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Con l'arrivo della primavera e dei primi caldi, i prati, i giardini e persino i nostri balconi si trasformano in piccoli palcoscenici dove va in scena uno degli spettacoli più belli della natura: il volo delle farfalle. Dopo la lunga pausa invernale, questi insetti impollinatori tornano in piena attività, danzando nell'aria e riempiendo di colori i nostri spazi verdi. Qui Italia possiamo osservare oltre 290 specie di farfalle diurne, alcune più elusive e difficili da identificare, altre inconfondibili e facilmente riconoscibili.
Osservarle e provare a identificarle può trasformarsi in un gioco divertente per adulti e bambini, un'attività che ci permette di entrare in contatto con la biodiversità e la natura che ci circonda, anche in città. E non è solo un passatempo: caricando le nostre osservazioni su piattaforme come iNaturalist o partecipando a progetti di citizen science come Butterfly Monitoring Scheme, possiamo anche contribuire attivamente allo studio e alla conservazione di questi insetti indispensabili per il benessere degli ecosistemi.
Ecco quindi dieci tra le farfalle più comuni e facili da riconoscere che possiamo avvistare in primavera.
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Insetti che tornano in primavera: quali sono e cosa dobbiamo aspettarci
La cedronella

Se c'è una farfalla che più di tutte annuncia l'arrivo della primavera, quella è proprio la cedronella (Gonepteryx rhamni). I maschi sono di un giallo acceso con un puntino rosso-arancio su ogni ala, mentre le femmine hanno una tonalità più chiara, quasi verdognola. Questa specie è tra le pochissime che sverna anche nello stadio di adulto: nelle giornate più calde, può addirittura riattivarsi già a febbraio. Ama le zone soleggiate, i margini dei boschi e i giardini, dove si nutre del nettare di piante ed erbe spontanee come il tarassaco e i cardi.
La zerinzia

Dal disegno raffinato e dai colori sgargianti, la zerinzia o polissena (Zerynthia polyxena) sembra un'opera d'arte vivente. Giallo brillante con intricati disegni neri e macchie rosse, è una specie facilissima da identificare, ma piuttosto rara e localizzata. Frequenta ambienti umidi, prati fioriti e radure vicino ai corsi d'acqua, soprattutto nel Nord Italia e in alcune zone del Centro. Il suo legame con le aristolochie – le piante di cui si nutrono i suoi bruchi – la rende una farfalla molto esigente in fatto di habitat e quindi poco comune.
Il podalirio

Con le sue ali allungate con le "code" sottili, il podalirio (Iphiclides podalirius) è una delle farfalle più comuni ed eleganti che è possibile osservare in primavera. Le striature nere su fondo chiaro gli conferiscono inoltre un aspetto quasi zebrato. Si incontra spesso in giardini e frutteti, dove le sue larve si sviluppano su alberi di pruno, susino e mandorlo. Ama planare dolcemente da un fiore e l'altro, rendendosi inconfondibile anche per chi è alle prime armi con il riconoscimento delle farfalle.
Il macaone

Simile al podalirio, ma con colori più intensi e una silhouette più robusta e tonda, il macaone (Papilio machaon) è una delle farfalle più iconiche d'Europa. Ha un caratteristico ocello arancione-rosso e altri due blu sulle ali posteriori e frequenta prati, bordi di sentieri e orti. I suoi bruchi – facili da riconoscere per le strisce nere e i puntini arancioni su fondo verde – si nutrono soprattutto di finocchio selvatico, carote e prezzemolo, rendendola una specie più comuni anche negli orti e nei parchi urbani.
L'aurora

Come suggerisce il nome, l'aurora (Anthocharis cardamines) sembra quasi annunciare la nuova stagione con la sua grande macchia arancione brillante sulle ali anteriori (presente però solo nei maschi, mentre le femmine sono quasi completamente bianche). Piccola e leggera, la si osserva spesso vicino ai corsi d'acqua, nei prati fioriti e nei giardini. I bruchi si nutrono di piante della famiglia delle brassicacee o crucifere, come il crescione.
L'atalanta

Tra le farfalle più resistenti e adattabili c'è sicuramente l'atalanta (Vanessa atalanta), che è anche una grande migratrice. Ha ali scure con una fascia rosso vivo e macchie bianche che la rendono davvero inconfondibile. Può essere avvistata praticamente ovunque, dai boschi ai parchi urbani e si nutre del nettare dei fiori spontanei o in vaso. I bruchi amano molto le ortiche, mentre gli adulti spesso si posano su davanzali, pareti e ringhiere per prendere un po' di sole. È una delle poche farfalle a migrare tra nord e sud, proprio come fanno gli uccelli.
La vanessa dell'ortica

Questa farfalla vivace e colorata deve il suo nome alla pianta su cui crescono e si nutrono i suoi bruchi: l'ortica. Le ali della vanessa dell'ortica (Aglais urticae), arancioni con macchie nere e bordi con macchie azzurre, la rendono non troppo difficile da riconoscere. È comune nei giardini, nei campi e ai margini dei boschi ed è spesso una delle prime a risvegliarsi e a tornare in piena attività in primavera. Come l'atalanta, può migrare tra nord e sud Europa con l'alternarsi delle stagioni.
La vanessa del cardo

Restando tra migratrici, la vanessa del cardo (Vanessa cardui) è un vero e proprio fenomeno della natura. Ogni anno, milioni di farfalle compiono un viaggio straordinario tra l'Africa e l'Europa, attraversando il Mediterraneo per riprodursi tra i nostri prati. Ha un aspetto simile alla vanessa dell'ortica, ma con ali più affusolate, senza macchie blu e un colore arancione leggermente più tenue. Si nutre del nettare di molte specie di fiori ed erbe spontanee, ma predilige, come suggerisce il nome, il cardo.
La vanessa io

Se vedete una farfalla con quattro grandi ocelli blu e neri su ali rosse, sappiate che state osservando una vanessa io, conosciuta anche come occhio di pavone (Aglais io). Questa strategia di difesa le permette spaventare i predatori e la rende al tempo stesso una delle farfalle più belle e facilmente riconoscibili presenti nel nostro paese. È diffusa in tutta Italia e può essere trovata sia nei boschi che nei giardini. I suoi bruchi, come quelli della vanessa dell'ortica, si sviluppano su piante di ortica.
La vanessa dalla C bianca

L'ultima di questa lista (necessariamente non esaustiva) è la vanessa dalla C bianca (Polygonia c-album), riconoscibile per il bordo frastagliato delle ali e per la piccola lettera "C" bianca sulla pagina inferiore e visibile ad ali chiuse. A riposo, le sue ali sembrano quasi foglie secche, un trucco perfetto per camuffarsi con l'ambiente e sfuggire ai predatori. È comune in boschi, giardini e prati con siepi e si vede spesso poggiata con le ali chiuse, perfettamente camuffata con l'ambiente circostante e mentre mostra la letterina che le dà il nome.
Le farfalle come quelle viste qui, non sono solo insetti colorati e belli da vedere, ma anche importanti bioindicatori di un ambiente produttivo e in salute. Osservarle e imparare a riconoscerle ci aiuta quindi a capire meglio la natura e la biodiversità che ci circondano e con un po' di curiosità e spirito d'osservazione la prossima passeggiata al parco o in un prato fiorito potrebbe trasformarsi in una vera e propria caccia al tesoro entomologica alla scoperta di queste straordinarie custodi della primavera.