Essere al comando ha indubbiamente il suo fascino e i suoi vantaggi: potere, status e un numero elevato di partner. Tuttavia, questa posizione privilegiata ha un prezzo molto elevato, almeno nel mondo dei babbuini.
Un nuovo studio condotto da un team di ricercatori guidato da Susan Alberts della Duke University, insieme a Catherine Markham e Laurence Gesquiere, ha dimostrato che la vita di un babbuino maschio al vertice della gerarchia sociale è tutt'altro che serena: i maschi alfa sono i più stressati. Ed è soprattutto colpa delle troppe femmine a cui bisogna letteralmente stare dietro tutto il giorno.
La vita stressante del maschio alfa: troppe femmine da gestire
I babbuini al vertice delle gerarchie sociali, chiamati spesso maschi alfa, nonostante il loro ruolo dominante e i vantaggi dell'essere al comando, registrano infatti livelli più elevati di glucocorticoidi, ormoni associati alla risposta allo stress. Ma la fonte di questa pressione eccessiva non è quella che si potrebbe facilmente immaginare. Non sono le lotte per il potere con altri maschi a mettere alla prova il loro equilibrio psico-fisico, bensì la gestione delle relazioni con le femmine del gruppo.
Come spiegano gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, i maschi al comando devono costantemente monitorare e tenere sotto controllo le femmine durante i loro periodi fertili, seguendole anche per giorni e assicurandosi che nessun altro maschio si intrometta e si accoppi con loro. Questo comportamento di controllo continuo e incessante richiede una quantità impressionante di energia e sottrae tempo ad altre attività essenziali, come la ricerca di cibo.
Il prezzo da pagare per rimanere al vertice
Analizzando ben 14 anni di dati comportamentali di 204 tra babbuini gialli (Papio cynocephalus) e verdi (P. anubis) che vivono ad Amboseli, in Kenya, i ricercatori hanno scoperto che i maschi alfa non solo sperimentano livelli più elevati di stress (+6% di glucocorticoidi rispetto agli altri maschi), ma mostrano anche livelli ridotti di ormoni tiroidei T3, un segnale che stanno bruciando molte più calorie di quante ne assumano. Per stare dietro alle femmine e tenerle sotto controllo, spesso i maschi non riescono nemmeno a mangiare.
Laurence Gesquiere, prima autrice dello studio, ha così spiegato in un comunicato: «Essere alfa ha conseguenze energetiche significative. Non è tanto l'aggressività nei confronti di altri maschi a pesare, quanto il tempo e l'attenzione dedicati alle femmine fertili». In effetti, i maschi al potere spesso interrompono persino i loro pasti per seguire le femmine. Una scena molto comune ad Amboseli è vedere un maschio intento a scavare o ad aprire un frutto, solo per essere costretto ad abbandonare tutto appena una femmina si alza e si allontana.
L'aggressività e il dominio: miti sfatati
Un elemento sorprendente emerso dallo studio è che i momenti di aggressività verso altri maschi non influenzano in maniera significativa i livelli di stress dei babbuini al vertice. Questo potrebbe dipendere dal fatto che, una volta raggiunta la posizione dominante, i maschi non hanno più bisogno di dimostrare costantemente la loro superiorità. Un semplice gesto, come alzare un sopracciglio o mostrare i denti, è quasi sempre più che sufficiente per scoraggiare eventuali sfidanti ed evitare uno scontro fisico.
Queste evidenze, sfatano il mito che vuole che in molti animali sociali, come lupi, leoni e appunto i primati, esista una costante e violenta lotta per il dominio. Tuttavia, questa vita comunque frenetica ha un costo molto elevato anche a lungo termine: i maschi alfa invecchiano più rapidamente e vivono meno rispetto ai loro simili di rango inferiore. Studi precedenti condotti sugli stessi babbuini hanno dimostrato che i cambiamenti chimici nel DNA di questi individui sono indicatori di un'accelerazione nei processi di invecchiamento.
Un parallelismo con l'essere umano
Cosa possiamo trarre da tutto questo? Sebbene le società e le dinamiche sociali umane siano estremamente più complesse, secondo i ricercatori ci sono alcuni parallelismi che è possibile fare anche con la nostra specie. La pressione legata alle responsabilità o le posizioni decisionali e di comando, così come la gestione di tante relazioni – sia in ambito lavorativo, sociale che personale – possono inevitabilmente comportare costi significativi anche per la salute umana.
Proprio come i babbuini, anche noi ci troviamo spesso a dover bilanciare ambizioni personali e benessere, costi per la salute e benefici sociali oppure economici. Tutto questo richiede inevitabilmente tempo ed energie fisiche e mentali che talvolta bisogna necessariamente sottrarre da qualche altra parte. Forse, ogni tanto, dovremmo allora chiederci: vale davvero la pena tentare di arrivare a tutti i costi in cima, se il prezzo è per la nostra salute psico-fisica è così alto?