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11 Febbraio 2025
12:17

Luana Zanella sull’inchiesta di Report: “Arrogante il silenzio di Brambilla che ha fondato la sua carriera proprio sull’animalismo”

L'inchiesta di Report sugli intrecci tra interessi privati e tutela degli animali a carico dell'onorevole Brambilla ha scosso il mondo della politica e dell'associazionismo. La deputata Zanella, presidente di Alleanza verdi e Sinistra commenta: "Abbiamo fondato un nuovo Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali dove non c'è spazio per chi ha altri interessi correlati"

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Gli intrecci tra politica e tutela degli animali continuano ad essere sotto i riflettori, dopo i tre servizi dell'inchiesta di Giulia Innocenzi andata in onda su Report e dedicata all'onorevole Michela Vittoria Brambilla che avrebbe utilizzato i soldi delle donazioni fatte alla sua associazione, la Leidaa, per interessi privati e per finanziare il suo partito.

Luana Zanella, deputata e presidente del del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, è una delle poche parlamentari di lungo corso che si è sempre spesa per portare avanti le tematiche relative al benessere animale in politica, dentro e fuori l'emiciclo. Le abbiamo chiesto come stanno le cose in Parlamento e cosa ne pensa di quanto emerso dai servizi andati in onda su Rai 3.

L’inchiesta di Report ha sollevato un vaso di Pandora secondo lei? Possibile che nessuno in Parlamento o nel solo Intergruppo non avesse già dubbi o sospetti su quanto emerso?

L' inchiesta di Report ha messo in evidenza gli intrecci di interessi tra Michela Brambilla e l’ENCI che io non conoscevo. Su questo Ente sono intervenuta con un'interrogazione e venerdì 7 febbraio con un’interpellanza in aula rivolta al ministro dell’Agricoltura. Che Michela Brambilla abbia costruito la propria carriera professionale e politica sull'animalismo non era certo un mistero. Noi Verdi ne denunciammo subito l’intento strumentale, anche perché Brambilla fondò un partito animalista, su spinta di Berlusconi, che di fatto costituì una sorta di lista civetta a favore del centro destra, a scapito in particolare dei Verdi, che da sempre si sono battuti sul fronte della tutela degli animali, selvatici e non, come noto e dimostrabile. Gli aspetti più inquietanti sono emersi grazie all' inchiesta di Report e spero che Brambilla dia conto di tutto.

Il silenzio, chat private a parte, dell’onorevole Brambilla secondo lei da cosa dipende? Perché non ha preso una posizione chiara?

Probabilmente perché non può esser chiara! E poi è un atteggiamento che fa parte del linguaggio di questo potere arrogante come altri casi molto importanti confermano, pensiamo solo a quello della ministra Santanchè.

Onorevole, lei da anni è in Parlamento e si è tanto occupata anche delle tematiche relative al benessere degli animali. Quanto l’Intergruppo è stato utile davvero?

Noi abbiamo chiesto le dimissioni di Brambilla dalla presidenza, che sarebbe stata la scelta migliore, perché gli intergruppi sono in genere trasversali; invece, le colleghe e colleghi di centro destra ritengono infondate le nostre ragioni e difendono la Presidente. Per questo, insieme ad altri colleghi e colleghe delle opposizioni abbiamo rassegnato le nostre dimissioni dall'Intergruppo sul benessere animale e abbiamo pensato di continuare il lavoro comune, dando vita ad un Intergruppo libero dai pesi di quello esistente.

Sarà un Intergruppo che coesisterà con quello che è ancora in essere? Sarà aperto a ogni schieramento?

Ho inviato a tutti i colleghi e colleghe di Camera e Senato appartenenti ad ogni forza politica una comunicazione in questa direzione. Gli Intergruppi, in generale, servono a maturare scelte e decisioni, sono fasi di controllo che possono essere molto utili. L’intergruppo per definizione è aperto a deputati e deputate di ogni parte politica che vogliano partecipare ad una riflessione sui passi legislativi utili per il benessere animale: questo è l’unico scopo, e se c’è chi ha altri interessi correlati, come quelli economici, beh è chiaro che non può contribuire in alcun modo al lavoro dell’Intergruppo. E’ una sana questione di carattere morale che vale in ogni luogo della politica.

Molte persone ora hanno timore a donare ad associazioni che si occupano di benessere animale. Crede che quanto accaduto possa davvero ledere il mondo dell’associazionismo animalista?

Le associazioni che si occupano del benessere animale conoscono benissimo la realtà politica e gli aspetti opachi e indecenti che minano la credibilità anche delle istituzioni o enti, come l’ENCI che esercita anche funzioni pubbliche. Ciò di cui dobbiamo preoccuparci è fare chiarezza, pulizia e giustizia, perché non possiamo compromettere il lavoro molto duro e complicato a difesa e tutela del mondo animale, in un momento di attacco alle norme di tutela degli animali di cui, mi pare, l’on. Brambilla si è occupata molto poco. Ad ogni buon conto l’associazionismo animalista si fonda su valori etici molto radicati e solidi e non si fa disorientare da nessun opportunismo.

La politica in che modo davvero può indirizzare a livello pubblico, ovviamente, l’attenzione verso gli altri esseri viventi?

Innanzitutto avendo rispetto per il vivente in ogni sua forma, oltre che per le leggi europee e nazionali, a cominciare dall' art. 9 della Costituzione. Purtroppo, viviamo una modernità dai caratteri selvaggi e predatori, al punto che viene aggredita anche la biodiversità, attraverso tentativi, nei quali si distinguono i leghisti – ma tutta la destra é prona ai desideri delle lobby venatorie e delle armi – di distruggere la legga sulla fauna selvatica e le competenze dell’Ispra, il prezioso istituto di ricerca e protezione ambientale che regola i calendari venatori sulla base di criteri scientifici, che salvaguardano i cicli riproduttivi della fauna selvaggia, ad esempio. Noi Verdi siamo portatori di un senso della globalità della natura e della essenzialità di ogni sua componente, oggi ci troviamo a difendere le conquiste del passato da violenti attacchi distruttivi, e lo stiamo facendo con tutte le nostre forze.

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