Non è possibile attribuire le ferite riportate dal cercatore di funghi di Bleggio a uno specifico orso. È il responso giunto dai laboratori della Fondazione Edmund Mach. Su incarico della Provincia Autonoma di Trento gli esperti della Fondazione avevano il compito di analizzare il materiale genetico per stabilire quale orso fosse responsabile dell'aggressione verificatasi a Bleggio Superiore.
L'analisi però «non ha prodotto risultati – come si legge in una nota della Provincia – Non è stato pertanto possibile in questo caso attribuire con certezza l’evento ad uno specifico plantigrado».
L'attribuzione a un individuo in particolare sarebbe servita alla Provincia per decidere che tipo di azione mettere in atto nei confronti dell'orso e procedere. L'azione più blanda è la cattura con il conseguente monitoraggio con radiocollare, ma in caso di aggressione diretta non provocata la via scelta è stata sempre quella dell'abbattimento. L'uccisione da parte del Corpo forestale però è impraticabile senza conoscere l'esatta identità del plantigrado, pena la sospensione del decreto di abbattimento da parte del Tar. Non basta ipotizzare l'identità di un individuo perché si possa procedere, per i giudici del Tar di Trento che si sono espressi in questi anni è necessaria la certezza scientifica. E nel caso dell'episodio di Bleggio questo requisito caso manca.
Dalla Provincia spiegano che il risultato può essere stato compromesso da diversi fattori: «Si ritiene che a questo abbia potuto contribuire da un lato l'esiguità dei campioni organici recuperati sul posto, dall'altro la forte umidità del contesto dove sono avvenuti i fatti. Si tratta comunque di uno scenario che, come noto, può verificarsi ogni volta che si procede all'analisi genetica di campioni organici provenienti da contesti ambientali difficili».
Il non-risultato conferma l'ambiguità dell'incidente che si è verificato il 19 ottobre a Bleggio.
Cosa è successo a Bleggio
Il pomeriggio di sabato 19 ottobre il 33enne Andrea stava raccogliendo funghi tra le località di Rango e Cavaione, non lontano dal Comune di Bleggio, quando è stato attaccato da un orso. Il giovane era poi sfuggito riuscendo ad arrivare in paese sulle proprie gambe per chiedere aiuto. Le prime notizie fornite dalla Provincia stessa nelle ore immediatamente successive parlavano senza mezzi termini di una «nuova aggressione di un orso ad un uomo».
L'animale avrebbe aggredito il 33enne alle spalle ferendolo alla schiena. Le foto diffuse in rete dal giovane stesso raccontano però un'altra storia: i graffi infatti sono troppo superficiali per poter essere compatibili con l'aggressione di un orso che possiede artigli di 8 centimetri.
Il 33enne è poi intervenuto in prima persona con un'intervista a La Stampa chiarendo ulteriormente ha le dinamiche dell'incontro: «D’improvviso mi ha spinto, mi ha buttato a terra e io voltandomi ho visto il suo muso. Allora, d’istinto, ho portato le mani sulla testa a proteggermi. Mi ha schiacciato con le zampe per quattro, cinque volte, come a dirmi: ‘Stai qui'. Ma, sia chiaro, non ha affondato le unghie. Probabilmente quella sua reazione era solo per difendersi, del resto ero io a casa sua e non il contrario».
Parole che aiutano a contestualizzare l'esiguità di campioni genetici dell'orso sul luogo dell'incontro e il conseguente non-responso delle analisi.