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12 Novembre 2024
12:25

Luci LED per “ingannare” gli squali: lo studio su una nuova tecnologia non invasiva per prevenire gli attacchi alle persone

Gli squali usano soprattutto la vista per individuare una preda, anche se non ci vedono molto bene. Riconoscono però le silhouette e talvolta scambiano una tavola da surf per un'otaria. Un gruppo di scienziati in Australia ha però scoperto che se si "spezza" una sagoma con delle strisce luminose a LED gli attacchi si riducono drasticamente.

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Foto di di Macuay University

Surfisti e bagnanti potrebbero presto avere a disposizione un deterrente per ingannare la vista degli squali e ridurre così gli attacchi e gli incidenti con le persone. Una prospettiva che potrebbe diventare realtà grazie agli studi di un gruppo di ricercatori della Macquarie University, in Australia, che ha sviluppato una nuova tecnologia non invasiva e basata sulle luci a LED. I risultati dello studio pubblicati sulla rivista Current Biology sono molto promettenti e si basano su una profonda conoscenza della vita e delle abitudini degli squali, che non hanno propriamente una vista da falco.

Capire il comportamento degli squali per prevenirne gli attacchi alle persone

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Gli squali bianchi si affidano principalmente alla vista per individuare una preda, anche se non ci vedono bene

Gli squali bianchi (Carcharodon carcharias), tra le specie più grandi e pericolose per gli esseri umani, si affidano principalmente alla loro vista per individuare una preda. Partendo spesso da basso e risalendo verso la superficie per colpire il bersaglio, sfruttano la velocità e la potenza per attaccare una foca, un leone marino o, talvolta, un surfista. Non lo fanno quasi mai di proposito, poiché anche se si affidano alla vista hanno un grosso problema: non ci vedono bene.

Gli squali sono molto probabilmente daltonici e miopi. Hanno una scarsa acutezza visiva e non riescono a percepire tutti i dettagli di ciò che vedono in maniera nitida, proprio per questo la loro strategia di caccia si basa principalmente sul riconoscimento delle silhouette. Questo li rende incapaci di distinguere con precisione la sagoma di un leone marino da quella di un surfista disteso sulla sua tavola che nuota con le braccia. Questa è la motivazione principale dietro la maggior parte degli attacchi alle persone: una svista.

Come ingannare gli squali ispirandosi a un pesce luminoso

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In Sudafrica, gli squali bianchi attaccano le otarie dal basso arrivando a saltare fuori dall’acqua

Per superare questa sfida, i ricercatori hanno preso spunto da una strategia difensiva utilizzata da un pesce rospo (Porichthys notatus). Questa specie, diffusa prevalentemente nell'Oceano Pacifico orientale, è in grado di produrre biolomuniscenza grazie ad alcuni particolari organi presenti soprattutto sul ventre chiamati fotofori. Illuminandosi, questo pesce "rompe" la sua silhouette, rendendola discontinua e quindi meno riconoscibile agli occhi di un predatore.

I ricercatori hanno adattato la stessa strategia (che è più o meno quella "utilizzata" anche dagli animali a strisce come zebre e tigri) per "scomporre" la sagoma di un oggetto sulla superficie dell'acqua attraverso luci LED. In pratica, hanno creato una sorta di "mantello dell'invisibilità" per ingannare la vista degli squali ed evitare scambino una tavola da surf vista dal basso per un leone marino. Bisognava però testarlo sul campo.

L'esperimento in Sudafrica durato sei anni

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Immagine da Ryan et al., 2024

Gli scienziati hanno deciso di testare la loro idea con ben sei anni di test in una della aree del mondo più frequentate dagli squali bianchi, ovvero Mossel Bay, in Sudafrica. Gli squali che vivono qui sono famosi in tutto il mondo, poiché si sono specializzati nella cattura delle otarie orsine del Capo (Arctocephalus pusillus) arrivando a saltare fino a diversi metri fuori dall'acqua. Per attirare gli squali, hanno trainato con una piccola imbarcazione una sagoma a forma di otaria illuminate da alcune strisce luminose orizzontali a LED.

Le sagome trainare dalle barche, normalmente, vengono attaccate dagli squali ed è infatti un sistema per ingannarli molto utilizzato per realizzare documentari. Tuttavia, gli attacchi alle finte otarie illuminate si riducevano drasticamente, dimostrando che l'inganno funzionava. Le strisce luminose, infatti, "spezzano" una silhouette intera di otaria in tante parti più piccole e meno riconoscibili. Le luci, tuttavia, devono avere una configurazione una luminosità molto precise per essere efficaci, dimostrando quanto sia complesso trovare una soluzione.

Verso una tecnologia luminosa salvavita

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Applicare strisce luminose su tavole e mute potrebbe ridurre gli attacchi di squali

Per arrivare a questi risultati, i ricercatori hanno dovuto testare tante configurazioni diverse, sia sul numero che sulla direzione delle strisce luminose. Alla fine, sono riusciti a trovare il sistema per ora più efficace e basato essenzialmente su quattro strisce orizzontali. Questi risultati incoraggianti, aprono quindi la strada allo sviluppo di sistemi di dissuasione più sicuri e non invasivi, potenzialmente applicabili per salvare la vita non solo ai surfisti, ma anche a subacquei, nuotatori e chiunque frequenti aree a rischio.

Applicare strisce luminose su tavole da surf e mute da sub, potrebbe ridurre drasticamente le sviste degli squali e gli incidenti con gli esseri umani. Un possibile passo avanti importante verso una convivenza più sicura tra esseri umani e predatori, in cui anche gli squali – fin troppo spesso fraintesi e perseguitati – potranno continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale all'interno dei fragili ecosistemi marini. Forse, con un po' di luce nel posto giusto, potremo davvero fare la differenza.

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