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26 Ottobre 2024
17:00

Nelle famiglie di uccelli tessitori le femmine aiutano di più rispetto ai maschi: loro hanno altro a cui pensare

Nelle famiglie di uccelli tessitori, le figlie femmine aiutano di più i genitori e i fratelli più piccoli. I figli maschi, tuttavia, non lo fanno perché sono svogliati o egoisti, ma perché hanno altro a cui pensare: cercare nuove opportunità di vita e territori.

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Anche tra gli uccelli dare una mano in famiglia può fare la differenza tra la vita e la morte, soprattutto se vivi tra le aride distese del deserto africano del Kalahari, dove le condizioni ambientali possono essere davvero estreme. Qui, il comportamento sociale e cooperativo del tessitore passerino dai sopraccigli è ben noto, ma a quanto pare nasconde un aspetto delle dinamiche familiari abbastanza sorprendente. Uno studio recente, pubblicato sulla rivista PLOS Biology, ha infatti svelato che all'interno delle famiglie di questi tessitori sono soprattutto le figlie femmine ad aiutare di più i genitori e i fratelli più piccoli. I maschi lo fanno molto meno, ma non perché siano svogliati o egoisti: hanno altro a cui pensare.

Le figlie restano in famiglia e aiutano di più

I tessitori passerini dai sopraccigli (Plocepasser mahali) vivono in gruppi familiari composti da una coppia riproduttiva, mamma e papà, e dai loro figli delle generazioni precedenti, i quali partecipano attivamente nella cura dei fratellini appena nati. Tuttavia, la partecipazione non è equamente distribuita: le figlie tendono infatti a rimanere nel gruppo familiare più a lungo rispetto ai maschi e dedicano quindi molto più tempo ed energie ad aiutare i genitori, nutrendo i fratellini minori.

L'ipotesi più accreditata per spiegare queste disuguaglianze familiari è sempre stata che una femmina, rimanendo più a lungo all'interno della famiglia, ha maggiori possibilità di trarre benefici dal suo sforzo di cooperazione, per esempio ricevendo aiuto in cambio dagli stessi membri della famiglia quando metterà sù una famiglia tutta sua. Tuttavia, i risultati dello studio suggeriscono che la realtà potrebbe essere un po' diversa.

Perché i maschi aiutano meno? La ricerca di nuove opportunità

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Attraverso oltre dieci anni di ricerche sul campo e un innovativo studio di tracciamento dei movimenti degli uccelli, il team di ricercatori ha svelato un nuovo possibile meccanismo alla base di queste differenze tra maschi e femmine. Invece di aiutare meno perché riceveranno meno benefici futuri, i maschi sembrano ridurre il loro contributo alle attività familiari perché devono dedicare più tempo alla ricerca di nuove opportunità di vita e riproduzione al di fuori del gruppo.

Questo "compromesso con la dispersione" (ovvero la ricerca di un territorio proprio da occupare) rappresenta un vero e proprio conflitto tra l'investimento nella famiglia e il tempo da dedicare per cercare ed esplorare nuovi territori. Come ha spiegato Andrew Young, che guida il progetto di studio sui tessitori del Kalahari, «i nostri risultati indicano un'interpretazione alternativa che ha ricevuto finora meno attenzione. I maschi aiutano meno perché passano più tempo a cercare opportunità di vita e riproduzione altrove, e questi sforzi compromettono il loro investimento nella cooperazione all'interno del gruppo familiare».

Si può applicare quest'ipotesi ad altre specie?

Il compromesso tra cooperazione e dispersione potrebbe però non essere un problema esclusivo dei tessitori. Rappresenta, infatti, una sfida universale per quasi tutti gli animali sociali, esseri umani compresi: non c'è mai abbastanza tempo ed energie per fare tutto contemporaneamente, per cui bisogna fare delle scelte. Quanto accade nei tessitori potrebbe quindi persino spiegazione più generale l'evoluzione delle differenze di genere nella cooperazione all'interno delle società animali, mettendo in crisi l'idea del "più resti, più beneficerai dall'aver aiutato".

L'evoluzione della cooperazione tra i sessi e delle differenze tra maschi e femmine, dunque, potrebbe perciò essere fortemente influenzata dalle diverse necessità e strategie di vita adottate da dai due generi per garantire la sopravvivenza della specie. Nei tessitori, i maschi devono investire più energie nella ricerca di nuovi territori e partner, mentre le femmine, restando più a lungo con la propria famiglia, garantiscono un supporto maggiore per la crescita dei fratelli più piccoli.

Perché è importante comprendere le dinamiche familiari

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Questo studio fornisce una nuova chiave di lettura per interpretare le differenze di comportamento tra maschi e femmine nelle società animali. La scoperta del compromesso tra cooperazione e dispersione, infatti, apre nuove prospettive per la ricerca sulla cooperazione, sull'altruismo e sull'organizzazione sociale in numerose specie animali. Studiare e comprendere questi meccanismi è però essenziale non solo per arricchire la nostra conoscenza dell'etologia degli animali, ma anche per tutelare meglio queste specie.

Molti animali a rischio estinzione devono trovare un equilibrio tra migliorare il successo familiare e la necessaria ricerca di nuovi territori da occupare. Negli uccelli tessitori, le figlie femmine che si prendono cura dei fratelli piccoli rappresentano un modello di dedizione familiare, mentre i maschi che cercano ed esplorano nuovi territori incarnano l'impulso alla scoperta e al cambiamento: due facce della stessa medaglia evolutiva, che insieme plasmano la vita e il futuro di questi affascinanti uccelli del Kalahari.

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