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La storia del cane Ciccio: trova una famiglia dopo essere stato ceduto da un cacciatore

La nuova vita del cane Ciccio: dopo essere stato ceduto da un cacciatore ha scoperto l'amore di una famiglia. Il Segugio Maremmano ha visto per la prima volta il mare a Salerno grazie ad Andrea che gli ha aperto le porte della sua casa e del suo cuore.

14 Dicembre 2024
11:00
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A sinistra Ciccio il giorno dell’adozione, a destra nelle prime settimane della sua nuova vita

«Ciccio è arrivato da me per uno strano scherzo del destino. Se non ci fossimo incrociati non so cosa ne sarebbe adesso di lui: la sera che l'ho portato a casa è collassato, era allo stremo». Inizia così il racconto di Andrea Malzone, personal trainer della provincia di Salerno che ha dato una nuova vita al Segugio Maremmano, ribattezzato Ciccio, di soli sette mesi.

«Me lo ha venduto un cacciatore che se ne doveva sbarazzare. L'uomo non poteva più cacciare per cui non ne aveva più bisogno e me lo ha dato. Il destino di Ciccio era già segnato».

La storia di Ciccio e Andrea inizia però qualche settimana prima di questo momento, precisamente il 4 ottobre giorno di San Francesco, protettore degli animali: «Quella mattina stavo facendo trekking quando all'improvviso un cane da caccia inizia a seguirmi. Inizialmente non ci faccio troppo caso: generalmente questi cani a un certo punto si fermano e tornano indietro. Questo invece mi segue fino al mio studio nel centro di Salerno».

Andrea decide quindi di rivolgersi a un veterinario per controllare il microchip. «Riusciamo a rintracciare la persona, ma quando lo viene a prendere non sembrava molto felice, tanto da non ringraziarci neanche». L'uomo rimane turbato da quell'incontro e inizia a cercare sul Web notizie di cani da caccia simili a quello che aveva lasciato andare.

«Adesso che si è conclusa la stagione venatoria – spiega Andrea – i cani da caccia non hanno molte prospettive: o se li prende qualcuno oppure vengono abbandonati. Mi sono quindi messo alla ricerca di quel cane». Purtroppo per molti cacciatori questi animali sono meri strumenti che se reputati di scarsa utilità possono finire in canile attraverso, oppure abbandonati in strada.

Andrea alla fine trova l'annuncio di un cane molto simile a quello che aveva incontrato il giorno di San Francesco. «La persona che aveva messo l'annuncio mi manda foto di diversi cani da caccia e mi spiega che se li doveva togliere perché "non li usava più" a causa delle restrizioni all'attività venatoria dovute alla peste suina africana. Non venivano neanche tenuti in casa ma in un casolare dove il cacciatore passava ogni paio di giorni, e gli effetti su Ciccio si sono visti tutti».

Quando si vedono, Andrea capisce che quel cane non era quello che aveva incrociato, ma decide comunque di prenderlo: «Sapendo le condizioni in cui vengono tenuti questi cani avevo un groppo in gola al pensiero di lasciarlo andare, e quindi lo porto a casa, ma la sera stessa collassa e corriamo in clinica. Qui scopriamo che ha la bronchite, era allo stremo delle forze».

Una lunga cura e tanto amore però danno al piccolo Ciccio una nuova vita: «Oggi, dopo un mese, è un cane totalmente diverso. L'ho portato a vedere il mare per la prima volta nella sua vita e ha fatto subito amicizia con l'altro cane di famiglia. Oggi è sempre con me: quando vado a camminare e quando vado al mio studio».

E poi Andrea lancia un appello: «Se cercate un cane pensate anche a questi. Sono molto affettuosi e possono essere salvati da un destino spesso crudele».

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