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Lucio Corsi voleva essere un duro, ma dopo l'ultima edizione del Festival di Sanremo, dalla quale è uscito con un secondo posto che sa di primo, è diventato la vera rilevazione della musica italiana.
Sul palco della kermesse sanremese si è distinto dai suoi colleghi grazie a look evocativi da lui stesso realizzati e soprattutto per strofe capaci di parlare direttamente al cuore delle persone. La ballata "Volevo essere un duro" racconta il bisogno di sentirsi forti come bulli, invece di essere normali come i ragazzi che si arrampicano sugli alberi e camminano con lo sguardo al sole. Per raccontare questo desiderio universale utilizza una serie di similitudini, in gran parte prese ispirate mondo animale:
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Anche se è esploso solo nell'ultima settimana, la poetica del cantatutore di Grosseto affonda sin dalle origini le radici nella natura, e non è un caso: da sempre gli animali sono gli ultimi tra gli ultimi, il tema di serie B per eccellenza. E un underdog come Corsi lo sa bene.
Lupi, volpi e insetti nelle canzoni di Lucio Corsi
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Classe 1993, Lucio Corsi è il cantautore millennial che racconta la difficoltà di essere se stessi in un mondo liquido che ci vuole plasmare a sua immagine, spesso una figura oscura come quella di uno "scippatore che t’aspetta nel buio", di uno "spaccino che scappa", o semplicemente di uno che le botte le dà e non le prende. Nella canzone sono tanti gli animali che si prestano per fare sia i duri che i fragili: galline, cani lupo, gazze ladre.
Ma questa non è la prima volta che gli animali diventano centrali della musica di Corsi. "Bestiario musicale" è il primo album registrato in studio del cantautore, pubblicato nel 2017, e come si intuisce dal titolo i veri protagonisti sono proprio gli animali, a ognuno di loro è dedicato uno degli otto brani:
La civetta
La lepre
La volpe
L'upupa
Il lupo
L'istrice
Il cinghiale
La lucertola
Anche in questo caso si tratta di ballate che a partire dalla suggestione animale raccontano la difficoltà di stare nei propri panni, e l'ostilità di un mondo dal quale non si riesce a essere capiti, e neanche a capire.
Gli animali raccontano in prima persona le proprie avventure con contadini e astronauti, in una raccolta che richiama l'immaginario delle favole di Esopo. Senza arrivare ai classici latini, quello di utilizzare gli animali oppure i bambini come protagonisti è un espediente molto diffuso anche nella letteratura contemporanea italiana, utile per raccontare la realtà più cruda da una prospettiva intimistica e onirica.
Questa sensibilità verso gli animali non è però solo una suggestione artistica: Corsi considera i suoi cani come sue fratelli, come ha dichiarato lui stesso.
"I cani sono i miei fratelli"
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Durante la conferenza stampa sanremese, successiva alla consacrazione dell'ultima sera, Corsi ha raccontato un aspetto personale della sua vita e davanti ai giornalisti ha rivolto un saluto ai "fratelli Era ed Enea Corsi", i suoi amati cani, affidati per la settimana di Sanremo alle cure dei genitori.
Il racconto è arrivato quando il primo classificato Olly ha spiegato di aver provato a chiamare il padre per avvertirlo della sua vittoria, ma questi non aveva risposto perché era fuori con il cane. Corsi allora ha raccontato di aver vissuto anche lui la stessa esperienza e ne ha approfittato per salutare la sua famiglia, composta anche dai suoi amati cani.
Anche da questa ultima conferenza stampa Lucio Corsi non è uscito come un duro, ma come il ragazzino che ha i suoi fratelli tra coloro che nessuno ascolta.