Ogni anno, la fotografia naturalistica celebra il suo lato più emozionante e coinvolgente con il Wildlife Photographer of the Year. Il più importante concorso internazionale di fotografia naturalistica, messo da parte il concorso principale, offre ora a tutti gli appassionati di natura e fotografia di tutto il mondo l'opportunità di scegliere il loro scatto preferito tra una selezione di immagini straordinarie che gareggiano per il People's Choice Award.
Per l'edizione 2024, le 25 foto finaliste ci trasportano in un viaggio visivo tra bellezza e fragilità, raccontando storie intime di animali e habitat messi sempre più alla prova dai cambiamenti climatici e dalle attività umane. Dalla perseveranza di un tasso del miele intenzionato a cacciare un pasto fin troppo spinoso (in copertina) alla straordinaria capacità di camuffamento di un ermellino nella neve, ogni immagine racconta un instante della complessa relazione tra uomo e natura oppure la vita intima degli animali.
Le fotografie finaliste sono state selezionate tra oltre 59.000 scatti provenienti da 117 paesi e territori, e si aggiungono alle 100 immagini vincitrici già premiate dal Natural History Museum di Londra, ideatore e promotore della competizione. Douglas Gurr, direttore del museo, ha sottolineato come questa iniziativa non solo celebri l'arte fotografica, ma ispiri anche una connessione più profonda con il mondo naturale.
Tra le immagini in gara troviamo scene mozzafiato come il confronto tra una ghiandaia marina e una civetta, lo sguardo intenso di un branco di lupi indiani tra i campi e un tasso urbano che incontra se stesso in versione graffito. Gli scatti finalisti si possono ammirare e votare online e presso l'esposizione dedicata al Museo di Storia Naturale di Londra, dove il pubblico potrà votare fino al 29 gennaio 2025. I vincitori verranno annunciati a febbraio 2025.
Qui di seguito, invece, una nostra personalissima selezione dei nostri scatti preferiti e delle storie che raccontano.
Curious Connection – Nora Milligan (USA)
Nel cuore della foresta del Loango National Park, in Gabon, una famiglia di scimpanzé si muove silenziosa tra le chiome degli alberi. Nora Milligan è lì, guidata da una guida esperta del luogo. È un momento che sembra orchestrato dal caso: un maschio adulto si ferma, si affaccia verso di loro e inclina la testa, osservandoli con curiosità. È uno sguardo che interroga, che forse riflette la stessa meraviglia che Milligan prova guardando lui. Una scena che racconta il legame profondo tra noi e i primati non umani.
No Access – Ian Wood (UK)
Un tasso passeggia tranquillamente di notte lungo una strada a St Leonards-on-Sea, in Inghilterra. Sopra di lui, un graffito raffigurante un altro tasso sembra quasi invitarlo a riflettere. Ian Wood cattura questo curioso parallelismo dopo aver osservato gli animali uscire dal loro rifugio per nutrirsi dei resti lasciati dai residenti del posto. Con la sola luce di un lampione a illuminare la scena, il fotografo immortala questo incontro tra fauna selvatica e arte urbane.
Snuffling Sengi – Piotr Naskrecki (Polonia)
Nel parco nazionale di Gorongosa, in Mozambico, un raro petrodromo o sengi dalle quattro dita (Petrodromus tetradactylus) si aggira tra le foglie alla ricerca di insetti. Il suo lungo naso a proboscide scruta il terreno, seguendo invisibili percorsi olfattivi. Piotr Naskrecki, con pazienza e precisione, utilizza una fotocamera con controllo da remoto per immortalare l'istante. Questi piccoli mammiferi, noti anche come toporagni-elefanti, sono mammiferi sfuggenti e timidi, ma la loro resilienza li rende simboli di un ecosistema unico, ma fragile.
Scanning the Realm – Aaron Baggenstos (USA)
Un puma domina un paesaggio mozzafiato dal suo punto di osservazione nel Parco Nazionale di Torres del Paine, in Cile. Il vento gli scompiglia la pelliccia, ma lo sguardo è saldo, come a vigilare su un territorio salvato solo dai progetti di conservazione. Grazie agli sforzi legati anche all'ecoturismo e alla collaborazione con i pastori locali, il conflitto tra uomo e puma sta infatti diminuendo. Aaron Baggenstos ci regala un'immagine che racchiude speranza: un simbolo di convivenza possibile tra grandi predatori e attività umane.
Fallen from the Sky – Carlo D'Aurizio (Italia)
C'è anche un fotografo italiano tra i finalisti, Carlo D'Aurizio che ha immortalato una scena insolita nel Parco Nazionale della Maiella, in Abruzzo: una distesa di farfalle e falene che galleggia immobile sulla superficie di un ruscello. Non c'è spiegazione apparente per questa triste "natura morta". È una visione che invita alla riflessione, una poesia visiva che richiama il fragile equilibrio degli ecosistemi e l'inspiegabile bellezza della vita e della morte.
Wolf Pack – Arvind Ramamurthy (India)
In un campo nei pressi di Bhigwan, un branco di lupi indiani si prende una pausa dai giochi. Uno dopo l'altro, si siedono al bordo dei raccolti, osservando il paesaggio prima di riprendere a correre. Arvind Ramamurthy cattura la rara serenità di una sottospecie in grave pericolo: con solo 3.000 individui rimasti, i lupi indiani (Canis lupus pallipes) vivono al limite dell'estinzione. Ma con una gestione più attenta delle praterie e maggiori sforzi di conservazione, c'è speranza per un futuro migliore.
Questi pochi scatti selezionati, insieme a tutti gli altri finalisti che si possono ammirare sul sito, non sono solo immagini: sono storie, emozioni e speranze che ci ricordano il potere della fotografia nel raccontare la vita degli animali, di avvicinarci alla natura e spronarci ad agire per preservarla prima che sia troppo tardi. Non ci resta che votare e attendere le foto vincitrici che saranno annunciate il prossimo febbraio.