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18 Dicembre 2024
10:03

La pet therapy arriva ai malati oncologici dell’ospedale Bellaria di Bologna: «Fa bene anche a medici e infermieri»

All’ospedale Bellaria di Bologna stanno per entrare i cani e gatti appositamente formati per la pet therapy. È la prima esperienza in Emilia-Romagna attivata a favore di pazienti oncologici adulti all’interno di un presidio ospedaliero. Ce ne parla il Direttore scientifico dell’associazione Onconauti.

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Intervista a Dott. Stefano Giordani
Direttore scientifico dell’associazione Onconauti
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Gli Interventi assistiti con animali, anche noti come pet therapy, possono migliorare la qualità della vita sia dei pazienti che dei medici. Ne è convinto Stefano Giordani, direttore scientifico dell'associazione Onconauti che per la prima volta in Emilia-Romagna porterà cani e gatti ai pazienti oncologi dell'ospedale Bellaria di Bologna.

Il progetto "4 zampe per la vita: Pet therapy al fianco dei pazienti oncologici" partirà da gennaio 2025 grazie alla collaborazione tra l’Oncologia Medica dell’Azienda USL di Bologna e le associazioni Onconauti e ChiaraMilla.

«La pet therapy è un esempio di terapia integrata – spiega Giordani – La presenza degli animali durante queste attività ha come risultato quello di dare un immediato miglioramento dell'umore, una riduzione dell'ansia e quindi una maggiore predisposizione ad andare avanti con le terapie. Ma c'è qualcosa di più, ed è proprio quello che ci ha convinti a sposare questo progetto: non solo stanno meglio i pazienti, ma anche i medici e gli infermieri».

«Cani e gatti fanno bene anche a medici e infermieri»

In Italia, il 42% dei professionisti in ambito sanitario ha dichiarato di essere stato vittima di aggressione almeno una volta. La tensione in corsia, unita alla cronica carenza di personale, rendono il lavoro in ospedale sempre più stressante per medici e infermieri.

Si tratta di una realtà di cui Giordani è consapevole: «L'ospedale richiede un carico di lavoro molto alto, così come alto è anche lo stress, per questo siamo stati molto contenti di osservare che l'arrivo dei cani rappresenta anche i professionisti una boccata di ossigeno. Tutte le persone sono immediatamente più rilassate, anche se non sono coinvolte direttamente coinvolte nell'attività. Questo ci ricorda che l'obiettivo vero non è solo quello di curare una malattia ma è anche di dare al paziente, e a quelli intorno a lui, il maggior benessere possibile».

Pet therapy al Bellaria di Bologna: quando parte, come funziona e chi ne usufruirà

A partire dal gennaio 2025, ogni settimana i pazienti in carico al day service oncologico dell'ospedale Bellaria, che affrontano un lungo periodo di cura, parteciperanno a sessioni guidate da professionisti specializzati negli Interventi assistiti con animali. Ogni sessione, della durata di due ore, permetterà loro di accarezzare e giocare con i cani e gatti guidati da un team multidisciplinare, favorendo così il rilassamento e migliorando l’umore, per affrontare più serenamente il percorso oncologico. Il progetto si chiama "4 zampe per la vita: Pet therapy al fianco dei pazienti oncologici" ed è supportato dalle associazioni Onconauti e ChiaraMilla.

«Gli studi – spiega Giordani – mostrano che la riduzione dell'ansia e il maggior benessere che le persone percepiscono quando fanno pet therapy non è un effetto placebo, ma deriva proprio da un cambiamento del profilo ormonale. Volendo semplificare molto possiamo dire si riduce il cortisolo, che è l'ormone dello stress, e aumenta l'ossitocina, che invece è l'ormone del benessere. Ovviamente è un po' più complesso di così, ma questo tipo di percorso determina proprio delle modificazioni biochimiche che migliorano il benessere delle persone».

Onconauti da decenni si occupa di supportare le persone con diagnosi di tumore attraverso una riabilitazione oncologica integrata. «Negli anni abbiamo notato che le persone che manifestano maggiori difficoltà ad affrontare il percorso di cura sono i più fragili, quelli che hanno un minore sostegno dal punto di vista sociale. Noi abbiamo creato una rete che facilita la presa in carico di queste persone da tutta l'equipe territoriale, in modo da garantire alle persone un supporto per tutte quelle problematiche a cui il solo ospedale non può fare fronte».

In questo contesto si inserisce anche il progetto di pet therapy: «Gli Interventi assistiti con animali si configurano come l'avamposto, in ospedale, di un sistema di presa in carico che poi proseguirà sul territorio e avrà sempre come riferimento da una parte la cura della patologia e dall'altra un percorso personalizzato per ridurre i disturbi causati dai farmaci e dalle conseguenze psico-sociali della malattia. Questo è il lato più temibile del cancro: i problemi della vita di relazione e la difficoltà dell'inserimento al lavoro, è una malattia che coinvolge tutto il mondo di relazioni».

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