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10 Dicembre 2024
11:28

La storia di K9, l’uccello a un passo dall’estinzione che ci ha fatto scoprire una nuova area di nidificazione

Il gambecchio becco a spatola è uno degli uccelli più rari e minacciati del pianeta. Ne restano appena 400 coppie e tra questi c'è anche K9, un individuo marcato con un dispositivo satellitare che ha permesso ai ricercatori di scoprire una nuova e preziosissima area di nidificazione per la specie.

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In tutta l’Asia orientale rimangono appena 400 coppie di gambecchi becco a spatola

Si chiama "K9", come il codice riportato sulla fascetta arancione che gli ornitologi hanno attaccato alla sua zampa, e non è un uccello come tanti altri altri. K9 è uno degli ultimi gambecchi becco a spatola rimasti sul pianeta, un limicolo migratore che vive lungo le coste dell'Asia Orientale e che è considerato uno degli uccelli più rari al mondo. Questo piccolo trampoliere, lungo appena 15 cm, con il suo becco unico a forma di cucchiaio, ha sorvolato un continente, sfidato intemperie e bracconieri, e regalandoci alla fine del suo viaggio una grossa sorpresa.

Grazie a un minuscolo dispositivo satellitare attaccato alla sulla sua schiena dagli ornitologi dell'International Conservation Fund of Canada (ICFC), K9 ha terminato la sua migrazione riproduttiva in luogo inaspettato, permettendo agli scienziati e ai conservazionisti di effettuare una scoperta fondamentale per il futuro della specie: trovare una nuova e preziosissima area di nidificazione rimasta sconosciuta fino a oggi.

Il viaggio di K9: una speranza lunga 8.000 chilometri

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Il lungo viaggio di K9 (in rosso) e un altro individuo chiamato A6 (in giallo). Immagine da ICFC

Tutto è iniziato il 4 aprile 2024, quando K9 ha lasciato le coste della Thailandia, dove aveva trascorso l'inverno. Sulla sua schiena, incollato con delicatezza alle sue piume, c'era però il più piccolo trasmettitore satellitare al mondo, un dispositivo di appena 1,2 grammi costruito a mano e su misura per lui dalla Microwave Telemetry, un'azienda californiana specializzata in dispositivi di tracciamento degli animali. Questo strumento era stato progettato per staccarsi da solo durante la muta, senza arrecare troppo disturbo al piccolo limicolo. Gli scienziati nutrivano grandi speranze: il viaggio di K9 avrebbe potuto svelare nuove aree di nidificazione per questa specie sull'orlo dell'estinzione.

In appena quattro giorni, K9 ha percorso 1.600 km, fermandosi nella provincia cinese di Guangdong, dove è stato avvistato e riconosciuto da un birdwatcher locale. Da lì ha continuato verso Fujian, poi Jiangsu, attraversando 3.100 km di costa fino al Mar Giallo. Ogni tappa del suo viaggio ha rivelato nuovi punti di sosta cruciali per la migrazione di questa specie, prima sconosciuti. La traversata è proseguita attraverso la Corea del Nord, la Russia orientale e infine nelle remote terre della penisola della Kamčatka. E così il 4 giugno, dopo due mesi e 8.000 km percorsi in volo, K9 ha raggiunto la sua destinazione finale.

Ma c'era un'ultima sorpresa in serbo: invece di fermarsi lungo la costa, come di solito fanno i gambecchi becco a spatola, si è stabilito in una valle fluviale brulla e più interna, svelando così un nuovo e importante sito di nidificazione mai documentato prima. Anche l'habitat scelto da K9 ha sorpreso i ricercatori, poiché non si trattava di una zona costiera sabbiosa o ghiaiosa punteggiata da cespugli di Empetrum nigrum, come di solito accade. Naturalmente, il luogo esatto in cui si è fermato K9 rimane segreto, per proteggere dai bracconieri sia lui che tutti gli altri gambecchi che si riproducono lì.

Chi è il gambecchio becco a spatola, l'uccello sull'orlo dell'estinzione: ne restano poche centinaia

Il gambecchio becco a spatola (Calidris pygmeus) è infatti uno degli uccelli a maggior rischio estinzione al mondo: ne rimangono circa 200 coppie adulte, che nidificano tutte tra la tundra costiera della Siberia orientale, nel circondario autonomo della Čukotka e in Kamčatka, nell'estremo e gelido nord-est russo. Ornitologi e conservazionisti stimano che, senza interventi, la specie potrebbe estinguersi nel giro di pochi anni. Da decenni, però, gli scienziati e le organizzazioni conservazionistiche lavorano duramente per salvarlo, affrontando le varie minacce che vanno dal bracconaggio alla perdita degli habitat costieri lungo le rotte migratorie.

L'International Conservation Fund of Canada è tra le principali organizzazioni che lottano in prima linea per salvare dall'estinzione questa specie. Grazie al supporto degli ornitologi locali, nel 2016, ICFC ha lanciato programmi innovativi per fermare il bracconaggio lungo tutta la costa orientale dell'Asia. Ex bracconieri sono stati trasformati in "guardiani degli uccelli", mentre le comunità locali hanno ricevuto finanziamenti e incentivi per abbandonare le catture illegali dei trampolieri in migrazione. Da quell'anno, migliaia di impianti illegali per catturare gli uccelli sono stati rimossi in aree critiche tra Cina, Bangladesh, Myanmar e Thailandia, i paesi in cui i gambecchi migrano o trascorrono l'inverno.

Un'ulteriore svolta è arrivata però proprio grazie alla tecnologia, come quella che ha permesso di seguire il lungo viaggio di K9. I trasmettitori satellitari in miniatura permettono oggi di tracciare i movimenti di questi uccelli lungo migliaia di chilometri di coste senza mettere a rischio la loro incolumità. Sebbene siano estremamente costosi (ogni dispositivo costa quasi 5.000 dollari), i dati raccolti possono però fare la differenza, svelando nuovi siti di sosta, rotta migratorie e aree di nidificazione, proprio come accaduto in questo caso. Ma nonostante tutti questi progressi, il declino della popolazione continua, anche se a un ritmo più lento, e il futuro del gambecchio becco a spatola è ancora incerto.

Il futuro del gambecchio becco a spatola

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K9 e il suo piccolissimo dispositivo satellitare. Foto di Alan Leitch via ICFC

Come detto, questa specie si riproduce esclusivamente in una piccola regione dell'estrema Russia orientale, dove scienziati, associazioni e conservazionisti stanno proteggendo i pochi siti di nidificazione conosciuti. In passato, un programma di riproduzione in cattività portato avanti in Inghilterra e durato ben 10 anni, ha tentato di far riprodurre queste specie, ma senza grandi successi. In parallelo, è stato quindi sviluppato un progetto ambizioso, ma rischioso: raccogliere la prima covata di uova, incubarle artificialmente, allevare i pulcini in cattività e liberarli nuovamente in natura una volta diventati adulti.

Questo approccio, pur mettendo a rischio il successo di schiusa delle uova prelevate, ha un duplice vantaggio: aumentare le possibilità di sopravvivenza dei pulcini in cattività e spingere i genitori a deporre una seconda covata. In molte specie di uccelli, infatti, quando una coppia perde per qualche ragione le proprie uova all'inizio della stagione riproduttiva, ne depone rapidamente altre in sostituzione di quelle perse. In questo modo, si sta quindi tentando di "raddoppiare" le nascite e questo metodo ha già permesso la nascita di 132 gambecchi incubati e nati in cattività e poi liberati in natura.

La storia di K9 non è quindi solo quella di un piccolo uccello limicolo, ma il simbolo di una battaglia collettiva per preservare un pezzo unico di biodiversità. Gli uccelli costieri sono sempre più minacciati dai cambiamenti climatici e dalla scomparsa di lagune, paludi e altre zone umide e facciamo sempre più fatica a proteggerli. Di recente, abbiamo già perso per sempre il chiurlottello, dichiarato estinto dopo anni di ricerche infruttuose, e l'ultimo report dell'IUCN ci dice che molti limicoli un tempo abbondanti ora sono a rischio. Ogni volo, ogni dato trasmesso dal satellite, e ogni rete illegale rimossa è perciò fondamentale e ci avvicinano a un obiettivo ambizioso: garantire che il gambecchio becco a spatola possa continuare a solcare i cieli del mondo.

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