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3 Gennaio 2025
12:50

L’orca che spinse il figlio morto per 17 giorni lo sta facendo di nuovo: ha perso anche il nuovo cucciolo

Tahlequah, l'orca conosciuta anche come J35 che nel 2018 trasportò per giorni il corpo senza vita di suo figlio, ha perso un altro cucciolo e lo sta trascinando di nuovo con sé. Si tratta di una femmina nata poche settimane fa e la cui perdita rappresenta un duro colpo sia per il passato doloroso di sua madre che per l'intera popolazione, considerata in pericolo critico di estinzione.

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Tahlequah e sua figlia, J35, avvistati insieme a dicembre. Foto di Center for Whale Research via Facebook

Una storia di dolore e lutto animale si sta ripetendo nelle acque del Pacifico. Tahlequah, l'orca che nel 2018 commosse il mondo trascinando il corpo del suo cucciolo morto per 17 giorni, ha perso un altro figlio. La femmina, conosciuta anche come J35, è stata infatti avvistata recentemente nei pressi dell'insenatura di Puget Sound, nello stato di Washington, mentre trasportava ancora una volta il corpo senza vita del suo ultimo piccolo, una femmina nata poche settimane fa. Gli esperti che seguono e studiano queste orche speravano andasse diversamente, ma purtroppo erano già molto preoccupati per le precarie condizioni della piccola.

Tahlequah e la sua storia: un lutto per una popolazione già a rischio

Tahlequah appartiene al gruppo familiare chiamato J pod e alla popolazione di orche residenti meridionali, un ecotipo del Pacifico nord-occidentale considerato in pericolo critico di estinzione. Con appena 73 individui rimasti e solo 23 femmine in età riproduttiva, ogni nuova nascita rappresenta quindi una speranza importante per la sopravvivenza dell'intera popolazione. Anche la perdita di un singolo cucciolo, quindi, non è solo una tragedia personale per Tahlequah, ma un duro colpo per l'intero gruppo.

La storia di Tahlequah è già ben nota tra gli esperti e non solo. Nel 2018, la sua disperata dimostrazione di lutto catturò l'attenzione del mondo intero, quando trasportò il corpo del suo cucciolo morto per ben 17 giorni tra le acque del Salish Sea, al confine tra Canada e Stati Uniti. Ora, purtroppo, la scena si ripete: Tahlequah ha perso un altro figlio e ancora una volta sta mostrando tutto il suo dolore attraverso un comportamento che gli esperti descrivono come un chiaro segno di lutto.

Il secondo cucciolo morto di Tahlequah: una speranza svanita troppo presto

La sua ultima figlia, che era stata nominata col codice univoco J61, era nata con grandi aspettative. Gli esperti del Center for Whale Research avevano inizialmente espresso un cauto ottimismo, sottolineando che, sebbene i primi giorni di vita siano sempre i più difficili per le orche neonate, Tahlequah rimane una madre esperta che è riuscita a crescere almeno altri due figli. Ma le speranze si sono purtroppo infrante quando la piccola è stata avvistata nei giorni scorsi senza vita mentre sua madre trasportava il suo corpo esanime.

«La morte di ogni cucciolo in questa popolazione in pericolo è una perdita tremenda», ha dichiarato il centro in un comunicato diffuso sui social. «La perdita di J61 è particolarmente devastante, non solo perché era una femmina, ma anche per il doloroso passato di sua madre, che ha ora perso due dei suoi quattro cuccioli documentati, entrambi femmine». Le cause della morte non sono ancora note, ma è probabile che siano da ricondurre alle stesse minacce che impattano sull'intera popolazione della regione.

Una popolazione in grave crisi e un nuovo nato dopo la morte di J61

Le orche residenti meridionali sono infatti il simbolo di un ecosistema in profonda crisi. La diminuzione delle prede, in particolare dei salmoni Chinook o reali – le prede preferite da queste orche – insieme all'inquinamento e al traffico marittimo, sta mettendo a dura prova la sopravvivenza di questa popolazione minacciata. Negli ultimi anni, gruppi di esperti e conservazionisti hanno infatti chiesto più volte misure di tutela straordinarie per proteggere le specie a rischio in Canada. Tuttavia, le soluzioni restano ancora oggetto di dibattito.

Gli esperti sottolineano che non si tratta solo di proteggere le orche, ma di salvaguardare un intero sistema ecologico. Ma nonostante il lutto, c'è però stato anche un piccolo barlume di speranza: il recente avvistamento di un altro nuovo cucciolo, J62, che ha regalato un momento di sollievo ai biologi. La strada per il recupero della popolazione rimane naturalmente ancora molto lunga e difficile e con la sua storia, Tahlequah, continua a insegnarci qualcosa di speciale e profondo sul legame tra madre e figlio e sul dolore che accomuna tutte le specie viventi.

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