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13 Marzo 2025
11:05

La scossa nella notte, uno sguardo tra me e Frisk: così il mio cane ha percepito il terremoto

La scienza si è spesso interrogata sulla domanda se cani, gatti e animali in generale avvertono prima il terremoto. Il 12 marzo 2025, il mio cane ed io abbiamo percepito la scossa che ha colpito la zona flegrea all'1 e 25 del mattino e che si è sentita in tutta Napoli. La vita con un cane insegna che solo la relazione unica che si crea tra noi e Fido può dare una risposta che empiricamente ci dimostra quanto anche nei momenti difficili la collaborazione tra uomo e animale sia la cosa più importante per mantenere la calma.

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E' stato un attimo: il letto ha iniziato a tremare e gli occhi miei e di Frisk si sono subito incrociati. In quel momento si è creata una connessione emotiva tra me e il cane con cui condivido la vita da quando era cucciolo. Nove anni di vita insieme ci hanno reso un binomio indissolubile, una coppia che attraverso anche solo uno sguardo nel buio della notte sa benissimo cosa prova l'uno e cosa prova l'altro e che negli occhi dell'uno e dell'altro cerca una conferma su cosa sia meglio fare in tutte le situazioni, anche nel caso di un terremoto.

Ci si chiede spesso se i cani, i gatti e gli animali in generale abbiano la capacità di percepire l'arrivo di una scossa prima di noi umani. La scienza ha provato a dare una risposta, ma ad oggi non vi è nulla che avvalori questa ipotesi. Ciò che però accade spesso è che persone che convivono con un amico a quattro zampe raccontino di aver vissuto esperienze in cui l'animale di famiglia ha manifestato comportamenti ‘strani' interpretati poi come premonitori del terremoto.

Ciò che io posso raccontare, all'alba del 12 marzo 2025, dopo che all'1 e 25 del mattino la terra ha tremato in gran parte della città di Napoli in conseguenza del movimento tellurico causato dal sisma che si è sviluppato 3 chilometri sotto il livello del suolo con epicentro nell'area puteolana, è quanto io e Frisk abbiamo vissuto insieme e in che modo il mio cane ha reagito.

Prima della scossa, eravamo placidamente addormentati entrambi nel letto di casa. Il mio cane ronfava serenamente, con il fianco attaccato al mio. Il movimento dell'intero palazzo – abitiamo all'ottavo piano nella zona collinare di Partenope – ha causato in entrambi praticamente la stessa reazione: una sveglia immediata che io ho manifestato allungando subito la mano verso di lui, incrociando appunto il suo sguardo, e trovando Frisk pronto a ricambiarmelo senza accennare a nessun altro movimento se non quello di avere le orecchie in alto, simbolo di uno stato di attenzione immediata, e attendere una mia reazione.

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Frisk in un momento in cui mostra attenzione verso qualcosa che lo ha "attivato"

Questo atteggiamento da parte di entrambi, in realtà, ci dice essenzialmente una cosa molto importante che aiuta a comprendere cosa si prova durante un terremoto  tanto da parte nostra quanto di un cane: è un fenomeno che genera allerta, come minimo, e che però a seconda dello stato emotivo e la capacità o meno di mantenere la calma attecchisce su di noi e su un altro animale. Almeno questo è ciò che avviene in una relazione come quella tra me e il mio cane, basata fondamentalmente su una reciproca fiducia e sulla capacità proprio di affidarsi in un momento di pericolo. Sia chiaro: tutto dipende da un mix di fattori, però. Perché nella parola "relazione", se la immaginiamo come un contenitore, dentro ci sono ingredienti fondamentali perché la ‘ricetta' funzioni, ovvero: le esperienze maturate insieme e singolarmente, la personalità dell'uno e dell'altro e la gestione delle proprie emozioni.

Quello che abbiamo fatto Frisk ed io durante la scossa, dunque, è stato mantenere la calma e attendere che finisse. Lui non ha trasmesso a me paura e io ho fatto lo stesso nei suoi confronti. Ci siamo reciprocamente sostenuti nel pensiero che andava valutato quanto stava accadendo con lucidità e sono certa che se io avessi accennato anche solo un movimento per alzarmi lui mi avrebbe immediatamente seguito: entrambi ci saremmo recati a prendere pettorina e guinzaglio e, con la necessaria rapidità in caso di un terremoto di proporzioni maggiori, ci saremmo allontanati scendendo le scale con quella empatia che ci consente di camminare allo stesso passo, anche in situazioni di emergenza.

Come dicevo, questa storia è solo una testimonianza che racconta una singola relazione in un momento che in tanti, con o senza un animale accanto, abbiamo vissuto in modo simile – tensione, paura, senso di pericolo – ma comunque differente a seconda appunto di ciò che principalmente abbiamo provato. Ciò vale per noi quanto per gli altri animali, in fondo, se solo ricordiamo che l'individualità non è qualcosa che attiene solamente agli esseri umani.

Quanto abbiamo vissuto noi due, in fondo, descrive appunto come io e il mio cane ci comportiamo, cosa sentiamo e come reagiamo quando accadono eventi imprevedibili e il risultato è che abbiamo imparato a condividere tutto ciò che avviene nella nostra vita sulla base della collaborazione e del supportarci, anche quando qualcosa di ‘brutto' accade. Frisk non ha dunque manifestato né prima né dopo un comportamento particolare ma mi ha aiutato, ancora una volta, a vivere un'esperienza fuori dall'ordinario e non piacevole, restituendomi un sostegno necessario per non rischiare di farsi prendere dal panico per capire cosa è meglio fare.

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