Moo Daeng ha aspettato per mesi che il suo umano ritornasse lì, nel posto dove sostavano insieme in attesa di ricevere qualcosa di buono dai passanti. Moo Daeng è un cane, un meticcio che ha vissuto in strada da sempre insieme alla sua persona di riferimento, Wi, un senzatetto che lo scorso autunno è morto.
La sua storia ha colpito a tal punto l'opinione pubblica in Thailandia da far arrivare la notizia alla principessa Siribha Chudabhorn, nipote del re Maha Vajiralongkorn che ha pubblicato da poco un post sul suo account ufficiale su Facebook in cui annuncia di aver adottato il cane.
Nel messaggio che accompagna la foto del cane, c'è scritto:
Sua Altezza Reale la Principessa Siribhachudhaporn ha gentilmente accolto un cane chiamato "Moo Daeng" sotto il suo patrocinio. È considerata la grazia più grande di Sua Maestà. Questa mattina erano presenti funzionari del Dipartimento per lo sviluppo del bestiame che lo prenderanno per l'assistenza sanitaria di base a Pak Chong. Dopodiché, lo prenderà lei farlo vivere a Chiang Mai.
La storia di Moo Daeng
"Moo Daeng: Hachiko di Korat City Coloro che aspetta il proprietario che è morto e non tornerà mai più"
Di fronte al mercato 7-Eleven Yamo a Korat City si è svolta la storia di Moo Daeng, un cane tailandese che ha ricevuto come soprannome quello di "Hachiko di Korat City" grazie alla sua onestà e all'incrollabile attesa per il suo proprietario.
Moo Daeng viveva con il suo umano. Era un senzatetto vestito da eremita che spesso vendeva cose o riceveva donazioni in quella zona. I due vivevano insieme tutto il tempo. Moo Daeng dormiva spesso e aspettava il suo proprietario davanti al 7-Eleven che è dove la coppia soggiornava regolarmente.
Tuttavia, nel novembre del 2024, il proprietario si è ammalato gravemente ed è morto. Ma Moo Daeng è rimasto ad aspettarlo nello stesso posto, rifiutandosi di trasferirsi ovunque.
Il proprietario del 7-Eleven e i dipendenti della zona lo hanno aiutato e si sono presi cura di lui. Gli hanno portato del cibo e trovato coperte per stare al caldo durante l'inverno.
Moo Daeng, che in thailiandese significa "maiale rosso", è stato chiamato dai media locali "l'Hachiko thailandese" per la sua scelta, perché di questo si tratta, di rimanere nel luogo dove insieme al suo umano stazionavano ogni giorno: fuori appunto da un minimarket 7-Eleven nel distretto di Mueang, nella provincia di Nakhon Ratchasima, nel nord-est del Paese.
Le immagini del cane sono diventate virali sui social grazie proprio all'attenzione e alle cure delle persone che lavorano nel negozio e il passaparola è servito a tal punto da raggiungere i media e la principessa. La settimana scorsa, così, è arrivato l'annuncio attraverso le parole poi proprio di Siribha Chudabhorn, rilasciate a Khaosod English, un'agenzia di stampa thailandese: «A tutti i fan di Moo Daeng voglio aggiornarvi in modo che non dobbiate preoccuparvi, sentirvi ansiosi o avere domande senza risposta dopo tutto il recente dramma».
La principessa è nota per la sua attenzione alla causa animalista e dedica molto del suo tempo ad attività rivolte al recupero e al supporto dei cani di strada. Ciò che è interessante, però, è notare che dalle sue dichiarazioni si intravede una conoscenza approfondita delle capacità cognitive ed emotive del "miglior amico dell'uomo", tanto che di Moo Daeng ha fatto anche una descrizione legata al suo stato psicologico più che di salute fisica in generale. «Tutti i miei cani hanno subito traumi, che siano stati causati da abusi, abbandono o ferite. Ma nel caso di Moo Daeng, si tratta di grave depressione – ha spiegato ai media locali – Sì, cani e gatti non sono poi così diversi da noi, se solo siamo abbastanza attenti da notarli. Dal momento che allevo i miei animali come fossero i miei figli, la loro salute mentale viene prima di tutto. Moo Daeng soffre di quella che è nota come sindrome depressiva maggiore, causata dalla perdita improvvisa di una persona cara. È una condizione che la mente non riesce a gestire».
L'osservazione della principessa è legittima e avvalorata dalla scienza. Più che infatti ritornare su una visione antropocentrica come quella di riferirsi sempre alla storia di Hachiko e ribattere sulla fedeltà del cane, qualità che in fondo gli riconosciamo dalla notte dei tempi, è importante mettere l'accento su come un quattrozampe abbia una sfera emotiva che deve essere considerata e tutelata e quanto l'esperienza dell'abbandono, o anche la comprensione della morte, destabilizzi questa specie così vicina a noi.
La donna ha anche fatto un parallelismo con la sua storia personale, dicendo che la depressione l'attanaglia da circa 10 anni. «Voglio che tutti capiscano che questa condizione di salute mentale, se non compresa, può causare danni irreparabili a Moo Daeng – ha aggiunto – sia mentalmente che fisicamente. Mentre gli umani sono in grado di nascondere il loro dolore e apparire normali all'esterno, i cani sono puri. Mostrano esattamente come si sentono».
Un altro punto sul quale bisogna interrogarsi quando poi si decide di intervenire su un cane che ha comunque vissuto tutta la sua vita in strada è quanto davvero abbia bisogno o meno di essere adottato, ovvero capire qual è il confine tra la nostra esigenza di "salvare" e quando, invece, ce ne è davvero bisogno. Nel suo caso, secondo l'analisi delle caratteristiche del cane e questa "diagnosi" (si spera comunque avvalorata da esperti del comportamento canino), l'esigenza era quella di ridare a Moo Daeng la possibilità di afferire a qualcuno, si suppone andando così a colmare la sua motivazione affiliativa.
«Giuro sulla mia vita che amerò e mi prenderò cura di Moo Daeng come se fosse mio figlio – ha concluso la principessa – proprio come tutti gli altri miei animali domestici. Potete seguire le notizie su Moo Daeng tramite la mia pagina. Se sono impegnata e non pubblico nulla, sentitevi liberi di commentare e dire che vi manca o chiedere foto: le pubblicherò sicuramente. Se mai dovessi venire a Korat, porterò Moo Daeng di persona per incontrare tutti. Grazie per avermi ascoltata».