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28 Dicembre 2024
11:00

Nel Regno Unito una persona su sette che vive con un cane brachicefalo non considera problematico il suo stato di salute

Uno studio del Royal Veterinary College e della Blue Cross ha evidenziato che una persona su sette nel Regno Unito che vive con un cane brachicefalo non crede che i problemi di salute di cui soffre questa tipologia siano così importanti da condizionarne la vita, nonostante sia dimostrato che le cose stanno così.

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Una persona su sette nel Regno Unito che vive con un cane brachicefalo non crede che i problemi di salute di cui soffre questa tipologia di animali siano così importanti da condizionarne la vita, nonostante sia dimostrato che le cose stanno così. E' il risultato di uno studio effettuato da alcuni ricercatori del Royal Veterinary College (RV) e della Blue Cross, pubblicato sulla rivista Pets, che sollecitano un approccio più ampio al problema.

I problemi di salute dei brachicefali ritenuti una "qualità estetica" o "pigrizia"

Le campagne di sensibilizzazione, dunque, non hanno funzionato in Gran Bretagna e si può dire che anche nel nostro Paese continua a esserci poca attenzione a questo delicato tema. Nonostante la scienza abbia infatti dimostrato quanto la selezione estrema abbia reso questi soggetti strutturalmente affetti da diverse patologie, chi ha la "passione" per razze come i Bouledogue Francesi, i Carlini, i Boxer o il Boston Terrier (per citarne alcune) non rinuncboston ia a comprarne e dunque a finanziare allevatori poco scrupolosi e attenti al benessere di animali molto delicati.

Il sondaggio è stato fatto attraverso la partecipazione di 2.000 persone che vivono con un cane nel Regno Unito di cui quasi la metà (964) ha accanto soggetti non brachicefali, 706 con animali classificati con problemi lievi-moderati e 336 con brachicefali ritenuti in situazioni di salute estreme.

Il 13,7% delle persone con quest'ultima tipologia di cani e il 7,2%  degli altri gruppi hanno ritenuto che nulla avrebbe impedito loro di acquistare una razza brachicefala. È emerso anche che circa un terzo (33,6%) delle persone di cani brachicefali con gravi problemi di salute e il 30,6% di quelle che hanno soggetti con patologie meno problematiche ritengono che la brachicefalia non abbia avuto un impatto negativo sulla durata della vita, rispetto all'11,3% di chi ha accanto un cane di altra morfologia.

«La popolarità dei cani brachicefali è aumentata in tutto il mondo nonostante le crescenti prove dei loro gravi problemi di salute e benessere, in gran parte dovuti alla loro conformazione estrema – scrivono gli esperti – Il sondaggio ha esplorato le conoscenze e gli atteggiamenti nei confronti dei cani brachicefali, con analisi statistiche multivariabili che identificano i fattori di rischio per la normalizzazione delle anomalie correlate alla brachicefalia, la preferenza per i volti piatti e la "pigrizia" nei cani e l'intrattabilità auto-riferita all'essere scoraggiati dall'acquisto di una razza brachicefala».

Ciò che è emerso è dunque che quasi una persona su sette ritiene che non ci sia «nulla che possa dissuaderlo dall'acquistare un cane brachicefalo» e ciò perché la spinta è dovuta alla forte preferenza per i musi piatti «come caratteristica estetica altamente desiderabile e dalla convinzione che la brachicefalia non ha un impatto negativo sulla durata della vita».

Secondo queste persone, la conformazione dei brachicefali non influisce sul loro stato di salute ma è appunto un "vezzo"  e per quanto riguarda le difficoltà motorie di questi soggetti sono considerati una caratteristica caratteriale, come se fosse "pigrizia" praticamente.

Dalle interviste è emerso anche che da parte delle persone vi erano stati «bassi livelli di ricerca pre-acquisto», quindi alla base di tutto un totale disinteresse rispetto a "chi" stavano acquistando che risulta dalle risposte essere più una "cosa" che un animale cui badare dal punto di vista psicofisico e di cui conoscere le caratteristiche, appunto, ancora prima di decidere di farlo entrare nella propria vita.

«Questi risultati – concludono i ricercatori – evidenziano la pervasività delle barriere percettive che inibiscono le campagne sulla brachicefalia e la necessità di interventi mirati per affrontare i preconcetti (ad esempio, sfatare i miti sulla pigrizia come tratto positivo), pur tenendo presente l'eterogeneità delle convinzioni all'interno della popolazione brachicefala, in particolare la sottopopolazione intrattabile per la quale spostare le preferenze dalle conformazioni a faccia piatta potrebbe rivelarsi impossibile senza misure più forti, ad esempio un cambiamento legislativo».

Che cosa è la sindrome brachicefala e che sintomi hanno i cani che ne soffrono

Le razze brachicefale soffrono quasi tutte di quella che è chiamata proprio "sindrome brachicefalica" (BOAS – Brachycephalic Airway Obstruction Syndrome) o "sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori". La causa attiene alla struttura ossea del cranio rotondo, abbinata alle narici strette, al palato molle ispessito, allo schiacciamento della trachea e al collasso laringeo.

Come ha scritto Laura Arena, veterinaria esperta in benessere animale, su Kodami: «I sintomi più comuni della sindrome ostruttiva sono: respiro rumoroso, rumori russanti, tosse, respirazione a bocca aperta, affaticabilità, colpo di calore, sincopi e difficoltà ad alimentarsi. Il passo però dai rumori respiratori e l’affaticabilità alla vera e propria dispnea, o fame d’aria, è molto breve, e può avvenire a seguito di minimi stimoli come breve attività fisica, mutamenti climatici o aumenti di peso».

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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