«Questo governo sta facendo proprie le istanze del mondo venatorio più retrivo, perché accetta proposte provenienti dalle associazioni dei cacciatori che cercano addirittura di impedire il ricorso alla giustizia, pur di garantire quello che vogliono». Così Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali del Wwf Italia, commenta l'emendamento alla Legge Bilancio che mira a limitare la pratica dei ricorsi ai Tribunali amministrativi regionali sui calendari venatori.
L'emendamento, presentato dalla deputata di Fratelli d'Italia Maria Cristina Caretta, tuttavia è solo l'ultimo di una serie di iniziative che hanno spinto 14 associazioni ambientaliste italiane (Animalisti Italiani, Cabs, Enpa, Federazione Nazionale Pro Natura, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu, Lndc, Oipa, Rete dei Santuari, Wwf Italia) a scrivere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per segnalare le gravi incostituzionalità contenute nella Manovra 2025.
«Il presidente Mattarella, in quanto garante della Costituzione è al di sopra di tutti gli interessi, per questo pensiamo che il suo intervento possa dare un segnale – spiega Caserta – Nella Costituzione vengono richiamati gli accordi internazionali che l'Italia ha sottoscritto, il fatto che si facciano delle leggi in contrasto non è accettabile. Chiediamo quindi al Presidente della Repubblica un'attenzione particolare sul tema, perché questa strategia sottopone l'Italia a procedure di infrazione da parte dell'Unione Europea, al punto che il maggior numero di infrazioni per le quali stiamo pagando riguardano proprio questioni ambientali».
Perché è stato inserito un emendamento pro-caccia nella Legge di Bilancio 2025
L'iter che accompagna l'approvazione della Legge di Bilancio rappresenta un momento molto particolare della vita del Paese. Attraverso le voci di spesa è possibile comprendere quale sarà l'orientamento economico e politico dell'anno che sta per cominciare. Ma accanto a queste previsioni, la Legge di Bilancio accoglie anche una serie di disposizioni che poco c'entrano con l'economia. Il motivo sta nei tempi spesso molto stretti che costringono i parlamentari di Camera e Senato ad accettare interi "pacchetti di emendamenti" per poter approvare la Manovra entro il 31 dicembre dell'anno in corso.
«Un conto è presentare una proposta di legge nell'ambito di un iter ordinario che quindi possa garantire anche momenti di confronto e anche di contrapposizione, un altro è presentare un emendamento di notte, confidando sul fatto che, siccome deve essere approvata entro il 31, verrà approvata – sottolinea il referente del Wwf – Un escamotage scorretto anche dal punto di vista del regolamento di Camera e Senato perché si va a inserire una disposizione che nulla ha a che fare con l'oggetto della normativa nella quale si inserisce».
Si tratta di una modalità a cui l'attuale Governo non è nuovo: era successo lo stesso con l'approvazione all'interno della Legge di Bilancio del 2023 dell'emendamento "Far West".
Cosa prevede l’emendamento in Manovra e cosa cambia per i calendari venatori
L'emendamento modifica l’articolo 18 della Legge 157/1992, la legge quadro sulla caccia. Due sono i punti in particolare che preoccupano gli attivisti. Il primo riguarda la sostituzione del parere necessario non vincolante dell'Ispra con quello del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, organo ricostituito per volontà dell'attuale ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, e al cui interno hanno un peso significativo le associazioni venatorie e le confederazioni agricole, a scapito della componente scientifica.
La proposta vìola inoltre il principio di accesso alla giustizia di cittadini e associazioni, rendendo più difficile impugnare i calendari venatori, cioè quegli strumenti che regolano l'attività di caccia nelle singole regioni. Allo stato attuale i giudici possono sospenderli del tutto o in parte qualora ravvisino il rischio di un danno irreparabile alla fauna selvatica determinato dall’uccisione di animali autorizzata da provvedimenti illegittimi. La stagione della caccia ad oggi è caratterizzata dal braccio di ferro tra le associazioni di tutela animale e le Regioni che approvano i calendari.
La parlamentare che ha proposto l'emendamento ha spiegato in una nota di voler risolvere questa impasse allo scopo di «dare maggiore chiarezza al comparto venatorio». Ma secondo Caserta il problema è un altro: «Le Regioni dovrebbero smettere di approvare atti illegittimi. Tar e al Consiglio di Stato respingerebbero i nostri ricorsi se non avessimo ragione, cosa che avviene in qualunque settore, perché qui di la caccia deve beneficiare di un procedimento particolare? La parlamentare in questione, piuttosto che preoccuparsi di vietare l'accesso dei cittadini alla giustizia, perché di questo si tratta e di questo risponderà, dovrebbe preoccuparsi di evitare che le Regioni approvino anno dopo anno calendari palesemente illegittimi».
Questa misura, secondo il Wwf e le altre organizzazioni, di fatto contrasta proprio con l’articolo 24 della Costituzione e con la Convenzione di Aarhus, che garantiscono il diritto alla tutela giurisdizionale contro provvedimenti illegittimi.
«Non si possono creare degli ostacoli per una determinata categoria e su un determinato argomento, così come non si possono approvare delle leggi speciali che vanno a colpire soltanto le associazioni ambientaliste a vantaggio delle associazioni venatorie e degli interessi dei cacciatori. Questi ultimi, peraltro, in Italia rappresentano piccolissima minoranza rispetto alla maggioranza degli italiani che ha più volte manifestato in tutti i sondaggi una diffusa contrarietà alla pratica della caccia».
«Da Governo indicazione pro-caccia, ma dialogo ancora possibile»
Questo emendamento è solo l'ultimo di una lunga serie di tentativi per rivedere nel suo complesso la gestione della fauna selvatica. «È evidente che c'è un'indicazione molto chiara da parte di alcuni settori all'interno dei partiti di maggioranza che fino adesso hanno dettato la linea – rileva il referente del Wwf – quindi esprimiamo una forte preoccupazione perché si va contro i principi di tutela della biodiversità e della fauna».
C'è però una possibile apertura. Dante parla infatti dagli Stati generali delle aree protette, in corso a Roma. «Lo stesso governo che fa norme pro caccia oggi invece ha aperto un dibattito sulle aree protette. Magari ci sono delle posizioni diverse, noi cerchiamo di trovare dei punti di contatto, ma perlomeno si fa un percorso legittimo. Tutto questo sulla caccia non c'è. Si continua a pensare che la gestione faunistica coincida con quella venatoria, invece sono due cose completamente diverse. Quindi siamo parecchio preoccupati, ma siamo pronti a continuare a dare il nostro contributo».