La paura dei serpenti è una reazione quasi universale tra i primati, esseri umani inclusi. Ma da dove viene questa capacità innata di riconoscerli così rapidamente, spesso senza alcuna esperienza diretta? Un nuovo studio condotto da Nobuyuki Kawai dell'Università di Nagoya, in Giappone, e pubblicato su Scientific Reports, ha individuato una risposta inaspettata: il segreto sta non tanto nella forma allungata o nell'assenza di zampe, ma bensì nelle squame dei serpenti, un tratto visivo che sembra essere profondamente radicato nella storia evolutiva dei primati.
Perché abbiamo paura dei serpenti: una risposta innata ad un pericolo strisciante
Da milioni di anni i serpenti rappresentano un pericolo concreto per i primati, esseri umani inclusi. Questa pressione evolutiva ha portato quindi ad affinare sempre più il nostro sistema visivo, rendendoci particolarmente sensibili e reattivi a determinati segnali visivi associati ai rettili velenosi e quindi pericolosi. Lo studio di Kawai dimostra però che non è la forma da serpente, né il suo movimento strisciante, a scatenare una reazione immediata, ma bensì la presenza delle squame tipiche di serpenti e lucertole.
Anche scimmie e neonati umani, che non hanno mai visto un serpente, reagiscono infatti in modo istintivo alle immagini di questi animali. Questo suggerisce che la paura dei serpenti non è solo frutto dell'esperienza diretta o del contesto culturale, ma è qualcosa di ben codificata nel nostro cervello, come un vero e proprio meccanismo di sopravvivenza. I serpenti velenosi hanno rappresentato e rappresentano del resto ancora oggi una delle più grandi minacce animali per gli esseri umani, causando fino a 94.000 decessi all'anno.
Il test visivo con i macachi giapponesi: serpenti e salamandre a confronto
Per capire meglio il ruolo delle squame nel riconoscimento dei serpenti, Kawai ha condotto un esperimento semplice, ma ingegnoso. Ha mostrato ad alcuni macachi giapponesi immagini di serpenti e salamandre, una specie completamente innocua che condivide un corpo allungato simile a quello dei rettili. Le scimmie sono state addestrate a individuare l'immagine "diversa" tra un gruppo di nove, ricevendo una ricompensa per ogni risposta corretta.
Quando i serpenti erano presenti tra le immagini, le scimmie li individuavano rapidamente, molto più velocemente di quanto riuscissero a fare con una salamandra nascosta tra i serpenti. Questo suggeriva una reazione molto specifica ai serpenti, probabilmente legata proprio all'innato pericolo percepito. Ma il risultato più interessante è arrivato quando Kawai ha modificato le immagini delle salamandre aggiungendo un dettaglio decisivo: un rivestimento di squame simili a quelle dei serpenti.
Le squame dei serpenti: un segnale visivo scritto nella nostra storia evolutiva
Quando le scimmie hanno visto le immagini di salamandre ricoperte da squame hanno reagito con la stessa rapidità (o persino più velocemente) rispetto alle immagini dei veri serpenti. «Le scimmie non reagiscono più velocemente alle salamandre, nonostante la loro forma simile a quella dei serpenti, finché non vengono aggiunte le squame», ha spiegato Kawai. Questo indica che il nostro sistema visivo si è evoluto per identificare con precisione i tratti distintivi dei serpenti, come le squame, per proteggersi da una possibile minaccia.
Durante la nostra lunga storia evolutiva, i primati hanno sviluppato una capacità unica di rilevare e riconoscere rapidamente questi dettagli squamati, integrandoli in un sistema di allarme visivo altamente sofisticato. Questo particolare adattamento potrebbe persino aver giocato un ruolo cruciale nella nostra sopravvivenza e nella successiva evoluzione del cervello. Gli studi di Kawai non si fermano infatti qui: comprendere come i primati elaborano queste informazioni potrebbe offrire nuovi indizi sull'evoluzione del sistema visivo e di alcune funzioni cerebrali.
Questo studio non solo ci racconta quindi di un passato in cui i serpenti rappresentavano un pericolo costante per noi primati, ma ci permette anche di esplorare come il nostro cervello si è evoluto e adattato per affrontare le sfide della vita in natura. Che si tratti di una piccola scimmia in una foresta tropicale o di un essere umano moderno che va ogni giorno in ufficio, il riconoscimento dei serpenti rimane un esempio straordinario di come l'evoluzione abbia plasmato il modo in cui percepiamo il mondo in cui viviamo.