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6 Marzo 2025
17:56

Legge siciliana sul randagismo da riscrivere: “Grave errore escludere i volontari”

Le modifiche alla legge siciliana sul randagismo invece di proteggere gli animali rischia di peggiorare la loro situazione. Esclude le associazioni animaliste, elimina la banca dati del DNA e limita le adozioni. Il Garante dei diritti degli animali Giovanni Giacobbe Giacobbe a Fanpage.it ha spiegato: "Troppi errori tecnici"

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In Sicilia sta per essere approvata una legge pensata per gli animali che invece di proteggere li abbandona a loro stessi. È questa la denuncia che arriva dagli attivisti all'indomani della discussione nella VI Commissione dell'Assemblea regionale siciliana della nuova legge sul randagismo. Una legge che nuova però non è, al vaglio dei consiglieri siciliani c'è infatti la legge 8 agosto 2022, n. 15 "Norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo", approvata tre anni fa ma per cui non sono mai stati emanati i regolamenti attuativi.

Secondo il Garante regionale dei diritti degli animali, Giovanni Giacobbe Giacobbe, nel testo per come è stato licenziato martedì 4 marzo "Ci sono parecchi errori, a cominciare dall'esclusione delle associazioni animaliste".

Cosa è successo alla legge regionale sul randagismo

La legge, salutata come la più innovativa nella gestione del randagismo e dei canili in Italia, è quindi rimasta lettera morta fino a quando non è passata la scure della VI Commissione che l'ha privata proprio di questi elementi di riforma che la connotavano. Quello che rimane è un testo scarno che secondo i volontari del territorio fa fare un passo indietro di 20 anni alla gestione dei cani vaganti e dei canili.

Alle modifiche si è opposto anche Giovanni Giacobbe Giacobbe, oggi Garante dei diritti degli animali della Sicilia. Psicologo, si occupa da oltre trent'anni della relazione uomo-cane e nel corso della sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali presenziando, in qualità di esperto, al tavolo tecnico sul randagismo del Ministero della Salute. Nel 2022 in qualità di consulente nominato dall'Assemblea ha dato corpo e anima alla legge. Il testo che è uscito dalla VI Commissione il 4 marzo 2025 però è stato profondamente modificato dagli emendamenti dei consiglieri, tanto da risultare agli occhi dei cittadini come un testo totalmente nuovo.

Raggiunto da Fanpage.it Giacobbe Giacobbe spiega: "Non sono stato coinvolto nelle modifiche, ne ho preso atto anche io. Ho inviato al Presidente della Regione e alla Giunta le mie osservazioni, confido che il disegno venga rimandato in Commissione per ulteriori approfondimenti. Non posso dire nient'altro se non che secondo me sono tutti gli emendamenti non sono corretti sotto il profilo tecnico".

Cosa è cambiato nel "nuovo" disegno di legge sul randagismo

Tra i profili di novità presenti nel testo del 2022 c'era l'istituzione di una banca dati regionale del Dna connessa con l’anagrafe degli animali d’affezione. Uno strumento che avrebbe aiutato a campionare i profili genetici delle cagne non sterilizzate.

"L'eliminazione dell'articolo sulla banca dati del Dna e quindi sulla genotipizzazione dei cani è di una gravità inaudita – sottolinea Giacobbe Giacobbe – perché rappresenta una misura di contenimento non solo per il fenomeno del randagismo ma anche per l'allevamento scriteriato".

La tipizzazione genetica funge anche da deterrente contro gli abbandoni perché attraverso il Dna in banca dati è possibile risalire alla madre.

La modifica però che più di tutte ha fatto storcere il naso ai volontari riguarda l'esclusione delle associazioni animaliste dalla gestione dei rifugi, così come l’eliminazione della possibilità di dare in affido, a proprie spese, l’animale al segnalante che sia disponibile a farsi carico dello stesso. Per la presidente dell'Enpa Carla Rocchi si tratta di un passo indietro che trasforma la gestione dei canili in un vero business: "Eliminare il ruolo delle associazioni di volontariato nella gestione dei rifugi pubblici significa affidare il destino di migliaia di animali a logiche di mercato, dove l’interesse primario non è più la tutela dell’animale ma il guadagno economico. Questo DDL non solo esclude i volontari, ma limita fortemente anche la possibilità di promuovere le adozioni, con il rischio che i cani rimangano prigionieri a vita di un sistema incentrato sul lucro piuttosto che sul loro benessere".

È stata eliminata anche la reimmissione dei cani vaganti sul territorio dopo il prelievo e la sterilizzazione, se giudicati non pericolosi dalle Asl. La pratica della reimmissione sul territorio è in uso soprattutto al Sud. Qui è nata come una necessità a causa dell'alto numero di cani vaganti, troppi per essere contenuti nelle strutture a spese dei Comuni, si è preferito in molti casi lasciarli quindi liberi e vigilati dalle Asl e dai volontari. In molti casi questi individui sono diventati parte integrante della comunità.

Un altro punto particolarmente criticato riguarda l’esclusione dei gatti dalla gestione del randagismo da parte delle istituzioni regionali e locali. La legge solleva gli enti competenti dagli obblighi di sterilizzazione, negando la tutela delle colonie feline e limitando l’azione dei privati cittadini che da sempre si prendono cura dei gatti di strada. Questa decisione, oltre ad essere in palese contrasto con la legge quadro sul randgaismo, secondo i volontari, rischia di far esplodere il fenomeno del randagismo felino, con conseguenze sanitarie e sociali gravissime.

A soffrire sono soprattutto le piccole associazioni del territorio come conferma Nathalie Genovesi, responsabile associazione Pantelleriabau: "Per com'è la legge mette a repentaglio la vita di migliaia di cani e gatti. Quello che le chiediamo, a nome di tutti gli animalisti siciliani e di tutte le persone di buon senso, è che quello che sta succedendo in Sicilia si sappia. È difficile fare comprendere le proporzioni di questo disastro".

Il futuro della legge regionale sul randagismo

Il futuro della legge sul randagismo è ancora incerto: verrà votata martedì in Assemblea e con l'occasione verranno ascoltate anche gli attori coinvolti nella gestione dei cani e dei gatti del territorio. "Verranno opportunamente auditi – conferma Giacobbe Giacobbe – L'auspicio è che non si commettano più simili errori tecnici".

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