Il cadavere di un lupo è stato trovato appeso a un cartello a Frabosa Soprana, piccolo Comune in provincia di Cuneo. L'episodio avviene a meno di 24 ore dal declassamento dello status di protezione del lupo.
Il lupo ucciso in Provincia di Cuneo
Il lupo era appeso per il collo a un cartello pubblicitario proprio sulla rotonda che indica l'inizio del paese. La foto del macabro ritrovamento ha iniziato a girare sulle chat e sui gruppi di Whatsapp dei cittadini fino ad arrivare all'attenzione delle Forze dell'Ordine. Sul posto per il recupero della salma è intervenuto il servizio veterinario dell’Asl Cn1, allertato dalle autorità comunali.
L'assessore piemontese alla Montagna, ai Parchi e alla Biodiversità Marco Gallo ha condannato il gesto in sé e soprattutto il tempismo: «Non possiamo non deprecare l'episodio registrato nel Cuneese ai danni di un lupo a neanche 24 ore dal vertice del Comitato permanente per la Convenzione di Berna, che ha compiuto un passo storico verso una gestione controllata in Europa, declassando la specie da assolutamente protetta a semplicemente protetta. Si tratta di giustizialismo allo stato puro».
Proprio la coincidenza del gesto criminale con il declassamento del lupo ha indotto l'Assessore a insistere sulla necessità di trovare una sintesi tra gli oppositori del lupo e le sigle di tutela dell'animale: «Avvieremo in tempi rapidi un incontro tra tutti i portatori di interesse nella questione per arrivare a una sintesi che sia un punto di equilibrio».
I precedenti della zona: lupi appesi come trofei
Non è la prima volta che la Provincia di Cuneo registra episodi del genere. Questa estate il cadavere del lupo è stato trovato all'ingresso della frazione Villaretto di Pontechianale, e anche in questo caso il lupo era appeso per il collo a un cartello all'ingresso del paese.
I casi di Pontechianale e oggi di Frabosa Soprana raccontano l'escalation del conflitto uomo-animale nel Cuneese, fenomeno di cui l'amministrazione regionale è consapevole, ammette Gallo: «Va riconosciuto che il problema non può più essere procrastinato, perché in alcune aree la coesistenza tra attività produttive e lupo è insostenibile. Trovare tuttavia una soluzione non vuol dire imbracciare i fucili e sparare. Ecco perché è più che mai necessario un vertice per discutere con le tante anime coinvolte nella partita: allevatori, agricoltori, associazioni ambientaliste, operatori turistici. Occorre prima di tutto mettere in campo tutte le strategie possibili per contenere i danni che l'animale può causare».
Nonostante l'esultanza di molti esponenti politici, tra cui il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, il declassamento del lupo non è ancora applicabile. La decisione entrerà in vigore tra tre mesi, e anche in questo caso non sarà possibile uccidere i lupi in maniera indiscriminata, aspetto ricordato anche da Gallo: «La decisione di Berna, che, va sottolineato, non è ancora operativa, ma rappresenta solo il primo passo di un iter che durerà ancora mesi per giungere a un cambiamento di status sul livello di protezione del lupo, deve essere gestita con saggezza. Prima raccoglieremo tutte le istanze provenienti dal territorio e poi ne faremo una sintesi».