Il Nuovo Testamento racconta di due noti episodi miracolosi in cui Gesù, davanti a un pubblico stupefatto, avrebbe trasformato pochi pesci in una vera e propria moltitudine. Questo fenomeno, interpretato da fedeli e religiosi come un miracolo per quasi duemila anni, viene descritto nei vangeli di Luca e Giovanni ed è una delle gesta di Gesù di Nazareth più note e raccontate presenti nella Bibbia. Tuttavia, la "pesca miracolosa" potrebbe avere una spiegazione molto più scientifica e razionale, tutt'altro che divina.
Un nuovo studio condotto da un gruppo di scienziati ambientali e limnologi (studiosi di laghi e bacini interni) suggerisce che dietro questi miracoli potrebbero infatti esserci fenomeni molto più naturali, come le morie di massa dei pesci tipiche dei contesti lacustri. Secondo i risultati, pubblicati sulla rivista Water Resources Research, questi eventi sarebbero infatti avvenuti nel lago di Tiberiade, noto anche come Mare di Galilea, lo stesso luogo in cui Gesù avrebbe compiuto il miracolo della pesca. Qui particolari condizioni fisiche favoriscono questi eventi.
Perché i pesci muoiono in massa?
Per cercare di comprendere il fenomeno, i ricercatori hanno installato alcuni sensori di temperatura e strumenti per misurare i livelli di ossigeno nelle acque del lago, monitorando anche la velocità e la direzione del vento. I dati raccolti hanno evidenziato l'esistenza di alcuni brevi periodi durante i quali il vento, soffiando con sufficiente intensità, mescola le acque del lago. Questo processo porta a un improvviso impoverimento di ossigeno, specialmente negli strati più profondi, che causa una carenza letale per i pesci che muoiono per asfissia.
In acque anossiche i pesci cominciano a morire in grandi numeri risalendo in massa superficie, un fenomeno relativamente comune che si osserva spesso anche oggi soprattutto in contesti di acque chiuse, come appunto i laghi. Secondo i ricercatori, lo "spettacolo" di centinaia, se non migliaia, di pesci che affiorano all'improvviso sarebbe apparso agli occhi di chi era presente sulla riva o in barca come una vera e propria abbondanza improvvisa, pronta per essere raccolta.
Il lago di Tiberiade e il fenomeno della stratificazione termica
E proprio questa scena di "pesca abbondante", avvenuta per motivi naturali e abbastanza ricorrenti, potrebbe aver dato origine alla descrizione miracolosa dei due eventi raccontati da Luca e Giovanni. Il lago di Tiberiade presenta infatti una stratificazione termica naturale: è costituito infatti da uno strato inferiore, più freddo e povero di ossigeno, e uno superiore, più caldo e ricco di ossigeno, dove i pesci generalmente vivono.
Di tanto in tanto, tuttavia, si verificano condizioni climatiche tali da rimescolare questi strati. Il rimescolamento dell'acqua abbassa drasticamente i livelli di ossigeno, creando un ambiente invivibile in tutto il lago per buona parte dei sui abitanti animali. Questo fenomeno porta inevitabilmente a una "moria di massa" dei pesci, che risalgono in superficie. Ancora oggi, questi eventi, spingono le specie di pesci più abbondanti ad accumularsi lungo la riva, dove possono essere facilmente raccolte.
Due millenni di interpretazioni che possono convivere
Una popolazione affamata e in cerca di cibo può facilmente vedere in questa enorme quantità di pesci una vera e propria opportunità salvifica, interpretandolo come un dono divino. Gli autori suggeriscono quindi il fenomeno osservato da Gesù e dai suoi seguaci potrebbe essere stato, più che un evento soprannaturale, una coincidenza del tutto naturale legata alle dinamiche fisica del lago. I ricercatori hanno inoltre verificato che le condizioni del lago di Tiberiade ai tempi di Gesù erano molto simili a quelle odierne, quindi favorevoli a questi eventi periodici di moria.
La spiegazione scientifica non toglie valore al messaggio e all'interpretazione dei testi sacri, ma aggiunge una prospettiva storica ed ecologica che arricchisce la nostra comprensione di alcuni eventi biblici tanto affascinanti. Attraverso studi come questo, il dialogo tra fede e scienza non finisce per scontrarsi ma si arricchisce di nuovi spunti.