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17 Febbraio 2025
18:24

Mentre in Italia vogliamo abbattere i lupi, in Scozia si pensa a quanto sarebbe utile reintrodurli

Secondo un nuovo studio, la reintroduzione del lupo in Scozia aiuterebbe a tenere sotto controllo il numero di cervi, permettendo la rigenerazione delle foreste e contribuendo così a sequestrare fino a un milione di tonnellate di CO2 ogni anno.

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Un nuovo studio ha calcolato gli effetti positivi per clima e ambiente dell’eventuale reintroduzione del lupo in Scozia, dove la specie è stata estinta circa 250 anni fa

Negli ultimi mesi, il lupo è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico ed ecologico europeo. La recente decisione dell'Unione Europea di declassare lo stato di protezione della specie ha aperto la strada a politiche meno restrittive sulla sua gestione, alimentando le pressioni per facilitare gli abbattimenti. In Italia, infatti, il lupo viene sempre più dipinto esclusivamente come una minaccia per gli allevatori e le economie locali, ignorando spesso il ruolo cruciale che questo predatore svolge per l'ambiente e gli ecosistemi. Nel frattempo, in Scozia, dove non ci sono più i lupi da secoli, si valuta una loro possibile reintroduzione per via degli effetti positivi che avrebbe per il clima e la biodiversità.

Lo studio sugli effetti positivi della reintroduzione del lupo

Uno studio condotto dall'Università di Leeds ha infatti evidenziato come l'eventuale ritorno dei lupi nelle Highlands scozzesi potrebbe favorire la rigenerazione delle foreste, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di CO2. L'idea alla base è molto semplice: la presenza del lupo terrebbe sotto controllo la popolazione di cervi, i quali, senza predatori naturali, aumentano in maniera incontrollata e, mangiando germogli e giovani piante, impediscono la crescita di alberi e nuove foreste.

I ricercatori stimano che una popolazione di circa 167 lupi potrebbe però ripristinare le dinamiche ecologiche preda-predatore da permettere la rigenerazione spontanea e naturale della copertura forestale. Tutto questo, avrebbe un effetto positivo notevole anche sull'assorbimento del carbonio atmosferico: si calcola che i nuovi boschi potrebbero sequestrare fino a un milione di tonnellate di CO2 all'anno, contribuendo per il 5% all'obiettivo fissato di rimozione del carbonio attraverso le foreste britanniche.

Il valore economico dei lupi

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Ogni singolo lupo reintrodotto contribuirebbe ad assorbire 6.080 tonnellate di CO2 ogni anno, per un valore economico calcolato in circa 154.000 sterline

Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Ecological Solutions and Evidence, stimano che ogni singolo lupo reintrodotto contribuirebbe ad assorbire 6.080 tonnellate di CO2 ogni anno, per un valore economico calcolato in circa 154.000 sterline (oltre 185.000 euro). Questi risultati rappresentano il primo vero studio approfondito sui benefici ecologici e climatici della possibile reintroduzione del lupo nel Regno Unito e sottolineano ancora una volta il prezioso contributo – anche economico – dei grandi carnivori.

Dominick Spracklen, autore principale dello studio, ha infatti sottolineato in un comunicato come la crisi climatica e quella della biodiversità non possano essere affrontate separatamente. La reintroduzione dei grandi predatori può però essere una soluzione per ripristinare le dinamiche naturali degli ecosistemi ormai troppo alterati e degradati, con effetti positivi che si ripercuotono anche sulla mitigazione degli effetti negativi della crisi climatica e sull'economia dei costi per contrastare la stessa crisi.

I lupi in Europa, una storia travagliata

In passato, i lupi erano presenti anche sulle isole britanniche e in Scozia, ma a differenza di quanto accaduto in Italia e in Europa continentale, la persecuzione da parte degli esseri umani ha portato alla loro totale estinzione già circa 250 anni fa. Oggi, i lupi sono in aumento in tutta Europa, inclusa l'Italia, dove secondo l'ultimo monitoraggio condotto dall'ISPRA ci sono circa 3.500 individui, numeri impressionanti se si considera che negli anni 70 la specie era sull'orlo dell'estinzione.

Questa crescita ha inevitabilmente facilitato avvistamenti e interazioni, inasprito i conflitti e riacceso le ataviche paure nei confronti dei lupi, il cui ritorno spontaneo – considerato uno dei più grandi traguardi della conservazione – rischia di essere mandato in fumo attraverso gli abbattimenti, giudicati dalla maggior parte degli esperti non necessari e nemmeno efficaci per ridurre le predazioni nei confronti degli animali allevati. Naturalmente, anche l'idea di reintrodurre i lupi in Scozia non è priva di opposizioni.

Lupi ed esseri umani, una convivenza difficile, ma possibile

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Mentre in Italia il lupo continua a essere demonizzato e si spinge per abbatterlo più facilmente, in Scozia si ragiona invece su come possa diventare un prezioso alleato

Molti allevatori e cacciatori temono che il ritorno di questi predatori possa mettere in pericolo il bestiame e ridurre la disponibilità di animali da cacciare. Tuttavia, gli scienziati insistono sul fatto che tali problematiche possano essere gestite con politiche adeguate di prevenzione e una pianificazione attenta. Lee Schofield, coautore dello studio, evidenzia come sia fondamentale coinvolgere attivamente tutte le parti in causa, dalle comunità locali alle istituzione, per garantire che un'eventuale reintroduzione avvenga in modo sostenibile e condiviso.

Mentre in Italia il lupo continua a essere demonizzato e si spinge per abbatterlo più facilmente, in Scozia si ragiona invece su come possa diventare un prezioso alleato nella lotta agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e per il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Due approcci diametralmente opposti che raccontano due visioni diverse della necessaria convivenza tra esseri umani e carnivori, ma che non sono altro che due facce della stessa medaglia: complessa, indubbiamente difficile da gestire, ma indispensabile per tutti.

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