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La noce di mare può ringiovanire e tornare indietro nel tempo: così riesce a “vivere per sempre”

Uno studio sulle noci di mare, organismi marini simili alle meduse, ha dimostrato che questi ctenofori possono "ringiovanire" e tornare allo stadio larvale, come la famosa medusa immortale.

2 Novembre 2024
10:00
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Il mito di Dorian Gray e dell'eterna giovinezza affascina da sempre l'umanità, ma nel vasto e sconfinato mondo delle forme di vita marine, ci sono animali che per quanto possa sembrare assurdo, possono tecnicamente davvero vivere per sempre. Il nuovo protagonista della rigenerazione e dell'immortalità si chiama Mnemiopsis leidyi, meglio conosciuto come "noce di mare". Di recente, uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences ha dimostrato che questo animale simile a una medusa possiede una capacità unica, finora riservata a pochissimi privilegiati: "ringiovanire", invertendo il suo ciclo vitale e ricominciare da capo.

Per noi altri comuni mortali, la vita scorre lineare e in maniera irreversibile: si nasce, si cresce, ci si riproduce e, infine, si muore. Tuttavia, esistono delle rarissime eccezioni a questa regola. Uno degli esempi più famosi è quello della cosiddetta medusa immortale, Turritopsis dohrnii. Questo straordinario invertebrato è in grado di regredire dallo stadio adulto di medusa a quello giovanile di polipo, rinascendo, in un certo senso, e ricominciando dall'inizio il suo ciclo vitale, potenzialmente all'infinito. Ora, a questa ristretta cerchia di privilegiati si unisce anche la noce di mare, una animale simile alle meduse, ma che appartiene a un antico gruppo chiamato ctenofori.

Come fa la noce di mare a regredire fino alla fase larvale

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Il ciclo vitale normale e invertito della noce di mare. Immagine da Soto–Angel & Burkhardt 2024

La scoperta è avvenuta in realtà quasi per caso, grazie all'osservazione attenta di Joan J. Soto-Angel, ricercatore dell'Università di Bergen, in Norvegia e coautore dello studio. Durante alcuni esperimenti in laboratorio, Soto-Angel ha notato un fenomeno curioso: una noce di mare adulta sembrava essere scomparsa dal su acquario, lasciando il suo posto una larva precedentemente assente. Incuriosito, ha deciso di approfondire la questione insieme a Pawel Burkhardt, ricercatore capo del Michael SARS Centre, istituto di ricerca specializzato nello studio della biologia molecolare e cellulare degli organismi marini.

I due ricercatori hanno quindi condotto una serie di esperimenti, sottoponendo alcune noci di mare a situazioni di stress, come scarsità di cibo, piccole lesioni e condizioni ambientali difficili. E così, hanno verificato e scoperto per la prima volta che questi ctenofori, a determinate condizioni ambientali, posso regredire dallo stadio adulto – simile a quello di un medusa – alla fase larvale, chiamata cidippide. «Sembra di assistere a un viaggio nel tempo», ha raccontato Soto-Angel, ricordando l'emozione del momento. «Durante il processo di regressione, questi animali cambiano forma, ristrutturano il loro corpo e persino modificano il loro comportamento alimentare, tornando a nutrirsi come farebbe una larva».

L'immortalità degli ctenofori: un mistero antico come la vita animale

Questa scoperta non solo rappresenta un enorme passo avanti per la biologia e lo studio degli ctenofori, ma solleva anche nuove domande e affascinanti su quanto sia diffusa la capacità di rigenerarsi e ringiovanire nel regno animale. Gli ctenofori, infatti, sono una delle linee evolutive animali più antiche di tutte. Sono comparsi sulla Terra oltre 500 milioni di fa e si trovano quindi alla base dell'albero della vita, dove poi col passare del tempo si sono sviluppati tutti gli altri rami evolutivi che hanno portato alla vita animale per come la conosciamo oggi. Dai più piccoli invertebrati marini, fino a noi esseri umani, gli ultimi arrivati.

Questo significa che la capacità di invertire il proprio ciclo vitale, già condivisa da oggi con le meduse, potrebbe essere un tratto evolutivo ancestrale e molto antico, potenzialmente condiviso anche da altri esseri viventi. «Ora abbiamo una nuova specie modello per studiare la plasticità del ciclo vitale e la biologia dell'invecchiamento», ha affermato invece Burkhardt. «Le possibilità di scoprire nuovi meccanismi molecolari che guidano questo processo sono entusiasmanti. Sarà interessante, per esempio, vedere cosa succede al sistema nervoso dell'animale durante questa trasformazione».

La scienza dell'immortalità e le sue "promesse"

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Una noce di mare adulta fotografata nel Mar Adriatico

Queste scoperte gettano quindi una nuova luce su uno dei più grandi misteri della biologia: come fermare o rallentare il processo di invecchiamento. E mentre la medusa immortale e la noce di mare aprono strade quasi fantascientifiche e impensabili fino a non molto tempo, ci si chiede se un giorno potremo mai applicare alcuni di questi principi e processi biologici anche alla medicina umana, rallentando l'invecchiamento o, chissà, persino fermandolo.

Anche se siamo ancora ben lontani da una vera "fonte dell'eterna giovinezza", la noce di mare ci ricorda che la natura ha ancora molti segreti da svelare. Tra miti e realtà, la strada verso l'immortalità è lunga, probabilmente impossibile, ma con ogni scoperta siamo un passo più vicini a comprendere meglio la meravigliosa complessità della vita e le infinite strade disegnate da un'evoluzione che non smette davvero mai di stupirci.

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