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13 Novembre 2024
10:00

Legge contro il maltrattamento di animali, riparte l’iter in Parlamento. Lav: «Servono pene più severe»

È ripartito l'iter per l'approvazione della proposta di legge C30 contro il maltrattamento degli animali. Il nuovo testo al voto è il risultato della mediazione tra i parlamentari ed è fortemente criticato dagli attivisti per i diritti degli animali, su tutte la Lav.

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È ripartito l'iter per l'approvazione della proposta di legge contro il maltrattamento degli animali: oggi si terrà la votazione del testo in Commissione Giustizia della Camera. Dopo quasi un anno di stop, il testo della legge ritorna sui banchi del Parlamento, ma in una nuova veste frutto del taglia-e-cuci dei deputati.

In vista della votazione la Lav, tra le più influenti associazioni di tutela animale ha lanciato un appello attraverso il presidente Gialuca Felicetti: «Ci auguriamo che i deputati apportino fra la Commissione e l’Aula i necessari miglioramenti al testo per superare le criticità. Solo così sarà possibile emanare una nuova Legge davvero efficace per perseguire e punire adeguatamente i reati contro gli animali e trasformare in una utile azione a tutela degli animali e della legalità, l’indignazione dell’opinione pubblica per i maltrattamenti di ogni genere che subiscono gli animali».

Perché la legge è rimasta ferma: le critiche della Lega

La proposta di legge C30 in origine era il risultato dell'accorpamento di altre proposte analoghe presentate dagli esponenti sia della maggioranza che dell'opposizione. Nelle prime fasi infatti era stata approvata all'unanimità. Nelle fasi successive però il testo però era stato fortemente criticato dai parlamentari della Lega a causa degli articoli riguardanti la fauna selvatica e gli animali impiegati dalla zootecnia.

Dopo mesi di trattative interne alla maggioranza di Governo la situazione si è sbloccata. Il prezzo però è stato molto alto: mettendo a confronto il testo originale con quello emendato risultano cancellate molte delle tutele inizialmente previste per tutti gli animali e non limitate ai soli cani e gatti.

Anche per questi animali familiari però il quadro non è del tutto positivo: le pene sono ancora insufficienti secondo gli attivisti per i diritti degli animali. «Casi di maltrattamento come quelli che hanno coinvolto, fra i tanti, la capretta uccisa ad Anagni e il cane Aron bruciato vivo a Palermo, continueranno a non comportare pene detentive commisurate alla gravità dei fatti, lasciando di fatto la situazione immutata rispetto a quella attuale e non attuando in maniera soddisfacente il principio Costituzionale della tutela degli animali in vigore da quasi tre anni», sottolinea Felicetti

 Le richieste della Lav: «Servono miglioramenti al testo»

Molte le migliorie che secondo l'associazione potrebbero essere apportate al testo che continuerà a consentire l’applicazione di misure come la "messa alla prova" e il proscioglimento per "particolare tenuità del fatto".

«Un altro problema – evidenzia la Lav – è la quasi completa equiparazione della pena prevista per il reato di uccisione, che dovrebbe essere contraddistinto da un maggiore disvalore, rispetto a quella stabilita per il reato di maltrattamento, entrambi puniti rispettivamente con la reclusione da sei mesi a tre anni e da sei mesi a due anni, oltre alla contestuale multa (da 5.000 a 30.000 euro per l’uccisione e da 3.000 a 15.000 euro per il maltrattamento)».

Inoltre, sono state escluse alcune aggravanti contenute nel testo originario come quelle per chi uccide o maltratta animali conviventi o con l’uso di armi, nonché la previsione di fattispecie colpose per i reati di uccisione e maltrattamento, previste cioè per chi causa la morte senza la diretta intenzione.

La Lav, promotrice di un osservatorio sulle zoomafie, rileva inoltre gli aspetti relativi alla repressione della criminalità: «È apprezzabile che il Testo estenda le pene anche a chi partecipa ai combattimenti tra animali ma lascia perplessi l’assenza di sanzioni per gli spettatori di manifestazioni illegali, come le corse clandestine di cavalli, un fenomeno profondamente legato alla criminalità organizzata. Riteniamo necessario, inoltre, estendere l'attività delle Guardie zoofile a tutte le categorie di animali e permettere l’uso di agenti delle Forze di Polizia sotto copertura».

Infine, l'associazione saluta con favore le disposizioni in merito alla custodia e sull’istituzione dei Centri di accoglienza per animali vittime di reato: «Rafforzano la loro tutela, nonché la disposizione che esclude le sanzioni per chi identifica il proprio animale oltre i tempi previsti. Riteniamo, tuttavia dannoso che tale agevolazione venga estesa anche ad allevatori e commercianti poiché questo potrà costituire un rischio per la tracciabilità degli animali e incoraggiare pratiche illegali come il traffico dei cuccioli».

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