sul sito dell'ente meneghino.

Ilda Vagge, Alessandro Bianchi e Nicola Noè sono arrivati a chiedere di aggiungere un articolo al Regolamento comunale sulle aree verdi rivolto in realtà a tutti gli animali d'affezione ma in particolare ai cani. La motivazione? "La salvaguardia della biodiversità (tutela fauna selvatica e evitare danni alle piante erbacee, arbustive e arboree), per prevenire danni agli impianti di irrigazione (ale gocciolanti), per la tutela della salute dei cani (caso forasacchi ad esempio e interazione con altri individui) e per la tranquillità e sicurezza dei cittadini che frequentano gli spazi verdi (atteggiamenti aggressivi, deiezioni varie)".

Gli esperti, però, evidentemente non si sono confrontati prima con Elena Grandi, l'assessora al Verde di Palazzo Marino, tanto che hanno ricevuto un immediato ‘no' da parte di quest'ultima che ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di inserire il divieto all'interno di un regolamento che prevede solo che l'accesso ai cani è sempre consentito – tranne dove non chiaramente indicato – a patto che siano condotti al guinzaglio.

Il punto nodale della questione sembra essere una visione differente della tutela della fauna e della flora, senza però una riflessione congiunta che riguardi la convivenza tra esseri umani con e senza cani, il benessere di questi ultimi, la cura delle aree verdi e il decoro pubblico.

Quest'ultimo, del resto, è la pietra dello scandalo: il problema nasce infatti e ‘semplicemente' dall'educazione delle persone insieme al loro compagno canino, tanto che l'assessora ha altrettanto rapidamente sottolineato sul Corriere della Sera di avere riferito ai garanti di ritenere "impensabile vietare l’accesso dei cani nelle aree verdi" ma aggiungendo che le persone devono rispettare l’uso del guinzaglio e il possesso della museruola "perché spesso i cani girano liberi dove non dovrebbero".

Il conflitto in città è dalla notte dei tempi che va avanti e riguarda in realtà diverse ‘categorie' di cittadini. Si pensa infatti che vi sia solo da una parte chi subisce la maleducazione delle persone che vivono con un cane e dall'altra un unico modo di comportarsi di questi ultimi. Ma in realtà chi bada al decoro pubblico, al seguire le regole di una civile convivenza e al benessere del proprio compagno a quattro zampe ha tra i suoi peggiori avversari proprio quelli che a loro volta vivono con un cane e non rispettano nulla. Generalizzare dunque queste due tipologie di cittadini porta disagio anche a chi si comporta come si dovrebbe e che deve pure subire l'onta del  paragone con chi vive in una comunità nella totale indifferenza delle esigenze comuni.

Si tratta, del resto, di una storia che va avanti da tempo e di certo non solo a Milano. Ma il capoluogo lombardo sta diventando simbolo di diverse battaglie che vanno a colpire il benessere del cane e delle persone che ne hanno uno nella vita in città. l'Assessora infatti è tornata anche su un'altra polemica in corso per le strade milanesi, ovvero le proteste da parte delle persone che sono con cane a seguito sucome è gestita la pulizia delle aree verdi in cui la presenza di forasacchi, a causa della decisione di sfalciare meno l'erba, rappresenta una minaccia grave per i loro quattro zampe.

"I minori sfalci sono una manna per la biodiversità e se si tiene il cane al guinzaglio, come da regolamento, non si prendono i forasacchi", ha detto Grandi ma le cose non sono affatto così semplici perché di certo non basta tirare via il cane per evitargli il pericolo. La risposta non tiene conto davvero del rischio a cui si espone l'animale: la conseguenza di una tale affermazione si traduce banalmente nel non far avvicinare proprio un cane alle aiuole milanesi, perché non si può proprio correre il pericolo che Fido entri in contatto con la spiga di queste graminacee che facilmente può penetrare nella cute, nelle orecchie, negli occhi o nella gola, causando danni anche gravi.

Ritornando sulla questione dell'accesso alle aree verdi, il Comune di Milano ha ben 422 zone in cui i cani possono girare al guinzaglio su una popolazione di oltre 1 milione e mezzo di animali registrati all'anagrafe del Comune. Ma Milano si caratterizza anche per una scelta di segno decisamente opposto a ciò di cui si sta discutendo adesso e che pochi sanno o ricordano: ci sono aree in cui da tempo si sperimenta la possibilità di tenere i cani liberi e non in aree recintate. Ad esempio accade al Parco delle Basiliche dove da anni – come indicato sul sito del Comune – in determinate fasce orarie è possibile liberare gli animali dal guinzaglio.

Cane libero o al guinzaglio, in ogni caso, la questione è che chi è al governo di una città deve dare risposte ai cittadini tutti e garantire a ognuno la massima vivibilità nella condivisione degli spazi. Ciò, detto francamente, ha poco a che fare con il cane in quanto tale ma solo con le regole di convivenza che però vanno emanate da persone competenti che abbiano la visione d'insieme. Altrimenti continueranno a essere perpetrati comportamenti scorretti di cui pagheranno le conseguenze però anche le famiglie multispecie che di certo non possono accettare che il proprio compagno canino non abbia nemmeno la possibilità di calpestare un prato o anche solo di annusare un'aiuola.

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