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6 Gennaio 2025
11:00

La rinascita dell’antilope saiga, uno dei più grandi successi nella storia della conservazione

Grazie a un ambizioso progetto di conservazione, in Kazakistan la saiga è passata da meno di 40.000 individui rimasti nei primi anni 2000 agli oltre 2,8 milioni di oggi, un recupero "miracoloso" che sta facendo rinascere le steppe dell'Asia centrale e molti altri suoi abitanti.

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Un maschio adulto di saiga

Con il suo muso inconfondibile dall'aspetto quasi alieno, la saiga sembra uscita da un film di fantascienza. Eppure, l'antilope delle steppe è un animale in carne ossa e decisamente reale, che abita le vaste praterie dell'Asia in Kazakistan, Russia e Mongolia fin dai tempi dei mammut e delle tigri dai denti a sciabola. Tuttavia, questa specie unica al mondo ha vissuto una storia travagliata fatta di rapidi declini e morie di massa, che l'avevano portata quasi all'estinzione. Ora, grazie ad alcuni ambiziosi progetti di tutela, la saiga sta finalmente vivendo un momento di riscatto, rappresentando oggi uno dei più straordinari esempi di conservazione di successo e recupero della fauna selvatica.

La saiga: un'icona delle steppe che abbiamo rischiato di perdere

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La saiga vive tra le steppe dell’Asia centrale

La saiga o antilope delle steppe (Saiga tatarica) è un vero tesoro evolutivo, un tempo diffuso in quasi tutta l'Eurasia. Con il suo naso allungato e flessibile, perfettamente adattato a filtrare la polvere delle steppe aride e a riscaldare l'aria fredda durante i rigidi inverni, è una specie antica che non ha eguali e che è diventata oggi il simbolo delle praterie dell'Asia centrale e della Mongolia. Vive in grandi mandrie, migrando stagionalmente per cercare cibo e acqua tra le distese semi-aride, dove le precipitazioni annuali non superano i 200-400 millimetri.

Tuttavia, i delicati equilibri ecologici che permettono la sua esistenza, sono stati messi a dura prova dalle attività umane. Nei primi anni 2000, il bracconaggio per le corna, usate nella medicina tradizionale, e una serie di catastrofici eventi di moria portarono la specie a un passo dall'estinzione, con meno di 40.000 individui sopravvissuti. La specie era stata stata per questo inserita nella categoria "In pericolo critico" della IUCN, quella immediatamente precedente all'estinzione. Ora invece non è più considerata neppure a rischio.

La rinascita grazie al progetto Altyn Dala

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Il progetto Altyn Dala Conservation Initiative, in Kazakistan, ha favorito il recupero rapido delle saighe

Oggi, l'antilope saiga è tornata infatti sotto i riflettori grazie al premio Earthshot 2024, che ha riconosciuto il successo dell'iniziativa Altyn Dala Conservation Initiative, in Kazakistan. Questo progetto, lanciato nel 2005, è il risultato di una collaborazione internazionale tra il Ministero dell'Ecologia del Kazakhstan, l'Associazione per la Conservazione della Biodiversità del Kazakhstan (ACBK), la Royal Society for the Protection of Birds (RSPB), Fauna & Flora e la Società Zoologica di Francoforte (FZS).

L'obiettivo era piuttosto ambizioso: salvare la saiga dall'estinzione e ripristinare oltre 75 milioni di ettari (più o meno le dimensioni della Turchia) di steppe, zone umide e deserti. E grazie al ripristino degli ecosistemi, alla lotta al bracconaggio, alla creazione di nuove aree protette e ad estese campagne di sensibilizzazione, il progetto è stato un vero e proprio successo. Dalle 40.000 saighe rimaste all'inizio della Altyn Dala Conservation Initiative si è passati in appena 20 anni a una popolazione che oggi conta oltre 2,8 milioni di individui.

Un intero ecosistema rinato

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L’iniziativa aiuta molte altre specie minacciate, come la pavoncella gregaria, considerata "In pericolo critico" dalla IUCN

La saiga non è però solo una specie unica e affascinante, ma un vero pilastro per l'ecosistema delle steppe dell'Asia centrale. La sua presenza contribuisce a sostenere la biodiversità, favorendo la sopravvivenza di diverse altre specie minacciate, come l'aquila delle steppe (Aquila nipalensis), la quasi estinta pavoncella gregaria (Vanellus gregarius), il kulan (una sottospecie dell'asino selvatico) e il cavallo di Przewalski (Equus ferus przewalskii), quest'ultimo reintrodotto nel 2024 dopo due secoli di assenza.

Tutte queste specie sono seriamente minacciate di estinzione, ma grazie al recupero della saiga e al ripristino degli ecosistemi, anche loro possono ora guardare al futuro con maggiore speranza. Inoltre, l'iniziativa Altyn Dala non si è limitata "solo" a salvare le saighe e le sue steppe, ma ha anche creato nuove opportunità di lavoro per le comunità locali, dimostrando come la conservazione possa e debba andare di pari passo con lo sviluppo sostenibile e il coinvolgimento delle popolazioni umane.

Una storia di speranza per il futuro

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Il recupero della saiga rappresenta uno dei più grandi successi nella storia della conservazione della fauna selvatica

Il recupero dell'antilope saiga rappresenta uno dei più grandi successi nella storia della conservazione della fauna selvatica. Da meno di 40.000 individui agli oltre 2,8 milioni di oggi in meno di due decenni, questo "miracolo" è una testimonianza vivente del potere della cooperazione internazionale e dell'impegno a lungo termine per la tutela della natura. In un mondo ormai segnato da estinzioni e perdita di biodiversità, la rinascita della saiga ci ricorda che, con impegno, sforzi mirati e determinazione, è possibile invertire il declino delle specie e restituire alla natura il suo splendore.

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