La luce artificiale non disturba solo il sonno umano: ora la scienza ci dice che rappresenta una minaccia anche per le api domestiche, insetti impollinatori preziosi per gli ecosistemi e per la sicurezza alimentare globale. Uno studio condotto dall'Università della California – San Diego, pubblicato su Scientific Reports, ha dimostrato come l'esposizione alla luce artificiale durante la notte influenzi negativamente i ritmi circadiani e il sonno delle api, con conseguenze preoccupanti per il loro comportamento sociale e la loro salute.
Secondo Ashley Kim, principale autrice dello studio, «le api sono estremamente sensibili ai cambiamenti ambientali, inclusa la luce artificiale, che potrebbe sembrare innocua, ma in realtà altera profondamente i loro ritmi biologici. Abbiamo osservato che, a causa di queste alterazioni, le api dormono meno, e questo ha impatti significativi sia sulla loro salute che sulla capacità di impollinare». Questo studio, si aggiunge al lungo e preoccupante filone sull'impatto dell'inquinamento luminoso su insetti, uccelli e tanti altri animali notturni e non.
Gli effetti delle luci artificiali sulle api: sonno alterato e difficoltà a comunicare
Il sonno è essenziale anche per le api. Questi insetti, che generalmente costruiscono i propri alveari in ambienti poco luminosi, dipendono da cicli quotidiani di sonno-veglia per mantenere la salute della colonia e comunicare tra loro in modo efficace attraverso la famosa "danza delle api" descritta per la prima volta dal famoso etologo austriaco e Premio Nobel Karl von Frisch. Questa particolare danza, eseguita tracciando disegni a forma di otto, permette alle api di indicare alle compagne la posizione esatta dei fiori più ricchi di nettare.
Tuttavia, quando il loro sonno viene disturbato, come avviene sotto una luce artificiale costante, le loro performance peggiorano nettamente: le api danzano in modo meno preciso e più caotico, con conseguente difficoltà nel trasmettere informazioni precise sulla pozione dei fiori e quindi per la sopravvivenza della colonia. Durante un esperimento, i ricercatori hanno osservato due gruppi di comuni api domestiche o da miele (Apis melifera): uno sottoposto a normali cicli di luce e buio, e l'altro esposto a luce artificiale continua.
I risultati non lasciano dubbi: le api esposte a luce costante hanno dormito meno e cercato riparo nelle zone più scure dei loro ambienti sperimentali, dimostrando il loro istintivo bisogno di proteggersi dalla luce. Inoltre, le api insonni erano meno attive e più letargiche, riattivandosi e muovendosi solo quando venivano stimolate dalle compagne che erano riuscite a dormire. Anche questo può compromettere la raccolta di nettare e, di conseguenza, la sopravvivenza della colonia.Inquinamento luminoso: un problema crescete in città e non solo
Inquinamento luminoso: un problema crescete in città e non solo
L'espansione delle aree urbane sta esponendo sempre più api alla luce artificiale. Fenomeni come le cosiddette "barbe d'api" – ovvero quando gli insetti sciamano in masso all'esterno dell’alveare nelle calde serate estive – sono ogni anno più comuni e si verificano sempre più spesso in ambienti perennemente illuminati artificialmente, come le nostre città. Con l'aumento dell'apicoltura urbana, pratica nata per sostenere le popolazioni di impollinatori nei parchi e nei giardini cittadini, i rischi legati all'inquinamento luminoso aumentano sempre più.
Come ha spiegato James Nieh, coautore dello studio, «la luce artificiale ormai copre un quarto della superficie terrestre e la sua diffusione non accenna a rallentare. Comprendere come questa influisca sulla salute delle api è essenziale per proteggere gli impollinatori e garantire maggiore stabilità degli ecosistemi». Lampioni, fari, impianti sportivi, insegne luminose o interi edifici completamente illuminati aumentano di circa 2,2% ogni anno, non solo in città.
Sappiamo ormai da tempo che questo incessante inquinamento luminoso altera le abitudini e i comportamenti di tanti animali, dai piccoli invertebrati ai grandi mammiferi. Le luci, inoltre, possono attirare o disorientare gli animali che migrano, dagli uccelli agli animali marini come le tartarughe che si orientano con la luce della Luna e delle stelle. L'ALAN, Artificial Light At Night, come lo chiamano gli scienziati che studiano questi fenomeni, è un problema sempre più serio, anche per noi.
Impatti globali e possibili soluzioni: restituire il buio alla notte
La perdita di sonno e il conseguente stress per le api rappresentano una minaccia non solo per gli insetti stessi, ma anche per le colture agricole e le piante selvatiche che dipendono dalla loro impollinazione. Questo studio è infatti uno dei primi ad accendere i riflettori su un problema ancora poco esplorato, quello dell'impatto dell'inquinamento luminoso sugli insetti impollinatori e sulle specie più strettamente legate a noi, come appunto l'ape domestica.
Per Nieh e il suo team, il prossimo passo di questo campo di studio sarà approfondire il legame tra ritmi circadiani delle api, ecosistemi, produzione agricola e salute umana al livello globale. Le api sono come delle sentinelle dell'ambiente e la loro salute riflette soprattutto quella degli ecosistemi in cui viviamo, avvero le aree urbane e rurali. Proteggere questi straordinari insetti significa quindi agire per il futuro del nostro pianeta e ci sono già diversi modi per farlo.
Tra questi la riduzione della quantità di luce emessa, la schermatura per ridurre gli effetti sull'ambiente circostante, l'utilizzo di un'illuminazione notturna parziale, magari solo durante i periodi di picco della domanda oppure sistemi in grado di modificare lo spettro luminoso a seconda del caso. Bisogna però incoraggiare anche le amministrazioni ad adottare queste misure di sicurezza, per restituire finalmente il buio alla notte. L'oscurità naturale ha lo stesso valore del suolo, dell'acqua e dell'aria pulita e merita di essere tutelata per tutti.