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9 Dicembre 2024
15:54

L’uomo dell’anno per la Cnn è Stephen Knight: una vita dedicata ai cani e alle persone con dipendenze

Stephen Knight è “Hero of the Year 2024” per la Cnn: l'uomo ha fondato Dogsmatter, una no profit per far incontrare cani che hanno subito maltrattamenti o abbandono con persone che hanno un passato di dipendenze come era accaduto a lui.

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Per la Cnn l'uomo dell'anno è una persona che ha dedicato la sua vita ai cani. Si chiama Stephen Knight e la sua organizzazione no-profit ha puntato tutto sulla relazione tra persone e quattrozampe secondo un concetto di mutuo soccorso: i "migliori amici dell'uomo" che vengono salvati da situazioni di maltrattamento e abbandono sono affidati a persone che hanno problemi di dipendenze.

Knight ha vinto il titolo "CNN Hero of the Year" grazie al sondaggio online lanciato anche quest'anno dall'emittente in cui i telespettatori potevano scegliere tra cinque nomi diversi. L'associazione  fondata nel 2011 si chiama Dogsmatter e nacque in un momento della sua vita in cui aveva perso tutto a causa dell'abuso di metanfetamine. L'uomo aveva 51 anni e intorno a sé il suo mondo era crollato: aveva perso il lavoro, la casa e anche il rapporto con la sua famiglia. Kinght aveva scoperto anche di essere affetto da Hiv e solo la preghiera della madre di curarsi lo aveva portato a decidere di entrare in un centro di riabilitazione. Ma è stata la richiesta di una sua amica, una persona affetta da dipendenze come lui che era impossibilitata a svolgere lo stesso percorso perché nessuno accettava di far entrare anche il suo cane con lei nelle comunità di recupero, che lo ha portato alla svolta definitiva. La donna, infatti, viveva con la sua cagna, Jayde, e si era rivolta disperata a Knight per farsi accompagnare in canile dove avrebbe dovuto abbandonare la sua compagna di vita.

«Ho guardato Jayde e ci siamo guardati l'un l'altro – ha raccontato Knight alla Cnn – È stato uno dei momenti più spirituali e ho pensato "potremmo aver bisogno l'uno dell'altro qui'». Da quel momento Jayde è diventata la sua "partner", il cane con cui ha iniziato il cammino che ha portato poi alla creazione dell'associazione.

Quell'evento ha portato l'uomo, poi, a comprendere che tante persone e tanti cani si trovavano nella stessa situazione in cui era la sua amica e che bisognava fare qualcosa di concreto per aiutare chiunque fosse in quelle condizioni e si vedesse così obbligato a scegliere se rinunciare al trattamento o, appunto, al suo "migliore amico". Da questo, poi, Knight ha realizzato anche la situazione dei canili negli Stati Uniti, paese in cui in diversi stati ancora si pratica l'eutanasia: «Ho riscontrato luoghi in cui si andava oltre il 150 percento della capacità di ospitalità, cosa che porta alla soppressione dei cani e non potevo accettare di saperlo e non fare nulla al riguardo».

Dopo anni di valutazioni, incontri, adozioni e percorsi di affido, nel 2015 Dogs Matter è diventata una Onlus rivolta al sostegno reciproco per persone in difficoltà e cani alla ricerca di una famiglia, attraverso la professionalizzazione delle persone che lavorano con lui che esaminano i candidati, conducendo valutazioni del comportamento degli animali e con adozioni in cui viene richiesto alle persone di attenersi al piano di recupero e di completare un programma di supporto di 12 mesi come follow up.

Knight convive ora con tre cani: oltre a Jayde ci sono Piper e Lady e la sua organizzazione ha aiutato più di 1.200 animali e relativi esseri umani. Per lui sono passati 14 anni da quando è uscito dalla dipendenza: «Condivido questo premio con Jayde – ha dichiarato – È il motivo per cui l'ho fatto. Un atto di gentilezza e poi c'è stato quel sogno e quell'obiettivo di poter aiutare gli altri e fare un passo alla volta per arrivarci. E… 1.200 cani dopo è incredibile. Ma è solo l'inizio».

Knight riceverà centomila dollari grazie al premio ricevuto che devono essere investiti proprio e solo per la sua associazione direttamente dalla CNN, più altri benefici economici donati da altri sponsor. Il secondo premio è stato assegnato all'attore Michael J. Fox che soffre di Parkinson da quando aveva  29 anni come esempio di speranza «a milioni di persone in tutto il mondo da quando ha lanciato la sua  fondazione nel 2000».

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